«Noi, prodotti comprati al mercato». La battaglia di Stephanie Raeymaekers, nata in provetta

Di Leone Grotti
08 Giugno 2015
«Mi sento come se mancasse un pezzo del puzzle. Voglio sapere da dove vengo, ma non posso. Tutti parlano dei figli come un diritto ma nessuno si interessa dei diritti dei bambini»

Stephanie-RaeymaekersArticolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – «Il primo bacio? La prima casa? Il primo bambino? Tutto è possibile». Questo è solo uno dei tanti messaggi pubblicitari che sono stati diffusi a Bruxelles il 3 maggio in un palazzo di proprietà della Regione. Al suo interno si svolgeva un tipo molto particolare di Expo, dal titolo: “Opzioni genitoriali per uomini gay europei”. Di che cosa si tratta? Per dirla con gli ideatori dell’evento, l’organizzazione no profit Men Having Babies (Uomini che hanno bambini), è «la più grande conferenza nel cuore dell’Europa dedicata agli uomini gay che vogliono avere figli». In parole povere, una grande fiera dove si vendono «bambini meravigliosi, perfetti» attraverso l’utero in affitto, con tanto di listino prezzi per (quasi) tutte le tasche. Erano state invitate solamente coppie gay, ma all’evento si è intrufolata anche una donna belga, Stephanie Raeymaekers, che ne è uscita «disgustata». Per la fondatrice dell’associazione “Donorkinderen” (figli di donatori) «è stata un’esperienza scioccante, perché questa gente viene a mostrarti come crea i bambini e ti dice anche che è tutto normale. È una follia». La critica di Stephanie non è dettata dalla sua appartenenza religiosa, né da un particolare retroterra culturale e neppure da una presa di posizione ideologica. Stephanie parla di «follia» solo alla luce della sua esperienza, perché quella follia è la sua vita. Accettando di raccontare la sua storia a Tempi, Stephanie usa queste parole per descrivere se stessa: «Io sono un prodotto comprato al supermercato dal quale è stata tagliata via l’etichetta». La donna, infatti, concepita in provetta con la fecondazione eterologa, è nata 36 anni fa con l’aiuto di un donatore di sperma anonimo. Oggi Stephanie vive alla costante ricerca del suo padre biologico, che in base alla legge belga non può conoscere, e di chissà quali e quanti fratelli e sorelle. Con la sua associazione ha già incontrato 400 persone nate in provetta e insieme a loro si batte per cambiare quelle «leggi ingiuste che non considerano i diritti dei bambini, ma vedono i bambini come un diritto».

Stephanie, come sei nata?
Sono una delle prime persone concepite con lo sperma di un donatore preso dalla banca del seme, parliamo degli anni Settanta. I miei genitori volevano avere figli ma mio padre era sterile. Un medico ha consigliato loro la fecondazione eterologa, così mia madre ha preso degli ormoni per stimolare l’ovulazione e i tre ovuli risultati sono stati fecondati in vitro con lo sperma di un donatore anonimo. Nel 1979 sono nati tre gemelli eterozigoti: io, mia sorella e mio fratello.

Quando hai saputo la verità sul tuo concepimento?
Solo a 25 anni, perché il medico aveva consigliato ai miei genitori di non dirci niente. Questa è una maledizione ma non bisogna essere ingenui. Funziona così. I dottori dicono ai genitori di non rendere ancora più complicata una situazione già complessa.

E come l’hai scoperto allora?
Nel peggior modo possibile. Un amico di mio fratello è venuto a saperlo, l’ha detto alla sua fidanzata, che l’ha detto a mio fratello, che l’ha detto a me. L’ho saputo a cena, il giorno del nostro 25esimo compleanno. Non è stato esattamente il modo migliore di essere informati, ma sono contenta di averlo saputo.

Perché?
Perché ho capito tante cose. Mi sono finalmente spiegata quell’impressione costante di non c’entrare niente con mio padre.

Come hai reagito alla notizia?
All’inizio mi sono arrabbiata moltissimo, perché i miei genitori mi avevano mentito per 25 anni su informazioni fondamentali per me, su chi mi aveva realmente fatto. Poi la rabbia con il tempo è scemata e sono comparse tantissime domande: chi è davvero mio padre? È vivo? È morto? Quanti fratelli e sorelle ho davvero? Ha fornito il suo sperma ad altri? Gli assomiglio? Mi pensa? So che non mi conosce, magari però pensa ai figli che sono stati concepiti con il suo sperma. L’ha fatto per soldi? Per aiutare gli altri? Prima la mia vita era semplice, ora è molto più complicata.

Come ha influito tutto questo sulla vita della vostra famiglia?
Io voglio bene ai miei genitori e voglio bene a mio padre, che resterà sempre tale, anche se non mi ha concepito biologicamente. Però i rapporti sono stati influenzati, per forza di cose. Quando l’ho saputo, mio papà mi ha detto: «Il fatto che tu non sia mia biologicamente interferisce nel rapporto che io ho con te. Tu infatti mi ricordi costantemente che io sono sterile».

Che cosa significa essere nata in provetta da un donatore di sperma anonimo?
Mi sento come se mancasse un pezzo del puzzle. È frustrante perché voglio sapere da dove vengo, ma per legge non posso. A 25 anni ho avuto una crisi di identità, perché mi sono sempre concepita figlia biologica di una persona che non era davvero mio padre. È stato stranissimo: tutto cambia, anche se tutto resta uguale.

Che cosa vuol dire?
Io sono cosciente che da qualche parte c’è una persona che magari mi assomiglia e a cui sono legata, che forse ha i miei stessi modi di fare, le mie stesse caratteristiche, ma che non conosco. Quando vado in autobus o in bici, penso sempre: magari quello è mio padre, magari quell’altro è mio fratello. È una domanda costante, so che questo essere umano esiste ma non so chi è. Io ho bisogno di rispondere a questa domanda per definire me stessa, ma non posso.

