Il mostruoso scandalo giudiziario che alimenta il “business” degli affidi minorili

Di Maurizio Tortorella
23 Marzo 2015
La onlus “Finalmente Liberi” accusa: 205 giudici onorari, “cittadini Benemeriti” che ogni giorno decidono sull’affidamento di bambini ai centri per la protezione dei minori, dipendono da quelle stesse strutture

bambino-shutterstock_46626301Pubblichiamo la rubrica di Maurizio Tortorella contenuta nel numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)

È lo scandalo giudiziario più sommerso d’Italia, ma è anche quello che (probabilmente) sta creando i disastri peggiori. Nei nostri 29 tribunali per i minorenni e nelle corti d’appello minorili operano un migliaio di magistrati “onorari”. Tecnicamente vengono definiti “privati”: la legge (una norma del 1934 e una riforma del 1956) prevede che siano “cittadini benemeriti”, esperti di psichiatria, psicologia, pedagogia, sociologia, biologia. Vengono retribuiti in base all’attività che svolgono: camere di consiglio, udienze camerali…

Il ruolo dei giudici onorari, al contrario di quanto avviene nei tribunali civili, ha esattamente lo stesso peso di quello dei magistrati di carriera. Ed è un peso elevato, perché in ogni tribunale minorile le corti sono composte da due giudici togati e da due onorari; in corte d’appello da tre togati e due onorari. Ed è proprio qui che si accende lo scandalo. Perché “Finalmente Liberi Onlus” (facebook.com/finalmenteliberionlus), organizzazione che da 2 anni si batte per la tutela dei minori, spesso sottratti alle famiglie d’origine con eccessiva facilità, ha lungamente indagato sui giudici onorari e ha scoperto che 151 nei tribunali, più 54 nelle corti d’appello, operano in totale e palese conflitto d’interessi. È così perché questi 205 giudici, che ogni giorno decidono sull’affidamento di bambini a una casa-famiglia, o a un centro per la protezione dei minori, dipendono da quelle stesse strutture. In molti casi hanno contribuito a fondarle, ne sono azionisti, fanno parte dei loro consigli d’amministrazione. Contribuiscono, insomma, a fornire la tristissima “materia prima” che serve a far funzionare i centri che hanno creato, o per i quali lavorano.

Un paio di miliardi l’anno
È evidente l’incongruità e la gravità della situazione: il 20 per cento circa dei magistrati minorili italiani ha un qualche interesse diretto (ed economico) a che i bambini finiscano in un centro d’affido. Un centro che per quei bambini, dagli enti locali, incassa una retta giornaliera a volte elevata. Finalmente Liberi ha individuato più casi dove la tariffa supera i 400 euro al dì.

Il business è davvero notevole. Perché in Italia i minori allontanati delle famiglie sono davvero molti. E sono purtroppo gestiti senza alcuna trasparenza. Nel 2010 il ministero del Lavoro e delle politiche sociali condusse il primo e forse unico studio approfondito sulla questione e scoprì che al 31 dicembre di quell’anno i bambini e i ragazzi portati via dalle loro famiglie erano 39.698. Ma quella statistica è sicuramente approssimata per difetto: Finalmente Liberi stima che siano più di 50 mila. Si può pertanto ipotizzare che alimentino un “mercato” potenziale da 1 o 2 miliardi di euro l’anno.

È evidente che non tutte le strutture dell’affido minorile hanno caratteristiche speculative. Al contrario, la maggioranza di loro svolge certamente un ruolo positivo, di reale protezione dei minori in situazioni difficili: criminalizzare l’intera categoria sarebbe sbagliato e profondamente ingiusto.

Resta il fatto che tra i giudici onorari i casi di conflitto d’interessi sono davvero troppi, eppure nessuno sembra accorgersene. Il Consiglio superiore della magistratura (Csm) ha più volte emanato circolari nelle quali indica i criteri di incompatibilità dei giudici. Ma quelle circolari restano inascoltate, come gride manzoniane. Gli stessi tribunali dei minori dovrebbero sorvegliare, ma in realtà non lo fanno. Ora Finalmente Liberi sta per denunciare i casi che ha individuato e certificato. Si vedrà se il Csm avrà il coraggio d’intervenire. Se il Garante dell’infanzia farà qualcosa. E se il ministero della Giustizia metterà fine a questo scandalo.

