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La Lombardia respinge i trombettieri della dolce morte

Di Emanuele Boffi
20 Novembre 2024
Con 43 sì i consiglieri regionali di centrodestra votano la pregiudiziale di costituzionalità sul fine vita e stoppano la proposta di legge dei radicali. La battaglia andrà avanti, ma questo è un buon segno
Marco Cappato davanti al Consiglio regionale della Lombardia dove sono state depositate 8.181 firme per portare in Aula la proposta di legge sul fine vita, 15 gennaio 2024 (Ansa)
Marco Cappato davanti al Consiglio regionale della Lombardia dove sono state depositate 8.181 firme per portare in Aula la proposta di legge sul fine vita, 15 gennaio 2024 (Ansa)

«Non siamo una democrazia giudiziaria, non scriviamo leggi sotto dettatura delle corti». Ha detto così Matteo Forte, presidente Commissione Affari istituzionali in quota Fdi in regione Lombardia, per spiegare il "perché" del voto compatto del centrodestra sulla pregiudiziale di costituzionalità sul fine vita. Come dargli torto. È finita con 43 sì e 34 no. Si è così respinto il progetto di legge sul fine vita del comitato “Liberi subito” di Marco Cappato che, come accaduto in altre Regioni, voleva surrettiziamente introdurre il suicidio assistito in Italia. I "sì" sono stati degli esponenti della maggioranza, i "no" dell'opposizione cui si è aggiunto il solo Giulio Gallera (Fi). Nemmeno il fatto che il voto fosse segreto ha influito sull'esito.

"No, grazie", rispondono dunque i consiglieri della Lombardia, imitando così i loro colleghi del Veneto e del Piemonte e diversamente da quelli dell'Emilia-Romagna (sui quali pende un ricorso al Tar). La motivazione è semplice e insindac...

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