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Squalo chi legge

La giustizia dei dannati

Di Ubaldo Casotto
12 Gennaio 2025
In “Paesaggio con bambina” Aharon Appelfeld racconta con ritmo biblico la fuga disperata degli ebrei dell’Est Europa dalla persecuzione nazista. È la realtà che a lui stesso toccò di vivere ad appena otto anni. «Lì ho imparato la generosità, l’odio, la brutalità, tutti i sensi dell’essere umano»
Bambini sopravvissuti all’Olocausto escono dal campo di concentramento di Auschwitz dopo la liberazione, gennaio 1945 (foto da Us Holocaust Memorial Museum)
Bambini sopravvissuti all’Olocausto escono dal campo di concentramento di Auschwitz dopo la liberazione, gennaio 1945 (foto da Us Holocaust Memorial Museum)

«Senza significato la vita è una vera disperazione», ha detto Aharon Appelfeld all’intervistatore che gli chiedeva conto della sua fede e della sua scrittura. Ed è una frase da tenere a mente nel mentre si legge questo romanzo, Paesaggio con bambina, in cui la disperazione, la più dura disperazione, la si respira pagina dopo pagina, in ogni passo dei suoi protagonisti, di quella carovana di donne, uomini e ombre che erra dai campi di concentramento dei paesi dell’Est Europa verso il mare Adriatico, dove imbarcarsi per la Palestina.

Appelfeld, attraverso la vita di Tsili Kraus, giovanissima ragazza abbandonata dai genitori ebrei in fuga – «Tu resta a badare alla casa» – presenta la realtà più dura, fatta di sofferenza estrema, di malvagità, di solitudine («il dolce dolore di essere soli»), di fame, di violenza: «Il suo fu un destino crudele e senza fasti».

È la realtà che Appelfeld stesso ha incontrato a otto anni, quando, dopo aver visto uccidere sua madre dai nazisti, e perso ...

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