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Casca il mondo

Le nostre prigioni

Di Annalisa Teggi
12 Maggio 2025
L’hotel coreano che aiuta i clienti a ritrovare se stessi rinchiudendoli in galera. L’incubo dei cinque boliviani “ingabbiati” per 36 ore in una palude infestata da alligatori
Ospiti dell’hotel “Prison Inside Me” davanti alle porte di ingresso delle loro celle-camere (foto YouTube/Sbs)
Ospiti dell’hotel “Prison Inside Me” davanti alle porte di ingresso delle loro celle-camere (foto YouTube/Sbs)

È tornato alla ribalta nei contenuti di stile di vita l’hotel sudcoreano che offre ai suoi clienti un’esperienza unica: sentirsi chiusi in un carcere. Si chiama “Prison Inside Me”, è situato a 80 chilometri a nord-est di Seul e se ne parlava già nel 2018. Al costo di 100 sterline a notte si riceve un trattamento simile al regime 41-bis. Non stupisce che l’ipotesi di questo soggiorno faccia di nuovo capolino, magari per rinfrescare le idee a chi è a corto di trovate assurde da offrire a una sofisticata clientela nostrana.
Tutto può far colpo, infarcito di retorica sul benessere. Il prodotto può esser molto ben venduto parlando di disintossicazione dal lavoro e dai social, occasione per riconnettersi con se stessi, meditazione favorita dall’assenza di ogni comodità.
In realtà, essere chiusi a chiave in una cella, ricevere pasti attraverso una finestrella, non avere alcun contatto con l’esterno, espletare solo le funzioni essenziali (mangiare, dormire, andare in bagno) è la trama perfetta...

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