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L’incipit della nostra Costituzione ce lo ricordiamo tutti: «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro». La nostra Carta inizia così, ponendo il lavoro quale fondamento della vita democratica. I costituzionalisti sanno bene che quello che oggi appare un elemento imprescindibile della nostra identità nazionale – del quale giustamente andare fieri – non era all’indomani della Seconda Guerra mondiale un fattore condiviso, tanto che il dettato fu il frutto di un grande compromesso tra democristiani e comunisti, anche per evitare la formula assai pericolosa di “Repubblica fondata sui lavoratori” proposta da Togliatti per rendere l’Italia un satellite dell’Internazionale socialista. Purtroppo, quel punto di equilibrio durò poco perché sul lavoro le grandi famiglie politiche tornarono presto a scontrarsi e la Repubblica venne insanguinata dalle frange extraparlamentari che colpirono duramente esponenti delle imprese, del sindacato e...
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