@mautortorella

Foto bambino da Shutterstock

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18 commenti

  1. Rolando

    Scusate ma io parlavo della mia personale esperienza (che è piccola rispetto a tutta la realtà del mondo sociale).
    Non ho detto che è tutto bello sappiamo che esistono situazioni orrende es. vedi Forteto che pagherà (spero) per ciò che ha fatto.
    Alcune situazioni (tante) non sono sistemabili nelle poche famiglie che fanno accoglienza.
    Esistono, di questo sono certo, molti assistenti sociali che lavorano bene, cioè per aiutare minori e famiglie a recuperare un rapporto. Molti altri (assistenti educatori giudici) possono lavorare male, altri addirittura delinquere, ma non credo siano la maggioranza.
    Sul bene (amore?!) degli educatori per i ragazzi accolti “ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare…” È una battuta ma tante volte (non poche volte) abbiamo assistito a gesti di amore gratuiti e veri.
    Possiamo solo lavorare e combattere perché le esperienze positive si dilatino, “lasciando a Dio gli adempimenti”. Buona giornata!

    1. giovanna

      Sì, è vero, Rolando, anche io ho visto degli operatori sul campo molto in gamba ( decisamente meglio, un milione di volte meglio che le coppie di due uomini o due donne che vorrebbero sostituirsi ai genitori , per questi figli sfortunati , nonostante il turn-over, nonostante tutto ! ), ma l’impressione che alcuni “prelevamenti” si potessero evitare con un sostegno economico alla famiglia in difficoltà ( non avere un euro che è uno, non facilità l’educazione di un bambino ! ) , l’ho avuta, non posso negarlo.

      E concordo con Ale, la stessa cifra che serve per mantenere tutta la baracca ( scusa, eh, parlo da esterna ! ) , nella mia regione dicono siano 100 euro al giorno !, consentirebbe di consentire l’affido a più famiglie di quelle che sono disponibili oggi !

      Poi, certo, è giusto non fare di tutta l’ erba un fascio !
      Mica è vero che tutte le case-famiglia sono in orbita PD ! Ma quasi !

    2. “GIUSTO SIG. ROLANDO!!! il fatto che lei si sia espresso sulla sua “POCA ESPERIENZA” in quanto mi/ci da la possibilità di “CONSIGLIARLA” di approfondire “le sue conoscenze in merito”” prima di pronunciare simili “SPROLOQUI” poiché quelle che lei definisce “la mia esperienza personale” (anche volendole concedere il “beneficio del dubbio”) cosa a cui personalmente non credo IO,(e non solo) l’ho vissuta sulla mia pelle e le posso assicurare che è una cosa nient’affatto piacevole per cui non non sono/siamo affatto disposti ad accettare o subire le sue (quantomeno) “IPOCRITE” affermazioni.per cui la invito quantomeno a tacere.