Perché hai fondato un’associazione?
Io ho una famiglia oggi e quando sono rimasta incinta, per la prima volta mi sono riflessa completamente in un altro essere umano. Allora ho iniziato a capire quanto questo aspetto mi mancasse, quanto mi era sempre mancato nella vita, è stato un punto di non ritorno. E ho cominciato a cercare e a battermi.

I tuoi genitori come hanno preso questa tua iniziativa?
Mia madre si sente in colpa, allora non si rendeva conto che io avrei avuto tutti questi problemi. Mi ha detto un giorno: «Se solo l’avessi saputo, non l’avrei fatto. Oggi non lo rifarei più». Lei è orgogliosa di me e mi sostiene.

Se tu fossi un politico e avessi il potere di scrivere le leggi, che cosa faresti?
Io mi sento come un prodotto del supermercato, da cui è stata tagliata via l’etichetta. Io so di essere stata comprata. Se un politico scrive una legge che consente di concepire un figlio con il materiale genetico di una terza persona, deve prendersi le sue responsabilità e includere il fondamentale diritto del bambino concepito a conoscere le sue vere origini. Perché qui c’è un paradosso.

Quale?
Il concepito è la persona più importante, eppure è l’unico a non avere scelta: i genitori possono scegliere, il donatore può scegliere, il concepito no. Eppure è lui che viene letteralmente “fatto” con il materiale genetico di un altro. Non si possono condannare così le persone, facendo finta che alcune informazioni non siano importanti. E non è che lo dico io.

Bensì?
Si vede nei bambini adottati, in quelli nati da altre relazioni. Per definirsi è importante sapere da dove si viene. Non solo. Ogni volta che vado dal dottore, mi chiedono la storia medica della mia famiglia. E io ogni volta rispondo: «Ne conosco solo metà». Ed è incredibile che questo problema sia stato creato dalla legge.

Anche gli altri figli nati in provetta che incontri la pensano come te?
Alcuni non vogliono conoscere il proprio padre biologico, ma tutti hanno bisogno di parlarne. Il dramma è che non tutti possono, perché magari il fratello ancora non lo sa o non lo sa il nonno o non si vogliono stigmatizzare i genitori. Ne conosco tanti che vanno dallo psicologo, pieni di problemi perché non possono conoscere le proprie origini. Altri perché sono pieni di domande ma i genitori non vogliono parlarne.

Perché?
Perché sono spaventati da queste domande, le vedono come un rigetto del loro amore e dicono ai figli: non voglio parlarne, tu dovresti essere felice, hai tutto quello di cui hai bisogno, non c’è motivo di farsi dei problemi. Sono tanti quelli che, quando mi incontrano, mi dicono: grazie, ora so che è normale avere tutte queste domande, che sono incluse nel pacchetto.

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]Generalmente si pensa che basti l’amore da parte dei genitori.
Non è così, perché questo metodo di concepimento crea ferite che non si rimarginano e che portano i figli ad allontanarsi dai genitori. Ci sono storie che spezzano il cuore. Una bambina, figlia di una donna single, a nove anni ha detto alla madre di voler studiare legge da grande per cambiare la legislazione del Belgio. Ho conosciuto una ragazza di 24 anni, nata con una grossa voglia in faccia. I suoi genitori si sono separati presto, dopo averla avuta, e suo padre le ha detto: «Non potevo avere figli e ho pagato un sacco di soldi per avere te. E neanche ho avuto un figlio perfetto, ma uno deformato». Quando ho sentito questa storia, sono scoppiata a piangere. Questa ferita è più grande di qualunque voglia sul viso.

Non saranno tutti così i genitori.
Io spero sempre che qualunque genitore ami i figli senza condizioni. Ma quando si cominciano a fare contratti e a scambiare soldi, quando si approvano leggi che prevedono queste cose, per forza l’amore non è più incondizionato. I bambini diventano come oggetti. Ho comprato una macchina, ma non la voglio più; ho comprato un bambino, ma non lo voglio più. È come lo slogan della conferenza di Bruxelles: io sono tornata a casa da lì tristissima, scioccata.

Che cosa ti ha scioccato?
Ti davano un listino prezzi e ti offrivano tutto quello di cui avresti potuto avere bisogno: dall’avvocato, all’ovulo fino alla madre surrogata. Per cinquemila euro ti permettevano di scegliere anche il genere del bambino: maschio o femmina. Creano sei embrioni e poi scelgono quello giusto. E gli altri embrioni dove finiscono?

Vengono scartati?
Per me, che già mi sento un prodotto, questa cosa è ancora più folle. Prima o poi si potranno comprare i bambini su internet. Ma era già una follia negli anni Settanta. Non avrebbero mai dovuto permettere a nessuno di fare figli con il materiale genetico di qualcun altro. È stato sbagliato. Questo modo di concepire è sbagliato.

Non pensi che si possa tornare indietro?
Non lo so, penso che sia difficile fermare questo processo. Intanto, però, io mi batto per garantire dei diritti ai bambini nati come me, questo sicuramente è possibile. Perché adesso si crea una menzogna. Il diritto al figlio non esiste e non è mai esistito.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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54 commenti

  1. Benedetto

    Noi, intelligenti apprendisti stregoni cambiamo le regole della natura…
    ma non ci rendiamo conto degli indicibili danni che facciamo: la natura ci si rivolta contro!

