
Le domande “prepolitiche” del Family Day al centrodestra

«Tutti quelli che combattono contro la vita, chi propone la regolamentazione dell’utero in affitto e delle adozioni per le coppie omogenitoriali, non può essere degno del nostro voto». Lo ha ribadito il leader del Family Day Massimo Gandolfini concludendo il convegno “Oltre l’inverno demografico”, organizzato il 27 gennaio a Roma da Alleanza Cattolica e dal comitato Difendiamo i nostri figli in vista delle elezioni politiche del 4 marzo, e che ha visto la partecipazione di un centrodestra compatto sul tema famiglia: quello rappresentato da Forza Italia, col vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, Fratelli d’Italia, con la presidente Giorgia Meloni, Energie per l’Italia, col segretario nazionale Stefano Parisi, Noi per l’Italia, con Eugenia Roccella, e la Lega, col segretario federale Matteo Salvini.
NATALITÀ E FAMIGLIA. Un appuntamento per mettere in atto l’impegno prepolitico e culturale teso alla contaminazione dei partiti da parte del movimento sceso in piazza contro la legge sulle unioni civili, un popolo che oggi chiede la fine dell’era dell’assistenzialismo e di politiche demografiche a sostegno della natalità e che rimettano al centro dell’agenda di governo l’equità fiscale ed economica, le politiche abitative per la famiglia, il lavoro di cura familiare e pari opportunità, ma anche la conciliazione tra famiglia e lavoro. «Abbiamo il dovere di richiamare tutti i partiti a respingere l’offensiva ideologica che ha portato all’approvazione di leggi che fomentano progetti di vita basati su scelte individualistiche. Oltre al piano antropologico e culturale, serve anche uno sforzo senza precedenti per promuovere la natalità con tutte le misure economico fiscali possibili e per rimuovere tutti quegli ostacoli che spesso impediscono ad una coppia di prendere in considerazione di fare figli».
LA LEZIONE DI BLANGIARDO. Negli ultimi vent’anni sono aumentate le famiglie composte da una sola persona e si sono ridotte quelle con più di due figli, ha spiegato infatti Giancarlo Blangiardo, docente di demografia all’Università Bicocca di Milano, raccontando il paese senza culle alla platea del Salone dei Piceni: «I nuclei familiari sempre più piccoli, dove vengono meno le relazioni di sangue con altri membri, sono costretti a dipendere di più dal volontariato e dallo Stato». Tra 2015 e 2017 è aumentato nel paese il numero dei morti, passando da 647.571 a 664.618, mentre nel 2017 è stato superato il numero più basso dei nati nella storia d’Italia, fatto registrare nel 2016 (473.000), con i 460.000 nati nei primi 8 mesi dell’anno. Elaborando dati Istat sui prossimi 30 anni, Blangiardo arriva alla conclusione che «i nati sarebbero 400.000 e 800.000 i morti. Mentre sarebbero 640.000 i bambini in meno fra i 0 e i 9 anni e 806.000 gli anziani in più con oltre 90 anni».
INVERNO DEMOGRAFICO E CULTURALE. Invitati al coraggio, a «non sbiadire la propria identità sui problemi della vita nascente e morente» dal pugnace cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia della vita, e dallo scrittore Davide Rondoni, che ha scavato nelle ragioni culturali dell’inverno demografico – «in questi tempi dominati da uno stile di vita sponsorizzato dai media che promuove continuamente il rifiuto dei figli, metterli al mondo è un atto di incoscienza o di coraggio?» –, attraverso i responsabili delle associazioni organizzatrici, Marco Invernizzi e Gandolfini, i cattolici si sono così confrontati con i politici, perché il voto di ciascuno sia deciso in modo consapevole e sulla base di una sorta di programma condiviso per la famiglia e per l’accoglienza alla vita.
COSA DICONO I POLITICI. Si è parlato di misure per porre fine dell’era dell’assistenzialismo, di nuove politiche demografiche che invertano il triste primato italiano, ma anche di abolizione della teoria gender nelle scuole, di asili nido gratuiti, abolizione della tassazione sui prodotti per l’infanzia, del primato educativo dei genitori, di stepchild adoption. «Abbiamo trovato la copertura di 25 miliardi di euro per realizzare il più imponente piano di sostegno alla natalità che si sia mai visto in Italia, che avrà un costo complessivo di 15 miliardi. Quella demografica è la più grande emergenza che l’Italia si trova ad affrontare», ha spiegato Meloni, affrontando anche il tema delle adozioni e delle unioni civili, «nessun problema a riconoscere i diritti delle coppie conviventi ma i bambini possono essere adottati soltanto da un uomo e da una donna». Del «diritto di avere una mamma e un papà» ha parlato anche Salvini, attaccando gli ultimi governi inermi sul tema della natalità, «un paese dove ci sono più morti che nati è un paese fallito. La precarietà e l’immigrazione fuori controllo svuotano le culle, tolgono certezze, stipendi, diritti e voglia di scommettere sul futuro mettendo al mondo dei figli». E se Gasparri ha rivendicato le battaglie contro la legge sul fine vita e le unioni civili, smontare il castello di carte promosso nella passata legislatura è l’obiettivo di Roccella che si è impegnata ad «abolire, o cambiare radicalmente, le leggi contro la famiglia fatte dal centrosinistra approvate grazie a forzature parlamentari come i “canguri” e le fiducie”». Anche per questo «abbiamo bisogno dei cattolici in politica e abbiamo bisogno che i cattolici riportino la loro egemonia culturale nel nostro paese», ha affermato Parisi.
IMPEGNO E VOTO. L’ultimo intervento è quello di Massimo Gandolfini, che dopo aver ricordato che chi non ha aderito all’invito (il segretario del Pd Matteo Renzi ha declinato, e il candidato del M5s, Luigi Di Maio non ha nemmeno risposto) lo ha fatto perché responsabile di una delle peggiori legislature avute in Italia, ha ribadito che non si candiderà con nessuno. «Per restare fedele allo spirito di servizio del Family day, che ha una vocazione culturale e sociale, prepolitica, che ne costituisce l’anima profonda e che continuerà a svolgere anche dopo le prossime elezioni. Resta però ineludibile il nodo delle elezioni, per questo motivo, una volta che la presentazione delle liste sarà ultimata, indicheremo le persone che maggiormente ci rappresentano a tutte le famiglie che animano la nostra realtà e faremo in modo che vengano sostenute non solo con il voto ma anche con l’impegno del nostro movimento».
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