  2. Rolando

    Buonasera, mi permetto di intervenire sull’articolo relativo al “mostruoso scandalo giudiziario” dei minori accolti in Comunità educative, case famiglia, ecc… del Dott. Tortorella. Io sono il responsabile di una di queste strutture (però sono buono…) ed ho una esperienza limitata, oggi accolgo il minore numero 207: marocchino scappato da una struttura siciliana. Domani probabilmente scapperà anche dalla mia ed io non potrò fare niente per fermarlo, per fargli capire che forse è meglio stare e provare a ricostruirsi una vita…
    Nel mio lavoro posso dire di aver visto due o tre volte un giudice che indica una specifica struttura: indicava la mia. Questo semplicemente perché i minori in questione erano già stati accolti in regime di emergenza da noi e quindi confermava una situazione esistente. La formula normale che si trova sulle ordinanze o sui decreti è “si affida pertanto il minore al servizio sociale con mandato di ricercare idonea sistemazione…”. Certo forse io sono ingenuo ma, conosco anche altre strutture che più o meno lavorano nel campo: spesso con i colleghi si parla male dei tribunali, o dei servizi sociali o della ASL, o di tanti altri, ma non ho mai sentito voci relative a quanto viene riportato nell’articolo del Dott. Tortorella. Certo, questo non significa che non esistono queste situazioni ma forse non sono così estese come viene lasciato intendere.
    Altra questione che mi pare eccessiva è l’idea, che l’articolo fa passare, che i minori vengano strappati alle famiglie per il semplice fatto che queste ultime non hanno il denaro per assicurare una vita dignitosa ai figli. La legge italiana impedisce questo! La condizione di bisogno economico non è mai una ragione sufficiente per procedere al collocamento dei minori in apposite strutture. Esiste invece un mare di situazioni in cui i minori si trovano in reale pericolo. Non faccio l’elenco perché mi fa male, ma tra famiglie sfasciate, genitori tossicodipendenti, abbandoni di tutti i tipi spesso ci troviamo ad accogliere ragazzini (o addirittura bambini) distrutti nella loro umanità. Non potrebbero andare in una famiglia? Certo molto volentieri, a patto che la si trovi, che sia disposta ad accogliere due o tre fratelli – o come è capitato a me – cinque fratelli tutti insieme. Va bene la famiglia, ma spesso essa si deve preoccupare anche delle relazioni con la famiglia di origine che, in molti casi, vuol dire accollarsi anche la situazione non facile dei genitori naturali (quando ci sono).
    Io non sono proprio sicuro che esista questo mostruoso scandalo. Certo ci sono degli scandali, inadempienze, incapacità, ottusità, ma che dei giudici stiano lì a riempire strutture di cui sono anche responsabili mi sembra esagerato. Anche perché la decisione dell’affidamento è presa nella camera di consiglio e non da un solo giudice e, ripeto, di solito i minori sono affidati ai servizi sociali i quali a loro volta scelgono la struttura. (Sono un vecchio abbonato di Tempi e, come si può immaginare, non nutro particolari simpatie per i giudici).
    Il costo di un minore in una struttura varia da 70 euro (mi pare in Lombardia) a 80 / 90 euro (Toscana e altre regioni) al giorno: vi assicuro che non è molto. Ci sono strutture da 400 euro al giorno ma forse state parlando di comunità terapeutiche / riabilitative che accolgono ragazzi con disturbi psichiatrici non gestibili da una normale comunità (tanto meno da una famiglia!).
    Grazie a Dio ci sono anche famiglie che fanno l’esperienza dell’affido e credo che quando è possibile si faccia di tutto per favorire questa soluzione. Noi come struttura lo facciamo regolarmente. Deve essere chiaro però che ci sono molti casi in cui questa soluzione non è percorribile. Mi dispiace che Tempi caschi in un dibattito che credo sia più ideologico che reale. In rete esistono comunque un sacco di dati sulla situazione minorile in Italia e all’estero: si può facilmente venire a sapere che il nostro paese è uno di quelli che ricorre meno alle strutture di altri, come ad esempio Germania e Francia.
    Se dovessi rischiare di perdere il lavoro per mancanza di minori… bè personalmente farei una festa e i miei colleghi educatori sono bravi e nel campo del sociale ci sono buone possibilità, anche al di fuori delle comunità per minori. Grazie.
    Rolando Zanon ([email protected])

