Su Startmag Giuseppe Liturri scrive: «Gli investitori accorrono perché hanno già valutato positivamente le prospettive, in termini di rischio-rendimento, e ritengono che il sentiero di deficit e debito già disegnato dal governo (che non lo riduce significativamente) non sia un ostacolo. Anzi, comprano titoli nonostante il debito/Pil resterà inchiodato intorno al 139/140% nei prossimi anni. A chi osserva – con una visione monoculare – solo il debito, va fatto notare che il debito pubblico è anche e soprattutto la contropartita del risparmio privato. E quest’ultimo esiste perché il settore pubblico registra un deficit. Le due cose si tengono. E si tengono bene, soprattutto quando il risparmiatore privato riceve un rendimento reale positivo e il debitore pubblico si regge su un’economia in crescita che genera entrate più che sufficienti per onorare il servizio di quel debito».
Gli antimeloniani, sia quelli isterici Torino-centrici sia quelli caciaroni romaneschi, non si capacitano perc...
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