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La verità è che non ci piace abbastanza, non più almeno e, certo, non più come una volta. Siamo cresciuti con i film della Pixar: abbiamo visto muovere i suoi primi passi con quel capolavoro che era Toy Story (1995), e poi l’abbiamo vista crescere, con un capolavoro dopo l’altro, il secondo Toy Story, forse più bello del primo e poi ci siamo meravigliati tutti sul finale di Monster’s & Co, ancora oggi credo uno dei più belli della storia del cinema.
Abbiamo scritto fiumi di inchiostro per difenderla, contro chi – la più parte – la prendeva come una costola specializzata in CGI della Disney, soprattutto dopo la fusione delle due aziende nel 2006. E invece no, dicevamo: la Pixar ha qualcosa in più. Crea realmente contenuti originali, realizza storie innovative, mette al centro peraltro parole come paternità, destino, perdono, cose che nella Disney classica si trovano magari, ma in modo molto più sfumato.
Ideale di bellezza
E poi, ...
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