    1. sanaa

      Ma fammi il piacere va…. e dimmi in che pianeta vivi che voglio venirci anch’io

    2. Egr.sig.Zanon sono oltre 20 anni che sono (ANZI ero poiché sono ormai all’epilogo) in lotta con i S.S. ed il T,M.di Brescia, premesso che non credo minimamente alla sua “presunta ingenuità”(poiché lei di questo ambiente ci vive) ne alla “buona fede” dei giudici poiché alla luce del pregresso, i più onesti di questi (quando non per interessi personali o di “casta”) agiscono con metodi precostituiti atti a seminare “Terrorismo Psicologico” allo scopo di instaurare un rapporto di sudditanza con quanti malcapitati cittadini incappano nelle loro maglie attraverso le relazioni mendaci e diffamatorie dei S.S. (di cui sono complici consapevoli) ma che (ci creda o meno) dove le posso assicurare che oltre alle mie denunce di palesi inefficienze di questi ultimi,delle vessazioni, intimidazioni e ricatti subiti non esistono altri motivi (se non il voler affermare il loro potere assoluto) per cui dal pregresso non ritengo di dover dimostrare più niente a nessuno in quanto sono giunto alla determinazione di rinnegare non riconoscere e non riconoscermi in questo tipo giustizia, e quindi ho deciso di optare per la “Vendetta Personale” contrariamente alle sue affermazioni le posso assicurare che: (1) I miei figli (e le parlo di 6 su 8) sono stati “PERSEGUITATI” solo in conseguenza della mia mancanza di ipocrisia e del mio carattere in quanto per indole non ho mai accettato (ne potrò mai farlo) di subire vessazioni o ricatti di nessun genere e da nessuno,”cosa che hanno e stanno pagando loro” contribuendo ad incrementare i profitti e gli interessi del malaffare e di quanti “sulla pelle dei bambini” ci speculano nei modi più disparati.

    3. Ale

      @Signor Zanon Rolando..forse essendo di parte magari non so astenersi?! Infine le chiedo sa niente di come si è conclusa la vicenda della Comunità di Case famiglia adozioni Il Forteto in Toscana? Sembra e dico sembra che il responsabile della struttura avesse avuto una condanna per violenza sessuale negli anni ’70 e nonostante ciò il Tribunale di Firenze l’ha ritenuto un soggetto affidabile per gestire una comunità di case famiglia dove se vero quanto raccontato da alcuni ragazzi da lì fuggiti ..ecco schifo ma schifo tanto. Poi non ho saputo più alcunché ma con i tempi biblici dei nostri tribunali andrà tutto in prescrizione. Mi chiedo se fosse vera la condanna per violenza e come fosse stato possibile ad un soggetto con tale condanna, se vera e reale, essere ritenuto idoneo a dirigere un tale istituto dal Tribunale dei Minori di Firenze. Infine mi permetto di dissentire sull’ultima sua frase perché, tale lavoro, viene creato. Nel senso che bambini in famiglie critiche con genitori assenti non vengono mai dichiarati adottabili se non quando ormai grandicelli..conosco solo una famiglia che è riuscita a trasformare un affido in adozione ma con agganci ottimi, tanti anni fa ed invece conosco famiglie indigenti ma comunque attente ai bambini che rischiano di perderli, destinazione case famiglia. Infine sappiamo tutti fin troppo bene che il flusso di migranti vi sta creando lavoro a bizzeffe e quindi stipendio sicuro e non credo che ci sia qualcuno con mutuo e propria famiglia che rinunci volentieri a simili “certezze”..infatti avete le comunità di accoglienza per minori e per maggiorenni. Ho contatti di lavoro e so che un trascorso nel PD, o buoni contatti, lo hanno in tanti. Per cui le possibilità di lavoro lo so che ci sono, per carità son create e mantenute. Ciò che stiamo dicendo è che forse sarebbe meglio lasciare i bimbi con i propri genitori, se affidabili ed aiutarli se indigenti, ma laddove ci sono situazioni di abbandono i bambini vanno tolti subito e non traccheggiati fino all’età di 10-12 anni, a quell’eta’ chi li adotta? Due santi?! Infine i migranti smettete di andarli a raccogliere in Africa dando del razzista a chi è contrario ad un buonismo ipocrita che vive di flussi di soldi e quindi è ipocrita. Infine lei dice chi adorerebbe 4-5 fratellini?? Ebbene ci sono persone che lo hanno fatto con le “adozioni internazionali” . Tuttavia mi chiedo perché debbano indirizzare sempre verso le adozioni internazionali appena contatti un a Tribunale dei Minori??? Sicuro che sareste felici di vedere quei bimbi o con i propri genitori naturali, aiutati economicamente (70 euro al giorno non sarebbero poche per bimbo anche ad una famiglia naturale), oppure con due genitori adottivi e quindi con sempre gli stessi adulti e non con “quello di turno mattina, pomeriggio o notte” che poi staccano e vanno dai “propri figli naturali o adottivi”. Con gli educatori alias assistenti sociali non ci sarà mai e poi mai il calore di una famiglia, perché per loro quel minore è “lavoro e quindi reddito”. E per prevenire Burn out non può esserci altro. Non prendiamoci in giro, please.

