
Il Toro è in A. Nesti: «Merito di Ventura. Ora rinfoltire la rosa»
Dopo tre anni di purgatorio è arrivata finalmente ieri la promozione in serie A del Torino, «la più bella» secondo il presidente Umberto Cairo, che già nel 2005 aveva accompagnato i granata nella massima serie. Un campionato difficile e lunghissimo, quello di quest’anno, che ha messo a dura prova anche l’esperienza dell’allenatore Giampiero Ventura. Una promozione che, in attesa dell’ultima giornata, vede i torinisti primi in classifica a 82 punti, con 24 partite vinte, 10 pareggiate e 7 perse, 57 gol fatti e 28 subiti. E che vede un singolare parallelo con il successo dell’altra squadra di Torino, la Juventus: anche tra i granata, nessuno degli attaccanti è stato in grado di fare la differenza (Mirko Antenucci 10 gol, Alessandro Sgrigna e Rolando Bianchi 8). La promozione è arrivata grazie alla forza del collettivo. «Quest’anno nella città di Torino saranno ricordati gli allenatori: Antonio Conte ha riportato la Juventus ai vertici del calcio nazionale. Ventura è stato in grado di riportare entusiasmo in un ambiente depresso, ha costruito la promozione nelle prime giornate (8 vittorie in 10 partite) e poi ha proseguito in maniera costante il suo cammino». Carlo Nesti commenta per tempi.it la promozione della squadra granata.
Da dove deve ripartire Cairo per costruire una rosa adeguata per la prossima serie A?
Bisogna dire subito che non sarà una cosa semplice. Dell’attuale rosa su 30 giocatori solo 16 sono di proprietà del Torino e pochissimi di questi saranno utili il prossimo anno. I dati anagrafici purtroppo non giocano a loro favore. Sarà difficile costruire una rosa adeguata, le trattative per i riscatti non sono mai semplici, soprattutto quelle che dovrà affrontare il Torino. Di positivo c’è che Cairo è un uomo ricco, nelle sue attività imprenditoriali ha dimostrato di essere uno dei migliori in Italia, quindi ha le capacità finanziarie per agire bene in sede di mercato. Non è mai stato generoso con il suo Torino, ma rispetto al passato ha affidato l’area tecnica a un uomo molto capace, Gianluca Petracchi, che ha saputo fare bene in un ambiente difficile come quello di Torino. L’aspetto agrodolce è quello che riguarda Angelo Ogbonna, vale tra i 15 e i 20 milioni di euro, se dovessero decidere di cederlo avranno a disposizione un tesoretto per rinforzare la rosa. Se invece rimarrà a Torino la difesa sarà affidata a lui. Quest’anno è cresciuto moltissimo e la convocazione in nazionale è meritatissima.
Chi della rosa ha fatto davvero la differenza?
Credo che la rosa, rispetto all’allenatore, venga in secondo piano. Ventura è stato bravissimo e la conquista della promozione è soprattutto merito suo. Se poi devo fareun nome tra tutti i giocatori scesi in campo dico Ogbonna.
Cosa serve per la prossima stagione?
A livello numerico quest’anno la rosa era sbilanciata all’attacco. Ventura aveva a disposizione molti esterni alti e pochi centrocampisti. Quattro uomini per tre posizioni sono pochi. Serve infoltire la mediana, servono giocatori giovani e capaci da affiancare a Manuel Iori e Giuseppe Vives che non sono più giovanissimi e che possano fare rifiatare Migjen Basha e Giuseppe De Feudis. E poi c’è il grande interrogativo per l’attacco: Rolando Bianchi in serie B ha segnato molto, ma quest’anno con il sistema di gioco di Ventura ha realizzato solo 8 gol. In serie A a parte nel 2007 quando con la Reggina ha segnato 18 gol non ha mai fatto la differenza. Devono decidere se puntare su di lui o trovare un sostituto capace di fare la differenza.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!