  2. Sanaan

    Che storia orribile! Ecco a cosa porta l’egoismo di chi vuole un figlio a qualunque costo, anziché accettare i limiti posti dalla natura! Fecondazione eterologa, uno schifo, un obbrobrio! E poi la natura torna a farsi sentire: «Se solo l’avessi saputo, non l’avrei fatto. Oggi non lo rifarei più», «Il fatto che tu non sia mia biologicamente interferisce nel rapporto che io ho con te. Tu infatti mi ricordi costantemente che io sono sterile»… Perché la realtà non si cancella! E le vittime sono sempre i bambini, le persone più deboli in queste storie mostruose. Questa ragazza, tutto sommato, ne è uscita bene, è forte e coraggiosa, nonostante abbia avuto, ed abbia ancora, tanti problemi dovuti al suo concepimento innaturale. Ma tante altre persone nate in questo modo non riescono a superare i loro problemi e il loro disagio esistenziale nemmeno in età adulta, non ce la fanno mai. Io dico che bisognerebbe riflettere bene prima di fare queste cose. Non poter avere figli non è una tragedia, può dispiacere, ma non al punto di essere disposti a tutto per generare un figlio che poi avrà sicuramente qualche difficoltà. La natura pone dei limiti davanti ai quali è necessario fermarsi.

  3. Aleksandr

    I commenti sono tanti e qualcuno si può perdere. Rispedisco il mio:
    L’articolo testimonia di come l’occidente (ed i suoi alleati) raccolga i frutti di ciò che ha seminato. Una casa costruita sulla sabbia del fondamentalismo (che sia evangelical, talmudista o wahabita, l’effetto finale è sempre quello della distruzione della dignità umana, della famiglia, dell’ambiente, dei popoli, del sacro.
    Solgenitsin bene faceva a temere l’Occidente che, sconfitto dalla secolarizzazione e dal materialismo stesse (e in questo fu profeta) minacciando la Russia.
    E’cosa buona e giusta pregare per queste persone, nate su “ordinazione” in nome del dio dollaro, affinchè prendano coscienza che quel Padre che la cultura occidentale gli ha negato, esiste e li ama. ) che è cosa buona e giusta pregare per queste persone, nate su “ordinazione” in nome del dio dollaro, affinchè prendano coscienza che quel Padre che la cultura occidentale gli ha negato, esiste e li ama.

    1. Raider

      Le allucinazioni del multinick che, da un nickname all’altro, per condanna e fatalità psicotica o per esigenze di lavoro, ci riprova, con le contorsioni mentali e le distorsioni della realtà: quindi, all’attacco dell’Occidente (e dei suoi alleati)!
      – con motivazioni risibili: non si vede dove sarebbe il fondamentalismo (per giunta, talmudista, waabita e/o protestante) alla base dell’Occidente;
      – Solzhenicyn, arruolato fra gli anti-semiti come fiancheggiatore di nazismo e Islam, non c’entra neanche un po’ con i deliri complottisti e neppure con i birignao “dialoganti” con un Islam di fantasia, mente andrebbe ricordato e onorato per quello che rappresenta ancora oggi la sua opera;
      – quella contro le degenerazioni del Pensiero Unico, ideologia ufficiale dell’Ue, promotore, sponsor e protettore di genderismo. multiculturalismo e immigrazione contro l’identità dei popoli europei, è una battaglia doverosa contro progammi alla luce del sole, che nulla ha a che fare con i deliri cui complottisti sono assai affezionati: così che gli anti-semiti filo-islamici “dimenticano” di rifutare in blocco il progamma eurocratico che mira a scardinare proprio le basi della civiltà europea e occidentale: con cui né il fondamentalismo saudita né quello iraniano nè il “moderatismo” dissimulatore e opportunistico alla Tariq Ramadan o di altri anche più ipocriti di lui hanno nulla che fare, perché le radici dell’Europa sono classico-giudeo-cristiane.

      1. SUSANNA ROLLI

        Raider, WOW! Mamma mia che intenditor, donde vieni, sei un terrestre o un angelo? Tanta ardita sapienza, ma hai studiato in Italy? Dico sul serio -non sto scherzando…ringrazio Dio che tra le Sue fila ci son anime di siffatta portata..servi inutili, certo, certo, ma che gioia!! GRAzie!! Vi voglio bene, sono opere di misericordia spirituale, anche se ogni tanto scappa un poco di pazienza e qlc …accia, vero?

        1. Raider

          Noi cristiani siamo tali per il sacrifico di Cristo, Nostro Salvatore, che ci ha riscattati incarnandoSi e morendo sulla Croce per noi: e nonostante i nostri difetti, limiti, debolezze e peccati, restiamo cristiani per il Sacrificio Eucaristico e perché riconosciamo la Signoria di Cristo sulla nostra vita: la Signoria di Cristo ci salva dai nostri difetti, limiti, debolezze e peccati e ci libera dal male. Perciò, dobbiamo – dovremmo – servire e seguire Cristo senza indugi. Esporsi agli attacchi di chi odia Cristo è il minimo che si possa fare: già se penso solo al comandamento di amare chi ci odia, ho serie difficoltà: e devo pregrare molto per riuscirci.
          Chi riconosce o subisce o accetta sulla propria vita la signoria delle forze storiche o naturali, sente di essere in pace col mondo, di avere riconciliato in sé le leggi del mondo e la propria coscienza: e non conosce bene né l’una né l’altra. “Inqietum cor nostrum”: i “grandi” laici, perfino loro, i “grandi” atei riconoscono senza indugi l’angoscia senza fine di mondo senza Dio.
          A me, lo dico a Susanna Rolli, non scappa nulla, se si riferisce a termini volgari di uso comune, che chiunque conosce, anche i bambini, così che questi ricordi d’infanzia ricorrono spesso nei discorsi di vecchi malvissuti e gente che non vuole staccarsi dall’età dell’incoscienza. Non capisco bene tutto quello che voleva dire nel post qui sopra Susanna Rolli, penso fosse un invito a lottare per la nostra fede: grazie per questo.