  3. Jens

    I magistrati minorili stanno seguendo alla lettera i consigli dell’on. Razzi: amico caro, fatti una famiglia tutta tua, manda i bambini da adottare in strutture tutte tue, dove ci fai la crana, la crrrana!!

  4. Giannino Stoppani

    Due genitori son dovuti salire sul battistero del duomo di Pistoia minacciando di uccidersi per riavere i propri figli.
    Basterebbe dare a loro anche un terzo dei quattrini che si cuccano le case famiglia per risolvere ii problemi di molte famiglie con grande risparmio della P.A., ma siccome ci sono lerci interessi economici e politici (stipendi da assicurare a chi gli dà il voto)…
    Roba che grida vendetta…

  5. giovanna

    Mah, devo dire la verità, qualche sentore di stranezze in questi affidi a case-famiglia , nella mia esperienza di un po’ di anni fa, l’avevo avuto. Soprattutto, a fronte di alcune situazioni che con meno della metà dei fondi richiesti dalla casa-famiglia si sarebbero sostenute bene lasciando i minori in famiglia. Vedevo anche gli operatori dilaniati dal bisogno che avevano di “ospiti ” per non chiudere baracca e burattini ( c’è un giro impressionante di personale in queste strutture , a regola di legge, con orari ferrei a turni di circa 8 ore, festivi, notturni ecc e compresenze necessarie ecc ecc ) e il rendersi conto che alcuni bambini sarebbero stati meglio sostenuti nella loro famiglia d’origine o in un’altra famiglia che li accogliesse.

    1. Barbara R.

      Io non quale sia, o sia stata la sua esperienza nel campo, io sono una assistente sociale e le assicuro che prima di toglierebbe un minore alla famiglia ci devono essere dei gravi problemi famigliari. Forse lei puó citare qualche esempio, anche per capire dalle persone che vivono queste situazioni le vere criticità.

