La grande impresa in Emilia-Romagna e Umbria

Di Esserci
14 Novembre 2024
Riportiamo i due documenti sulle elezioni regionali in Emilia-Romagna e Umbria diffusi dall’associazione Esserci. «Noi crediamo nella politica che considera il cittadino come espressione dei legami che lo costituiscono»
I principali candidati alla presidenza della regione Emilia-Romagna, Elena Ugolini e Michele De Pascale, con Bruno Vespa negli studi di Porta a porta, Roma, 6 novembre 2024 (foto Ansa)
I principali candidati alla presidenza della regione Emilia-Romagna, Elena Ugolini e Michele De Pascale, con Bruno Vespa negli studi del programma Rai Porta a porta, Roma, 6 novembre 2024 (foto Ansa)

Emilia-Romagna

Non andiamo bene nella gestione della cosa pubblica. Ma la grave malattia delle società contemporanee e delle loro organizzazioni non risiede soltanto nella pochezza di tanta classe dirigente quanto piuttosto nel venir meno della società civile, nel suo ritirarsi dall’impegno sociale e politico: una ritirata che, nel tempo, si rivela mortale per la democrazia. Ciò che più stupisce è che questo stato febbricitante sembra andare bene a tutti: a chi governa la Regione (con delega pressoché totale) e a chi è governato (legittimato a lamentarsi, come premio del suo disimpegno). Lo stato deprimente degli uni è speculare a quello di sofferenza degli altri. E, ancora più precisamente, delle relazioni tra loro. Un potere che continui a considerare la persona nella sua solitudine (il cittadino e i suoi diritti) è un potere che presto o tardi la elimina, perché la persona è fatta delle relazioni che la costituiscono: la persona sola (l’individuo) è invece terreno fertile per un potere senza argini.

Noi non crediamo all’utopia deprimente di “sistemi talmente perfetti che nessuno avrebbe più bisogno di essere buono” (T.S. Eliot); non crediamo alle ricette semplici che sollevano dal prendersi cura delle relazioni più fragili, quelle di chi deve essere introdotto nel mondo e di chi deve essere accompagnato a lasciarlo; non crediamo a una cultura che cancella le differenze invece di valorizzarle; non crediamo a una politica che pensa di sostenere chi fa fatica a campare attraverso l’assistenzialismo (che diventa immancabilmente clientelismo); non crediamo, infine, a chi riduce la persona alle sue sensazioni privandola così del suo vertice espressivo: contribuire al bene comune.

Noi crediamo nella politica che considera il cittadino come espressione dei legami che lo costituiscono; crediamo nella politica che, in forza di questo, promuove misure di sostegno alla famiglia (prima dimora, primo mattone della democrazia, struttura essenziale per la sua sussistenza); crediamo nella politica che, intorno alla persona e alle sue relazioni, riformula l’impegno delle risorse da destinare all’educazione e alla cura; una politica capace di superare ogni forma di pregiudizio ideologico, di mettere in sinergia le risorse e le competenze pubbliche con quelle private, di valorizzare i tentativi di imprese e imprenditori, opere di carità, associazioni, reti di solidarietà (tesori della nostra Regione).

Il vertice dell’espressività personale è la grande impresa umana di farsi carico delle risposte che la vita sollecita in noi e in chi ci sta a cuore. Il vertice è l’uomo che lavora. L’istituzione ha il compito di sostenere (si chiama “sussidiarietà”) questo tentativo che normalmente mette insieme gli uomini: la partecipazione alla vita pubblica può ripartire solo di qui. Prima che dei politici, è una responsabilità nostra: dobbiamo ricostruire un tessuto sostenendo quei pochi che comprendono la centralità assoluta di questa grande impresa umana.

Il nostro voto andrà perciò alle persone che vogliono impegnarsi su questo: se è vero che uomini di buona volontà possono militare in ogni partito (ed è sempre una felice sorpresa incontrarli), è altrettanto vero che nella nostra Regione ci si è mossi, da oltre mezzo secolo, in direzione opposta.

