Istat: italiani a rischio povertà, crolla anche il risparmio – Rassegna stampa/2

Di Redazione
24 Maggio 2011
Il rapporto 2010 dell’Istituto statistico segnala che 15 milioni di persone in Italia sperimentano il «rischio di povertà ed esclusione sociale». In due anni sono saltati 532 mila posti di lavoro, il 22% dei giovani non studia né lavora. Il tasso di risparmio è il più basso da 20 anni. «Sulla crescita siamo i peggiori d’Europa» tra il 2001 e il 2010

Il consuntivo Istat, nel rapporto annuale presentato ieri, dichiara che circa un quarto degli italiani «sperimenta il rischio di povertà o di esclusione sociale».
“Si tratta di 15 milioni di persone, il 24,7% della popolazione, a fronte del 23,1% della media Ue. E nel Sud l’area dell’indigenza supera il 30%. Il rapporto statistico conferma che le difficoltà dell’Italia sono strutturali e di lungo periodo. (…) Solo lo stock di ricchezza accumulato nei decenni precedenti ci ha evitato guai peggiori. Tra il 2001 e il 2010 l’italia ha realizzato infatti «la performance di crescita peggiore» d’Europa, con un tasso di aumento annuo del Pil dello 0,2% a fronte dell’1,3% della Ue” (Avvenire, p. 11).

“Pesante l’impatto sul mondo del lavoro. Nel biennio 2009-2010 sono saltati 532 mila posti, cassa integrazione esclusa. L’emorragia ha colpito soprattutto nel Meridione (-280 mila) ma non ha affatto risparmiato il Nord industriale (-228 mila). Più contenute le ricadute nelle regioni del Centro” (Avvenire, p. 11). L’Istat segnala un aumento dei disoccupati e rivela che nel 2010 sono state circa due milioni le persone che hanno rinunciato a cercare un  posto di lavoro.

Le vere vittime della crisi sono stati i giovani: “Tra gli under 30 sono spariti 500 mila posti di lavoro in due anni. E tra chi un impiego ce l’ha, un terzo ha un contratto temporaneo. Più di uno su cinque non studia e non lavora, 134 mila unità in più rispetto al 2009” (Avvenire, p. 11).

Per quanto riguarda le donne, in generale il 15% smette di lavorare per l’arrivo di un figlio. Tra il 2008 e il 2009 quasi 800 mila hanno dichiarato di aver perso un impiego a causa della gravidanza. “Per salvaguardare il tenore di vita precedente, minacciato dall’inflazione e dalla frenata dei redditi, le famiglie hanno dovuto intaccare i risparmi. Per la prima volta il tasso di risparmio italiano, nostro tradizionale punto di forza, è sceso al di sotto di quello delle altre grandi economie europee, attestandosi al 9,1%, il valore più basso da 20 anni” (Avvenire, p. 11).

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