          1. SUSANNA ROLLI

            Lo consideri un chapeau, e lo considerino anche tutti gli altri che tentano in vari modi di far emergere la luce alle tenebre delle menti, dei cuori..E’ opera dello Spirito Santo; è un incoraggiamento che mi vien dal cuore a continuare -soprattutto ad amare- chè “io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”..Ma che bello!! Dio ci benedica, ci sostenga, rafforzi, migliori -questo sempre!

    2. Cisco

      @Aleksandr

      Sarebbe stato molto meglio (per te) che il tuo commento si fosse perso: il vero fondamentalismo che abbiamo in occidente è la dittatura del relativismo. Magari averne di evangelical, talmudisti e wahabiti con cui dibattere… e invece ci toccano Scalfarotto e Luxuria…

  4. Davide

    “Mia madre si sente in colpa, allora non si rendeva conto che io avrei avuto tutti questi problemi. Mi ha detto un giorno: «Se solo l’avessi saputo, non l’avrei fatto. Oggi non lo rifarei più». Lei è orgogliosa di me e mi sostiene”.

    Calma. Vorrei capire: sua madre dice di essere orgogliosa di lei e allo stesso tempo che non lo rifarebbe? Cioè che non dovrebbe esistere la figlia di cui è orgogliosa? “Ti voglio bene, ma sarebbe meglio se non fossi nata”.

    1. Pepito

      Certo che è orgogliosa di lei. L’ha cresciuta e amata come una figlia. Il “non lo rifarei” significa che si è resa conto di quanto l’abbia fatta soffrire
      facendola nascere in quel modo. Ha semplicemente chiesto scusa ammettendo il suo errore.
      Fa tristezza constatare che non hai capito questa fondamentale, quanto palese, differenza.

    2. Sanaan

      L’orgoglio della madre per la figlia non c’entra niente col fatto che questa madre abbia riconosciuto il proprio errore. Qualsiasi madre sarebbe orgogliosa di una figlia che, nonostante le sue difficoltà, va avanti con forza e con coraggio. Sono sate proprio le difficoltà della figlia (createle dalla madre stessa con la sua scelta sconsiderata) a far capire alla madre di avere sbagliato. L’errore e le sue conseguenze si fanno sentire ancora oggi nelle vite dei protagonisti di questa storia e purtroppo nessuno di loro potrà mai cancellarli. Ma i sentimenti che la madre prova questa figlia forte e coraggiosa sono i sentimenti che qualsiasi madre proverebbe: è sua figlia, le vuole bene, ne è orgogliosa. E ha ben ragione di esserlo, soprattutto in questo caso.

  5. Tommasodaquino

    Poverino, non ti sta bene che il bambino appena nato abbia bisogno della sua mamma? Poveroooo

  6. Emanuele

    Quando si accetta che la vita umana possa essere mercificata, sia pure per qualche nobile motivo, si apre la strada a queste aberrazioni.

    Come avvisava Benedetto XVI, questi sono i frutti del relativismo… perso ogni riferimento per valutare bene e male, si può solo arrivare alla legge del più forte. In questo caso, genitori adulti comprano e fanno fabbricare bambini indifesi… cosa ne pensano i figli, la loro salute, la loro identità non interessa a nessuno. I più forti comprano, stabiliscono, valutano, giudicano la merce; i più deboli subiscono.

    Se questo è il progresso dei diritti civili…

  7. SUSANNA ROLLI

    La cultura della morte viete vittime in continuazione…: i più colpiti? I piu’ indifesi, ovviamente ( embrioni, ammalati gravi bimbi in provetta…). VIVA LA VITA!! coraggio, Stephanie, puoi spendere la tua vita per una nobile causa: salvare l’uomo dalla follia di se stesso!

  8. Cisco

    Ancora ricordo i tempi non lontani, quando i fautori delle unioni gay argomentavano che così si sarebbero potuti adottare gli orfanelli, mentre noi cattolici cattivoni li volevamo lasciare in quegli orridi orfanatrofi pieni di preti e suore pedofili che vogliono tenerseli a tutti i costi. Attendo ancora con ansia che qualcuno mi informi di quante adozioni – non nella forma della compravendita “stepchild” – ci sono state nella “civile” Europa arcobaleno da parte delle coppie gay e quante invece si dilettatano a sfogliare narcisisticamente il catalogo a colori di “Men having babies”.

  9. Nino

    Secondo me è significativo che a Stephanie, come d’altronde a tanti altri figli della fecondazione artificiale, i genitori non abbiano detto niente di come era stata generata. Non rivelare ad un figlio una informazione così importante può essere molto deleterio perché questo segreto rimane comunque presente durante la crescita e può minare il rapporto genitore/figlio.

    Da questo punto di vista le coppie omosessuali sono “privilegiate”, perché sono in qualche modo “obbligate” a spiegare ai figli perché hanno due mamme o due papà.

    Sulla rintracciabilità del donatore/donatrice non so esprimermi, ci sono dei pro e dei contro che non so valutare, anche se istintivamente sarei per non escluderla a priori

    1. SUSANNA ROLLI

      Non avete visto il bimbo appena uscito dall’utero della madre surrogata -immagine che ha fatto scalpore prontamente passato alla coppia omo in lacrime di gioia piangere -povero neonato!-a crepapelle per il distacco della madre surrogata (oddio!!) ? So per esperienza che il pianto si calma subito con la mammella della mamma che ancora non ha il latte (la montata lattea avverrà entro pochi giorni), ma che fa da ciuccio? Scusate, non riesco a scrivere oltre…mondo infame, finto, pagliaccio, egoista,menzognero, puzzolente, ipocrita!!

