Il Natale che arriva e il miracolo della pace

Di Raffaele Cattaneo
21 Dicembre 2024
Un evento reale che può cambiare la vita di tutti e speriamo anche quella degli ucraini. Sembra, infatti, che si sia aperto qualche spiraglio per far tacere le armi
L'esercito di Zelensky combatte a Bakhmut, in Ucraina

Il famoso filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein diceva: «Il cristianesimo non è una dottrina, non è una teoria di ciò che è stato e di ciò che sarà dell’anima umana, bensì una descrizione di un evento reale nella vita dell’uomo».

Tra pochi giorni sarà Natale e quello di cui facciamo memoria è un evento reale nella storia dell’umanità, un fatto accaduto realmente con la pretesa di portare con sé quanto di più impensabile e indicibile ci possa essere per la logica umana ovvero che Dio si sia è fatto uomo. Questa irruzione di Dio nella storia degli uomini è avvenuta nella forma più straordinaria, ovvero non la comparsa di un Dio trionfante ma un bimbo che nasce povero in una mangiatoia. È così che Dio si è fatto un uomo come noi.

Tracce di fatto cristiano

Certo, molti obiettano sulla veridicità storica di questo fatto, anche se pochi personaggi storici possono vantare così tante testimonianze nelle fonti al punto che se dovessimo mettere in dubbio l’esistenza di Gesù dovremmo mettere in dubbio la storicità di buona parte di tutto quello che conosciamo del mondo antico. Molti di più obiettano sul fatto che se Gesù è esistito è stato un grande uomo ma certo non il figlio di Dio. Eppure, non possiamo celare che questo evento reale nel tempo si è dimostrato così efficace da suscitare una speranza in grado di cambiare la storia, come è avvenuto in questi 2000 anni.

Personalmente continuo a sorprendermi nel trovare le tracce del fatto cristiano in così tanti luoghi nel mondo diversi fra loro e forse accomunati proprio solo dalla fede in Gesù figlio di Dio. Soprattutto un evento reale che è tuttora in grado di cambiare la vita di chi si lascia sorprendere e incontrare da lui. Questa, a mio avviso, è la più grande conferma della eccedenza nell’avvenimento di Cristo di ciò che possiamo ricondurre a fattori umani. Il mio augurio per questo Natale sta proprio nel fatto che ciascuno possa sperimentare, in particolare in questo anno giubilare, quanto ciò di cui stiamo parlando non sia una dottrina o una teoria ma un evento reale che può cambiare la vita di tutti, compresa la tua.

Il coraggio della pace

Voglio leggere un parallelo tra questa riflessione e quanto in questi giorni sembra accadere sorprendentemente, ovvero il prefigurarsi di una prospettiva di pace in Ucraina. Sia le dichiarazioni di Zelensky sia quelle di Putin, in queste ultime ore, aprono uno spiraglio. Forse davvero l’Ucraina è stanca della guerra e anche la Russia con le sue oltre 600.000 vittime accertate ha bisogna di una soluzione pacifica. Bisognerebbe domandarsi se c’era bisogno di pagare un tributo di sangue così alto per rendersi conto della inutilità della guerra e della necessità di un accordo. Un accordo presumibilmente non molto diverso da quello che si poteva ipotizza quasi tre anni. Il fatto che la prospettiva della pace compaia e inizi a prendere forma proprio in questi giorni natalizi, a mio parere, è un segno della speranza che il Natale porta con sé, per tutti gli uomini e per tutti i popoli.

Il mio augurio, dunque, per l’anno che comincia è che possa al più presto essere un anno in cui tacciano le armi e prevalga, grazie alla saggezza degli uomini e al contributo di Dio il coraggio della pace. Serve più creatività, più intelligenza e più forza ma dentro l’evento che il Natale è in grado di donare.

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