Libia, c’è l’intesa tra Pdl e Lega per una mozione di maggioranza

Di Redazione
03 Maggio 2011
Secondo il testo, l'Italia dovrà concordare con gli alleati un termine temporale entro cui concludere le azioni militari in Libia. La Nato risponde: «Durerà il necessario». Il Terzo polo: «Pantomima umiliante, voteremo la nostra mozione. Una maggioranza degna di tale nome avrebbe dovuto favorire una sola mozione che fosse espressione unitaria dell'intero Parlamento»

«Pdl e Lega hanno trovato l’intesa per una mozione comune sulla base di alcune modifiche al testo della Lega». Lo conferma Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, dopo la chiusura del vertice di maggioranza tenutosi questa mattina a Palazzo Chigi. «In questo modo – continua – la maggioranza ha ritrovato una piena intesa anche sulla politica estera».

Secondo quanto riferito dal capogruppo dei Responsabili Luciano Sardelli, la mozione dovrebbe recitare così: «In accordo con le organizzazioni internazionali dei paesi alleati [bisogna] fissare un termine temporale certo da comunicare al Parlamento entro cui concludere le azioni mirate contro specifici obiettivi selezionati sul territorio libico». Ma la Nato ribadisce di non essere in grado di «fissare un termine alla durata della missione militare in Libia, durerà il tempo necessario». Nonostante questo, il leader della Lega Umberto Bossi è certo: «La mozione passa e la voterà anche Berlusconi, perché a noi va bene e a lui non va male».

Il Terzo Polo commenta con una nota la «pantomima umiliante» tra Bossi e Berlusconi e rende noto che voterà soltanto la propria mozione ed è disponibile a dare la propria astensione a quella del Pd. «Non eravamo mai caduti così in basso. Di comune, nel governo, c’è solo la confusione. Una maggioranza seria, degna di tale nome e non asservita ai ricatti isolazionisti della Lega, avrebbe dovuto favorire una sola mozione che fosse espressione unitaria dell’intero Parlamento, con la quale stringersi intorno alle nostre Forze Armate e onorare gli impegni internazionali con un ruolo da protagonista» spiega la nota.

Duro anche il commento del presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, secondo la quale l’accordo sarebbe «una cosa farsesca». «E’ il solito tentativo di mettere insieme ciò che insieme non può stare – ha aggiunto – con molte furbizie, qualche silenzio e grande strumentalità».

Le fa eco Alessandro Maran, vicepresidente dei deputati Pd: «Che si sarebbero accordati, ne eravamo certi. E sapevamo anche in nome di cosa avrebbero trovato l’intesa: restare al potere, guadagnare qualche voto. Ma ora che Pdl e Lega sembrano convergere su una sola mozione a impronta padana, sorge spontanea qualche domanda: l’Italia fa per conto suo in politica internazionale? Ha lasciato la Nato che, giustamente, dice di non poter prevedere la data di conclusione dell’intervento in Libia? Riduce o cambia le altre missioni? Vorremmo sentire Frattini…».

E intanto un’altra mozione sull’intervento in Libia è stata presentata dai deputati radicali e sottoscritta da altri parlamentari del Pd. Come spiega il deputato radicale Matteo Mecacci a Radio radicale, la mozione chiede che il governo si impegni nel sostegno dei movimenti che si sono organizzati in Libia «non solo dal punto di vista militare ma anche dal punto di vista della possibilità di comunicare, di informare la popolazione in particolare nelle zone ancora controllate dal regime di Gheddafi. Per fare questo occorre intervenire sui mezzi di informazione e organizzare una informazione capillare, e soprattutto garantire la protezione umanitaria alle decine di migliaia di profughi provenienti dalle altre zone dell’Africa».

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