    2. Pepito

      quindi se ho capito bene per te il problema di tutta la faccenda è “Non rivelare ad un figlio una informazione così importante…”? Molto arguto.
      io credevo che il problema che stava alla radice di tutto fosse che la tipa ha gli occhi marroni.

      1. Nino

        Io dico che uno dei problemi (non necessariamente l’unico) per una persona è di scoprire a 25 anni di essere cresciuto nella bugia, e credo che la bugia sia un macigno da sopportare anche per i genitori per tanti anni, che crea un solco complicato da gestire.

      2. SUSANNA ROLLI

        Ogni volta che mi trovo davanti ad un medico -per me o per i miei figli- la solita domanda: ” avete casi in famiglia, i nonni, qualche zio, c’è qualche parente che soffre di questi disturbi?”. Io posso rispondere, Melanje -e chi, come lei- no!! Triste.

    3. Emanuele

      …ci sono pro e contro? Ma come ragioni?

      Non stiamo discutendo di che colore tinteggiare il condominio, stiamo parlando di diritti fondamentali di persone che si vedono Negate informazioni fondamentali per la salute. Possiamo anteporre a ciò la tutela della privacy?

      1. Nino

        @Emanuele: io ragiono, o almeno ci provo. Sono d’accordo che per una persona è importante conoscere le proprie origini, a volte fondamentale, ma … forse, se a quella persona fosse garantito il diritto di conoscere le proprie origini, quella persona non esisterebbe, e questo vale sia per i bambini frutto della eterologa che per i bambini che vengono consapevolmente abbandonati alla nascita in ospedale.

        Se tu ti senti di affermare con sicurezza che per loro è meglio non nascere, accomodati. Io mi tengo i miei dubbi

        1. To.ni

          Sei in vena di barzellette? Tu ragioni? …. e me lo chiami ragionamento quello? Ti rendi conto che sono discussioni che vanno bene solo se gli esseri umani fossero fatti a strati come le cipolle, ma senza centro. Tenta meglio a ragionare … ma non persistere nel razionalizzare sempre il tuo “meraviglioso mondo arcobaleno”.
          Dell’articolo, e del dramma hai colto nulla. Non ti sei neanche per un attimo immedesimato nei sentimenti di Stephanie e neanche in quello del padre che la percepisce estranea. Hai sentito il solo dovere di marcare la fortuna (“privilegiati”) dei due padri gay (come tuo costume) .

          Partire un ragionamento molto più elementare : i bambini non li si deve fare nascere in quel modo. Che il tuo ragionamento sottende solo un “facciamoli” …” produciamoli” e diamoli a chi li vuole. Il fatto che c’è una fiera di compravendita tipo bestiame, che ne è una logica concreta conseguenza, …. non ti sfiora? “No?

          1. Nino

            Tono Toni … quando non si vuol discutere … avrai forse notato che “privilegiati” era tra virgolette ? immagino di no.

            Tono Toni, hai letto cosa dice Stephanie?

            Io voglio bene ai miei genitori e voglio bene a mio padre, che resterà sempre tale, anche se non mi ha concepito biologicamente.

            Non ha detto io odio i miei genitori, non ha detto “io non vorrei essere mai nata”, dice che vorrebbe conoscere il suo padre genetico (comprensibilissimo) anche se forse, e dico forse, se la legge le avesse consentito di conoscerlo lei non sarebbe mai nata. E allora c’è da chiedersi se è migliore un mondo in cui c’è questa Stephanie o un mondo in cui Stephanie non c’è

            Poi io rispetto la tua opinione che la eterologa sia in sé sbagliata, ma ad oggi la legge la permette. Niente impedisce di chiedere la abolizione della legge, se lo si desidera. Ma mi sembra che nell’articolo si affronti il problema dell’anonimato del donatore/donatrice, e su quello si dovrebbe ragionare

          2. giovanna

            Untuoso Nino, più volte a questa tua incredibile e ripetuta affermazione che senza la compravendita su questi figli, questi figli non esisterebbero , ti è stato risposto che anche senza lo stupro molti figli non esisterebbero .
            A mio parere, l’incremento dei bambini venduti dai loro genitori e acquistati da coppie danarose , è un abominio come l’incremento dello stupro.
            Sono sempre figli che , senza una violenza, non ci sarebbero stati.
            Sono violenze di tipo diverso, forse peggiore l’eterologa, perché ipocritamente presentata come una faccenda accettabile, dati anche i fiumi di denaro che muove.
            (Anche se, una volta commessa questa violenza, sono figli da accettare, in entrambi i casi, dato che sono figli innocenti di tanta malvagità )
            Ma tu glissi, scivoli burroso e oleoso su questo argomento, pattinando leggiadro sull’unto.
            Parlando un giorno dei tuoi figli che vanno all’asilo, e il giorno dopo dei tuoi figli che lavorano….talmente sei convinto che la gente debba bersi tutto l’unto che produci.

          3. giovanna

            Come se una figlia nata da uno stupro, di cui il colpevole non si è mai saputo, soffrisse per non sapere che è suo padre e chi è lei, e si dovesse parlare, di questo problema, non considerando l’ abominio dello stupro in sé !
            Per l’untuoso Nino l’abuso su questi figli ( ah, ma è legale ! in pieno stile nazi-gay ! ) è una sciocchezzuola, non è l’argomento !
            Certo, untuoso Nino, che sei proprio repellente per i tuoi pseudo-ragionamenti strumentali, poggiati su disumanità e menzogna.