Al centro, La candidata alla presidenza della Regione Umbria, Donatella Tesei, 2 novembre 2024 (foto Ansa)
Al centro, la candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Umbria, Donatella Tesei, 2 novembre 2024 (foto Ansa)

Umbria

Il lamento è un ripiego facile e sterile: la grave malattia delle società contemporanee e delle loro organizzazioni non sta soltanto nella pochezza di tanta classe dirigente quanto piuttosto nel venir meno della società civile, nel suo ritirarsi dall’impegno sociale e politico: una ritirata che, nel tempo, si rivela mortale per la democrazia. Ciò che più stupisce è che questo stato febbricitante sembra andare bene a tutti: a chi governa, perché in fondo beneficia di una delega pressoché totale, e a chi è governato, che si sente così legittimato a lamentarsi come premio del suo disimpegno.

Un potere che continui a considerare la persona nella sua solitudine (il singolo cittadino e i suoi diritti) è un potere che presto o tardi la elimina, perché la persona sola (l’individuo) è terreno fertile per un potere senza argini. Ma anche la prospettiva dei cittadini come categoria collettiva astratta è una subdola visione massificante che non tiene conto delle specifiche esigenze delle realtà sociali concrete. La persona è fatta delle relazioni che la costituiscono, a partire dalla famiglia e dai luoghi in cui la sua personalità si sviluppa, garantendone libertà di pensiero critico e di azione, costituendo un terreno operoso che ne sostiene la visione, la condivisione e la speranza.

Noi non crediamo all’utopia deprimente di “sistemi talmente perfetti che nessuno avrebbe più bisogno di essere buono”; non crediamo alle ricette semplici che sollevano dal prendersi cura delle relazioni più fragili, quelle di chi deve essere introdotto nel mondo e di chi deve essere accompagnato a lasciarlo; non crediamo a una cultura che cancella le differenze invece di valorizzarle; non crediamo a una politica che pensa di sostenere chi fa fatica a campare attraverso l’assistenzialismo (che diventa immancabilmente clientelismo); non crediamo a chi vede nell’intrapresa personale un’azione antagonista al benessere collettivo; non crediamo infine, a chi riduce la persona alle sue sensazioni privandola così del suo vertice espressivo: contribuire al bene comune.

Elly Schlein alla festa dell'Unità a Umbertide (Perugia) con la candidata presidente della Regione del centrosinistra e civici Stefania Proietti, 14 settembre (Ansa)
Elly Schlein alla Festa dell’Unità a Umbertide (Perugia) con la candidata presidente della Regione del centrosinistra Stefania Proietti, 14 settembre 2024 (foto Ansa)

Noi crediamo nella politica che considera il cittadino come espressione dei legami che lo costituiscono; crediamo nella politica che, in forza di questo, promuove misure di sostegno alla famiglia (prima dimora, primo mattone della democrazia, struttura essenziale per la sua sussistenza); crediamo nella politica che, intorno alla persona e alle sue relazioni, riformula l’impegno delle risorse da destinare all’educazione e alla cura; una politica capace di superare ogni forma di pregiudizio ideologico, di mettere in sinergia le risorse e le competenze pubbliche con quelle private, di valorizzare i tentativi di imprese e imprenditori, opere di carità, associazioni, reti di solidarietà.
Il vertice dell’espressività personale è la grande impresa umana di farsi carico delle risposte che la vita sollecita, nell’individuo e in chi gli sta a cuore. Il vertice è l’uomo che lavora, mettendosi insieme ad altri per rispondere a dei bisogni concreti. L’istituzione ha il compito di sostenere questo tentativo, si chiama “sussidiarietà”: la partecipazione alla vita pubblica può ripartire solo di qui.

Il nostro voto andrà perciò alle persone che vogliono impegnarsi su questo: se è vero che uomini di buona volontà possono militare in ogni partito, è altrettanto vero che essi non hanno margini di azione incisiva nelle coalizioni di centro-sinistra, che da sempre si muovono in maniera ideologica in direzione opposta: su inizio e fine vita, su famiglia, educazione, questione antropologica, sostegno alle imprese. Per questo crediamo importante sostenere la coalizione di centro-destra, che, sia a livello nazionale che regionale, sta dimostrando attenzione ai temi a noi cari, citiamo ad esempio le misure adottate dalla Regione a sostegno della famiglia, la lotta alla denatalità, alla cultura gender; il sostegno alle imprese, all’occupazione, ai Care-giver, agli Oratori, alla Caritas; la valorizzazione e promozione del territorio. Prima che dei politici, è una responsabilità nostra: dobbiamo ricostruire un tessuto sostenendo quelli che comprendono la centralità di questa grande impresa umana.

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