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“Libertà” e “lavoro”, le due grandi parole che servono alla scuola

Di Emanuele Boffi
15 Aprile 2024
Va guardata con attenzione la riforma del 4+2 che, in via sperimentale, avvia percorsi tra istruzione tecnico professionale e un biennio di istruzione tecnologica superiore (Its)
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara con l’assessore di Regione Lombardia Simona Tironi in visita nel gennaio scorso all’Istituto Galdus di Milano
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara con l’assessore di Regione Lombardia Simona Tironi in visita nel gennaio scorso all’Istituto Galdus di Milano, una delle scuole coinvolte nella cosiddetta riforma del 4+2 (foto Ansa)

Un recente studio della Cgia di Mestre ha evidenziato che nel 2022 sono stati quasi 500 mila i ragazzi che hanno lasciato la scuola prima del diploma. Significa 1 su 10 e il dato pone l’Italia al terzo posto dei paesi europei per percentuale di abbandoni. Spulciando tra i numeri, ci si rende conto che la situazione è più grave nel Mezzogiorno dove la percentuale di dispersione è al 15,1 per cento con una media nazionale dell’11,5 (in Europa è del 9,7). Se a questi numeri associamo quelli ben noti dell’inverno demografico italiano capiamo perché la questione abbia una serie di implicazioni di non poco conto. Una di queste l’ha sottolineata una ricerca di Unioncamere/Anpal: nel 2023 il 48 per cento delle imprese ha avuto forti difficoltà a trovare personale adeguato. «E si tratta di un dato», ha scritto il Messaggero, «che cresce spaventosamente visto che è in aumento di 5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo [settembre-ottobre, ndr]...

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