          4. To.ni

            Caro Nino,
            non hai notato che “privilegiati” l’ho messo tra virgolette anch’io? Perché mi fai una domanda di cui conosci la risposta? Perché travalichi il senso di ciò che scrivo sapendo che ben conosco le tuo naturali inclinazioni?
            Io ho letto quello che ha detto Stephanie e mi accorgo che anche tu lo hai fatto ma con il celeberrimo metodo adottato con “Adriano” (un tuo capolavoro), solo le precise frasi che convergono esclusivamente con il tuo “gaio universo”. Per esempio “Io mi sento come un prodotto del supermercato, da cui è stata tagliata via l’etichetta. Io so di essere stata comprata.” non ti ha sollecitato alcunché. Non è la sola frase che umanamente provoca un pugno nello stomaco, ma tu, su tutto questo, ti muovi con leggiadra incuranza canticchiando un “trullala” 🙂

          5. To.ni

            Carissimo Nino
            sul “quando non si vuol discutere” devo puntualizzarti un paio di cose affinché nel proseguo di ogni discussione futura su questo o altri temi, tu lo possa tenere presente:
            Io non ragiono per compartimenti stagni, ma metto tutto in relazione. Sull’eterologa oltre all’aspetti evidenziati in questa discussione relativi alla generale esigenza di “sapere” che va oltre all’utilità pratica (in caso di eventuali malattie del donatore) ma anche su profili prettamente psicologici (legate al fatto che ogni uomo sa di far parte di una storia che vuole e deve conoscere) non riesco ad omettere la convinzione che chiunque commissiona un bambino, operando una trattative, con persone da comprare o da usare (anche gratis), esposta a lamentele per eventuali “difetti”, già denota una carenza umana che rende inidonei al ruolo che aspirano.
            Se a questo aggiungi nel caso che tale “mercanzia” è oggetto di trattativa di due gaio, l’abiezione raggiunge un picco dato che si priva deliberatamente, per puro egoismo, di un padre o di una madre. Ma, nel mio modo di ragionare, vado ben oltre dato che questa discussione sull’eterologa, la metto pure in relazione con la “vivisezione”. Infatti, benché condita con artificiosi “autorevoli studi” come chiamare il deliberato sottrarre un bambino ad una figura materna per collocarla in mezzo a duo maschi barbuti e copulanti? Come chiamare questo bai passare una condizione naturale, amputare gli aspetti complementari naturali ed istintivi anche evoluti culturalmente, e sostituirli con un protesi gaio artificiale?

            Io non rispetto nessuna legge che ammette ciò. Chi è a favore di queste leggi sarà un tuo modello di cittadino, ma umanamente una sventura. E lo dico. …. e tu svolazzi… trullala 🙂

          6. Nino

            @Toni:

            Sul commissionare un bambino (ma in realtà sarebbe più corretto dire “nel chiedere un aiuto per avere un bambino) io non condivido il tuo giudizio così netto perché non conosco, se non molto indirettamente ed in maniera superficiale, il percorso che queste coppie compiono prima di arrivare a quella decisione.

            Sulle coppie omogenitoriali, premesso che noto senza stupore che ti riferisci sempre a coppie di barbuti che, nella comunità delle coppie omogenitoriali sono la stragrande minoranza (la maggior parte sono coppie non barbute di persone di sesso femminile), ti faccio solo notare che so benissimo qual è il tuo parere e che Stephanie ed in generale l’articolo proprio non ne parla, ma c’è chi vuole comunque citarlo nella discussione …

          7. To.ni

            @ Nino

            Quando scrivi “Sul commissionare un bambino (ma in realtà sarebbe più corretto dire “nel chiedere un aiuto per avere un bambino”) sono quelli lati viscidi di te che provocano il vero senso di disgusto. Senza vergogna non vedi il mercato umano … che pena!!! Nel periodo del nazismo sa quanti “tipi” umani erano come te.
            Qualsiasi sozzura la addolcisci e fai finta di non capire. Ma io te lo dico lo stesso lo schifo che provochi, non per mancanza di civiltà (parola ambigua nella tua triste congrega gay) ma per la convinzione che in un angolo remoto di te, avvizzito, triste muto, nudo, umiliato e tremante, esiste un umano che trova ancora ribrezzo nonostante la tua mielosa , appiccicosa e vergognosa secrezione di bugie.

            Due barbuti o due femmine non smuove una virgola di nulla, non è la barba il problema (o pensavi di si? La vuoi cavillare questa cosa?)

          8. giovanna

            Che poi, Toni, in genere si fa riferimento ai due attempati e danarosi barbuti , perché di solito sono loro ad esibire nei media la piccolina o il piccolino appena comprato all’estero e anche perché il bisogno della mamma è molto più acuto nei primissimi anni di vita e dunque l’aver strappato questi piccoli alla loro mamma è un’azione ancora più spregevole.
            Nel caso di due donne che comprano il figlio dal padre, gli effetti deleteri su questi poveri bambini, si vedranno di più nell’adolescenza, quando assume sempre più importanza il ruolo paterno.
            Non per niente ci sono testimonianze di case-famiglia per ragazze che hanno tentato il suicidio piene di “figlie ” di due donne, che sono state private della presenza del padre per soddisfare il desiderio delle loro sventurate “mamme”. E di qui, tentativi di suicidio, auto-lesionismo, droga, alcool ecc ecc…ricordo una testimonianza proprio su questi commenti.
            Ma si sa, la coppia di barbuti o di donzelle ha solo “chiesto aiuto ” per fabbricare il bambino, mica ha privato il bambino del diritto di crescere con entrambi i genitori !
            Che ipocrisia stomachevole !
            Il solo pensiero che un solo bambino al mondo possa crescere con un untuoso, o con due untuosi, mi fa accapponare la pelle.

