
Magnaschi (ItaliaOggi): «Inaudito che la Francia blocchi il traffico dei treni» – Rassegna stampa/3
Pierluigi Magnaschi, direttore di ItaliaOggi, ha commentato per Tempi il blocco dei treni di una giornata operato dalla Francia: «La Francia ha preso una decisione vergognosa. E’ inaudito bloccare il traffico ferroviario. Piuttosto facciano scendere i tunisini a Mentone ma non possono bloccare tutti i treni. L’Unione Europea è nata per fare gli interessi francese, noi ci stiamo rifacendo ma ora dobbiamo fare trattati che non calpestino i nostri diritti».
Ieri la Francia ha bloccato per quasi una giornata intera i treni provenienti dall’Italia, sui quali c’erano anche diversi immigrati muniti del permesso di soggiorno temporaneo rilasciato dalle autorità italiane.
La decisione francese è vergognosa. Non possono sospendere il traffico ferroviario quando vogliono. Quello che hanno fatto è diverso dall’interpretazione di Schengen. Per Parigi, i tunisini non possono entrare se non hanno documenti di identità e denaro per sopravvivere durante il soggiorno. Ma è chiaro che molti hanno amici e parenti in Francia e anche se non hanno i soldi potrebbero appoggiarsi da loro. Ma questa interpretazione restrittiva non giustifica quello che hanno fatto.
Loro però hanno sempre detto che non li avrebbero accettati.
Non c’entra. Quando arrivano i treni a Mentone, che è la prima stazione francese dopo il confine, basta che facciano salire i poliziotti sui treni e rimandino indietro le persone che non vogliono. Fermare il traffico ferroviario internazionale è inaudito.
I rapporti tra Italia e Francia si fanno sempre più tesi.
La Francia considera l’Italia un servo sciocco e inferiore. Grazie a Silvio Berlusconi la situazione è migliorata. Come ha scritto il Corriere della Sera, i direttori generali della Ue ora sono cinque tedeschi, cinque italiani e solo quattro francesi. L’Unione Europea è nata per fare gli interessi della Francia, basta vedere le politiche agricole, quindi questo è un risultato eccezionale. Quello che dobbiamo fare ora è impegnarci all’interno dell’Ue per far firmare accordi che non calpestino i nostri diritti.
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