![Cinquant’anni «tra le pagine chiare e le pagine scure» di Rimmel](https://www.tempi.it/wp-content/uploads/2025/01/francesco-de-gregori-ansa-345x194.jpg)
![Cinquant’anni «tra le pagine chiare e le pagine scure» di Rimmel](https://www.tempi.it/wp-content/uploads/2025/01/francesco-de-gregori-ansa-345x194.jpg)
L’istituto Svimez sul Mezzogiorno nel suo rapporto 2014 ha fotografato la «desertificazione» economica del Sud Italia. In Sicilia, però, una realtà sta facendo da apripista in quell’industria culturale indicata dagli economisti come soluzione alla crisi. La Villa romana del Casale di Piazza Armerina (En) ha registrato un bilancio in netta crescita rispetto al primo semestre 2013. Nei soli mesi invernali e primaverili del 2014, di solito quelli un po’ meno frequentati dai turisti, la Villa ha visto passare i propri incassi dai 775.543 euro del 2013 a 1 milione e 69 mila euro, rappresentando un traino per l’intera provincia. La Villa offre per tutta l’estate l’apertura straordinaria, ordine e massima pulizia: il tutto senza l’ombra di uno sciopero del personale.
SUCCESSO “AD OSTACOLI”. Si tratta di una casa patrizia romana costruita tra il I e III secolo, e ampliata nel IV, in cui sono custoditi intatti 3700 metri quadri di mosaici e poi affreschi, utensili e persino delle terme. Il successo di questo luogo è avvenuto pur in presenza di alcuni grandi ostacoli. Primo: eletta a patrimonio dell’Unesco nel 1997, la Villa è stata interessata dal 2006 da un vasto lavoro di restauro ed è rimasta chiusa fino al 2012. I risultati positivi sono dunque il frutto del lavoro dei soli ultimi due anni. Secondo: la Villa si trova nel cuore della Sicilia ma anche nel bel mezzo del nulla, dato che dista almeno un’ora e venti minuti di auto dall’aeroporto e dal porto di Catania e a due ore da Palermo. Non vi sono stazioni ferroviarie nei dintorni. Eppure, nel solo mese di maggio, qui hanno registrato il picco di 62 mila ingressi, con più di 300 mila visitatori da gennaio a ottobre (gli incassi a settembre 2014 sono arrivati a quota 2 milioni 191 mila euro, con oltre 1 milione di euro incassati solo in estate). Da gennaio 2014 si paga un biglietto di 14 euro, anziché 10: eppure quest’anno la villa si è aggiudicata il certificato di eccellenza dal sito di recensioni (scritte solo dai turisti) Tripadvisor. Com’è possibile?
«PIU’ FAMIGLIE CON FIGLI». La direttrice del museo Rosa Oliva sottolinea che il rincaro del biglietto, paradossalmente, è stato un fattore positivo di crescita: «È diventato un biglietto cumulativo. Qui vicino c’è un museo (che custodisce statue e argenti ellenici oggetto di scavi clandestini, recuperati dopo varie indagini in un museo a Malibù, Los Angeles, e riportati quindi in Sicilia), e l’area archeologica di Morgantina, una delle più importanti del mediterraneo. Non erano visitati come la Villa. Ora il biglietto unico permette di visitare tre meraviglie in tre giorni, con soli 4 euro in più. Risultato: i turisti hanno compreso e la Villa fa da traino al territorio». Per Oliva è stato anche determinante il decreto Franceschini del luglio 2014, «che ha creato un più giusto ricambio nel pubblico pagante». Il decreto ha eliminato la gratuità per gli over 65 e introdotto una domenica gratis al mese per tutti, e ciò è positivo secondo Oliva, perché «la maggior parte dei gruppi che arrivano tramite tour operator sono over 65 e persone che possono permettersi comunque di viaggiare e di spendere, che infatti non hanno contestato l’abolizione della gratuità, e hanno proseguito a visitarci. In compenso, invece, è stata premiata una fetta di pubblico, le giovani famiglie con figli, che prima facevano fatica a venire».
«ORDINE E LAVORO DI SQUADRA». Alla base della ricetta di questo successo, secondo Oliva, ci sono anche principi molto più semplici. Primo: «Ordine e rispetto del posto. Nel 2012, dopo il restauro, questo luogo ha terminato un “calvario”, e ci è stato consegnato in condizioni ottime. Chi lavora qui, a cominciare da me, si sente ed è responsabile dell’immagine elevata di questo patrimonio. Diamo molta attenzione alla pulizia del sito, alla manutenzione di tutto il contesto, compresi i parcheggi esterni, e seguiamo con scrupolosa attenzione durante la giornata la condizione di ogni parte della villa. Chiaramente tutto questo parte dalla direzione: parlo costantemente con chi lavora qui. Controllo con cura i fogli della presenza, lo stato del posto e faccio notare continuamente quello che manca. È il direttore del museo che dev’essere una buona macchina organizzativa, e se può deve anticipare il problema e la sua soluzione». Poi aggiunge sorridendo: «Dice che sembriamo la Svizzera? Forse. Svizzera made in Sicilia: la verità è che tutti lavoriamo con molta passione».
«PERSONALE DISPONIBILE». Un secondo fattore sono le numerose attività organizzate. Non solo l’offerta di un parco scuola, con diversi itinerari tematici differenziati per età, e con materiali didattici disponibili agli insegnanti già prima della visita: la villa del Casale ha anche prolungato gli orari di apertura e durante l’estate, nei weekend, è visitabile anche di sera, fino alle 23.30: ciò ha richiamato molti altri visitatori (alle aperture notturne sono anche stati abbinati spesso eventi culturali, come rappresentazioni teatrali, musicali e di danza). Spiega Oliva, «l’apertura straordinaria è stata accolta con molta disponibilità dai 25 custodi». Nessuna richiesta di staordinari, né scioperi: sembrerebbe un dato scontato, ma non lo è. Oliva aggiunge un terzo fattore di successo: «Un’ordinata gestione di biglietteria e obliterazione. Solo chi ha davvero titolo per entrare gratuitamente lo fa, chi ha il biglietto entra una sola volta».
«NON SPENNARE IL TURISTA». Per Oliva per proseguire lo sviluppo di questa industria culturale serve solo «un percorso di condivisione con la città. Sono importanti anche le altre realtà locali, dal commerciante all’albergatore al ristoratore, se condivide l’obiettivo di dare un buon servizio al turista, perché solo con un’offerta di qualità si cresce. Si deve fare un passo avanti rispetto alla vecchia mentalità di “spennare” lo straniero con prezzi rincarati e servizi peggiori. Al contrario, noi dobbiamo trattare bene il turista, in un sistema di efficienza, ordine e pulizia, perché lui – esattamente come noi italiani quando siamo in visita fuori – fotografa immediatamente ciò che non va, e non ritorna più».
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
la rinascita? a chi gestisce tale sito dargli in gestione anche caserta, pompei e i fori imperiali. e per i loro dipendenti abolizione dell’art. 18.