          9. To.ni

            Cara Giovanna,

            ricordo che in una discussione, molti mesi addietro, Nino ha fatto vanto, proprio con evidente compiacimento, di essere ritenuto nel discorrere “fastidioso”. In quella circostanza mi ha dato conferma indiretta di una sensazione che ho sempre avuto su lui e della sua presenza qui: il cercare ostinatamente una risposta, anche la più idiota, per giustificare le proprie posizioni di militante gay.
            Non ha nessuna intenzione di discutere e negherebbe, se gli tornasse utile, l’affetto più caro se ciò lo porterebbe come conseguenza ad una contraddizione irriducibile. Una furbizia idiota, perché ignora che chiunque può giocare al suo gioco…. basta essere disonesto, la cosa più facile del mondo.

            Il mio tono nei suoi confronti può sembrare cattivo, caustico, sprezzante, beffardo ed, immagino, risultare pure disturbante anche per chi condivide le nostre posizioni. Ma non riesco a togliermi dalla mente la convinzione che mente sapendo di mentire, che veramente ha in dispregio l’umanità, che ne esalta le possibilità più vili ed abbiette trincerato nelle parole “ma è un diritto anche stare nella cacca se ci voglio stare”. Che veramente per lui una bambina cresce bene in un ambiente sado – maso, e non mi meraviglierebbe, data la stazza morale, che difenderebbe lo scambismo (e che troverebbe agevole ammettere che ha amici che si dilettano in ciò ed hanno bambini bellissimi) e che ridente pensa di prenderti per i fondelli.

            La frase “Sul commissionare un bambino (ma in realtà sarebbe più corretto dire “nel chiedere un aiuto per avere un bambino”)” meriterebbe ceffoni quotidiani proprio perché lo conosco.

            E’ un illuso se pensa di ingannarmi.

            So anche che tutte queste cose tu e hai capite da tempo.

      2. xyzwk

        No infatti stiamo discutendo di una persona giovane, fisicamente sana, bella e che dovrebbe guardare al futuro che l’aspetta. E che se non fosse nata con la fivet, semplicemente NON SAREBBE NATA e non avrebbe avuto nessun futuro perché non esisterebbe.
        È veramente strano come qualcuno sia disposto a mettere al mondo figli che sono destinati a vivere per poche ore pur di non abortire e poi di fronte a una figlia perfettamente sana, dicono “se avessi saputo….Non l’avrei generata!
        Se questo non è pregiudizio verso qualsiasi tecnica che non sia “naturale”, qualunque cosa significhi questa parola, non saprei come chiamarlo.

        1. To.ni

          Cara Filo….. azz …che sbadato….. scusa …. sei Xyzwk

          Come al solito ti sfugge che l’essere umano è qualcosa di più complesso e che il semplice essere nato è un nulla ain confronto agli interrogativi che si pone di fronte all’esistenza. Ed è indicativo delle tua solita endemica superficialità ridurre il tutto al fatto che se è “persona giovane, fisicamente sana, bella” non ha da lamentarsi. Ovviamente è quello che conta per te, priva di ogni senso della vita che non passa dalla piacevole copula, chiamata amore, ovviamente, deresponsabilizzata (con tanto di rapidi aborto).
          PS: Per cui in questa ottica si spiega l’ovvia soluzione finale (alludo sempre al tuo amato aborto) per chi vuole venire al mondo (anche per poche ore) ma che non risponde ai tuoi crismi.

        2. Sanaan

          Mi scusi, Xyzwk, glielo scrivo con tutto il rispetto per la sua opinione, io trovo sbagliato il ragionamento: “se non fosse nata con la fivet (o anche normalmente, aggiungo io), semplicemente NON SAREBBE NATA e non avrebbe avuto nessun futuro perché non esisterebbe”. Non si può ragionare su una persona mai nata, come se questa persona fosse da qualche parte, in attesa di nascere da qualcuno. Chi non è mai nato non c’è, non esiste e basta. Non si può ragionare su qualcosa o qualcuno che non esiste. E poi, non sempre nascere è proprio l’ideale, dipende da come si nasce e dal destino che attende chi nasce. Sinceramente la nascita tramite fecondazione eterologa, che comporterà sicuramente problemi per il bambino e per i suoi familiari (come ben dimostra la storia di questa ragazza), non mi pare l’ideale. Ed è comprensibile che la madre di questa ragazza, vedendo i problemi che ha causato alla figlia con la scelta di restare incinta di uno sconosciuto, si sia pentita e abbia detto che, tornando indietro, non lo rifarebbe. Ma questo non significa che non voglia bene a sua figlia, ha solamente riconosciuto il male che le ha fatto. Cordiali saluti.

          1. giovanna

            Certo che vedere due multi-nick della stessa poveretta che parlano tra loro e si contraddicono pure ( come il duo comico Valentina-Filomena ! ) fa un effetto psyco da far paura !
            Ragazzi, chi la chiama l’infermiera ? 🙂

          2. To.ni

            Giovanna

            Il duo Valentina – Filomena raggiunse livelli comici pari a “Totò Peppino e la Malafemmina”.

            Noti come se la fa alla larga dai suoi temi “sensibili”, come cerca di non usare “le frasi ricorrenti” (l’altro giorno gli è sfuggita “l’imposizione della morale unica”) è repressa …ma …. è qui!!! A dispetto della più grande f.d.m a memoria d’uomo in questo sito (si,, alla pari con Nino , un testa a testa, …. ma Nino voincera quando sarà tra un paio di settimane diventerà “Nonno Nino”)

            🙂 🙂 🙂

          3. xyzwk

            In linea di principio le do ragione, sono anch’io d’accordo chenon sempre nascere è proprio l’ideale, dipende da come si nasce e dal destino che attende chi nasce.
            Ma questo attiene alla singola storia di ciascuno e non credo affatto che il solo fatto di nascere da eterologa determini tutte queste angosce che descrive la protagonista di questa storia. A questo punto allora ogni volta che una persona per ragioni indipendenti da essere nato da eterologa non conosce il padre (provi a pensare a quelli la cui madre per esempio è rimasta incinta a seguito di un rapporto occasionale), dovrebbe avere gli stessi problemi. Di fatto non è così. E non è nemmeno vero che tutti i figli nati da eterologa hanno necessariamente problemi, come pure per converso ci sono tanti figli nati in famiglie assolutamente regolari dove i padri li costringono ad assistere alle botte che danno alla loro madre. E a questa categoria appartengono molti più figli di quelli nati da eterologa che di solito sono molto amati e coccolati proprio perché tanto desiderati.Con ciò non penso di farle cambiare idea sull’eterologa e rispetto la sua opinione ma in questo caso la storia di questa ragazza mi sembra veramente paradossale in quanto a fronte di quanto hanno fatto per lei i suoi genitori che l’hanno cresciuta e amata, lei invece di essere grata per essere stata amata, si mette a inseguire dei fantasmi cercando un fantomatico padre inesistente che per lei non ha fatto nulla durante tutta la sua vita. A mio parere dovrebbe guardare avanti non indietro. Non sono i geni che ti amano e ti crescono ma le persone che ti stanno concretamente vicino.

          4. To.ni

            Filo….azzzz, l’abitudine …. xyzwk

            Tutte queste informazioni zuccherose (“amore e coccole”) o il generale “crescere meglio” quando le hai avute? Quando eri mamma Triestina con due gemelli? oppure quando eri l’attempata signora Valentina con la quale discuteva la signora Triestina (tu), che pois i intratteneva con Filomena (tu)? Oppure quando ti proponevi come Lena (eri tu) x aborti come estrema ratio per il condom rotto? (Ma sai benissimo che i nick sono molti di più)

            “Non sono i geni che ti amano e ti crescono ma le persone che ti stanno concretamente vicino.” L’importante è che non hanno difetti di fabbricazione … altrimenti il contratto d’acquisto deve essere annullato. L’importante è che l’amore duri abbastanza altrimenti ci si sente prigionieri (parole tue).
            Il punto è, aldilà delle parole, che umanità hai in testa tu miss “crescono bene lo stesso”?

            PS: me ne infischio se non rispondi, anzi è la prova che sei tu.
            Hai imbrogliato per mesi.

          5. Sanaan

            Signor Xyzwk, ho letto con molta attenzione il suo commento, che su diversi punti mi sembra ragionevole e condivisibile e che comunque rispetto, come è giusto. Io sono contraria all’eterologa per tante ragioni, ma non pretendo certamente di imporre il mio pensiero agli altri. Secondo me i limiti imposti dalla natura dovrebbero essere sempre rispettati. Io ovviamente parlo per me, ma so che non è così per tutti e rispetto anche chi la pensa diversamente. La ringrazio per il suo interessante contributo alla discussione e avrò piacere di ritrovarLa presto. Cordialmente.

          6. giovanna

            Ancora ??
            Ma questo nuovo duo comico-psyco-horror ( la stessa persona che si dà ragione e si contraddice sugli stessi identici argomenti, come il vecchio duo comico-psyco-horror Filomena-Valentina, vi ricordate l’alter ego di Filomena , contrarissima all’eterologa, ma solo per sé ?? ) è fantastico !
            Cordialmente, sono d’accordo, non sono d’accordo !

          7. To.ni

            Ma quanto rispetto della posizione altrui in tema di eterologa. Certo che un tal meraviglioso senso della civiltà suscita invidia. Ma quanto garbo, …. emoziona Lo stesso che dire ” per ne l’aborto e’ un omicidio, ma rispetto chi non la pensa come me”. Cosa c’è di meglio?
            Tutto già visto filo ,,, nuovi nick nuovi duetti

        3. Cisco

          @Xyzw

          Secondo il tuo ragionamento se la persona in questione fosse nata da uno stupro allora dovremmo giustificare anche questa pratica quando consente di far nascere qualcuno.

  10. Giuseppe

    Amici di Tempi, fate avere copia di questa intervista ai giudici della corte costituzionale, così – forse – capiscono quale stupidaggine hanno fatto sentenziando sull’eterologa [c’era anche Mattarella].

  11. Raider

    Storie di vite umane manipolate dal delirio di onnipotenza della tecnica e del desiderio come legge a se stesso ne conosciamo: che libito divenga licito e principio di diritto è una aberrazione fra altre che mirano a superare l’umano in quanto costituitivamente imperfetto e non corrispondente ai desideri, ci mancherebbe!, del cuore – “infido sopra ogni altra cosa è il cuore”, ammonisce Geremia. Un progetto coerente di superamento dell’umano è qualcosa che si rivolge contro gli uomini: e Stephanie lo dimostra. Ecco perchè i media asserviti al Pensiero Unico devono soffocare la sua testimonianza. La politica ne tenga conto: e tengano conto gli elettori dei politici che progettano e approvano leggi pro-matrimoni e adozioni gay, pro-utero in locazione, fecondazioni con sperma artificiale, nascituri da tre o più “portatori di geni.”

    1. Raider

      Per favore, fate passare anche il mio post sul conto del multinick, grazie.

  12. Sebastiano

    Attendiamo fiduciosi che le varie Lena-Filomena ci dicano che è tutta una sporca manovra del Vaticano per bloccare i diritti, i diritti, i diritti…
    Magari potrebbe intervenire anche Shiva, se non è sbronzo già di prima mattina o se non è finito sotto il treno del suo binario morto.

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