      1. Alla larga!

        Se sei genitore di un minore forse ti interessa sapere che:
        – L’attuale procedura consente al Tribunale per i Minorenni di decretare la sospensione della potestà genitoriale ad uno o entrambi i genitori, dietro segnalazione di un qualunque operatore scolastico, sanitario, sociale.
        – Qualunque comportamento o atteggiamento anche verbale al di fuori della “norma”, manifestato da tuo figlio – chiusura caratteriale, difficoltà ad interagire con i coetanei, eccessiva aggressività, momentanea inappetenza, linguaggio sboccato, precoce gestualità sessualmente connotata, lamentazioni per rimproveri ricevuti – oppure un aspetto esteriore troppo grasso o troppo esile, può essere interpretato come sintomo di disagio causato da abusi sessuali, maltrattamenti o trascuratezza subiti in famiglia Quando tale “sospetto” si affaccia nella mente degli anzidetti operatori, essi, per legge, sono tenuti a segnalare il caso al Tribunale per i Minorenni senza l’obbligo di verifica preventiva con i genitori.
        – Nei casi di separazione/divorzio conflittuale la segnalazione è effettuata perlopiù dal genitore affidatario (nel 93% la madre) che, su consiglio di consulenti legali senza scrupoli, utilizza l’apparato giudiziario per far allontanare l’altro genitore dalla vita del figlio, al fine di gestire gli affetti di quest’ultimo in maniera esclusiva e/o per consumare vendette. Se e quando emerge l’infondatezza della segnalazione e l’intento strumentale, spesso anche questo genitore viene considerato “inadeguato” e privato della potestà, senza peraltro il reintegro e la riabilitazione di quello ingiustamente accusato.
        – La sospensione può essere decretata senza alcuna previa consultazione del genitore “sospetto” di abusi sessuali, maltrattamenti, trascuratezza abbandonica e consiste nell’allontanamento coatto del/i figlio/i da uno o entrambi i genitori; in quest’ultimo caso la prole viene forzosamente prelevata dall’abitazione o da scuola e collocata presso un Istituto di Accoglienza. Gli Assistenti Sociali subentrano nella totale gestione del minore, spesso senza fornire adeguate informazioni ai genitori cui viene talora concesso un “diritto di visita ” settimanale. Molti hanno perso i contatti per anni con i loro figli, istituzionalizzati in altre città o in luoghi di cui non viene fornita localizzazione.
        – Generalmente il decreto di sospensione emesso dal Tribunale è provvisorio: ciò non consente ai genitori di ricorrere in Appello. Tale provvisorietà può protrarsi per diversi anni, nel corso dei quali non esiste alcuna possibilità di contraddittorio e difesa dalle accusa che hanno determinato il provvedimento. Non vengono accolte prove a discarico, non vengono sentiti testimoni: valgono esclusivamente le insindacabili relazioni degli assistenti sociali e le perizie dei consulenti psichiatrici, perlopiù adeguate alle aspettative del magistrato che ha conferito l’incarico .
        – Quando infine il Tribunale per i Minorenni prende una decisione, il minore ha le seguenti possibilità: o le iniziali segnalazioni si rivelano infondate e rientra in famiglia psicologicamente massacrato, oppure la sua famiglia viene dichiarata inadeguata dagli “esperti” e posto in stato di adottabilità. Da quel momento perderà ogni contatto con i suoi genitori e se nessuno lo adotta resterà in Istituto fino alla maggiore età. Oppure passerà da una famiglia affidataria all’altra come un pacco postale, senza che nessun Tribunale tenga conto dei legami affettivi nel frattempo instaurati.
        – Ad oggi sono collocati presso gli Istituti di Accoglienza Italiani circa 30.000 minori. Di cui un terzo figli di genitori separati/divorziati. Per ciascuno minore il Comune di appartenenza versa una quota di 100-150 EURO giornaliere, per un totale complessivo annuale di circa 1000 MILIONI di euro a carico della collettività ( fonte Osservatorio Nazionale Famiglie Separate – Gesef)
        – dal varo della legge 285 del 1997 che stanzia annualmente centinaia di miliardi per garantire e tutelare i diritti dell’infanzia, si sono moltiplicati in quantità industriale i Centri di Accoglienza per Minori, i Centri di Trattamento per il Disagio Minorile, i Centri per la Mediazione Familiare, finanziati appunto con detti fondi pubblici.
        – Per vigilare su minori presunti “disagiati”, l’apparato dei Servizi Sociali Territoriali ha assorbito negli ultimi anni decine di migliaia di operatori, formati professionalmente e retribuiti con fondi pubblici, che non avrebbero altrimenti ottenuto alcuna collocazione nel pubblico impiego.
        – Un esercito di avvocati e di psicologi, che non troverebbero altrimenti spazio sul mercato del lavoro professionale già saturo, traggono dalle conseguenze giudiziarie della conflittualità tra ex coniugi e del disagio minorile una inesauribile fonte di prosperoso guadagno.
        – La conflittualità tra ex coniugi abilmente alimentata e il disagio minorile abilmente mistificato legittimano la crescente e devastante intrusività della magistratura nella sfera più intima di un essere umano: gli affetti familiari. Con procedure di dubbia costituzionalità che ottengono il pubblico consenso grazie all’allarmistico ed ossessivo clima di pericolo volutamente creato intorno alla fascia minorile. Una tensione sociale che, ben lungi dal garantire la reale tutela dei minori da qualsivoglia pericolo, ha invece prodotto nell’ultimo anno ottanta tragedie di omicidio/suicidio.
        – Gli enormi interessi economici che ruotano intorno alla “tutela del minore” determinano altresì lobbies di potere, serbatoi di voti, e condizionamenti politici.
        Un business di cui i minori da “tutelare” sono in realtà vittime indifese
        TUO FIGLIO POTREBBE ESSERE LA PROSSIMA VITTIMA!

        pubblicata su Facebook da Annamaria La Santoro

      2. giovanna

        Che le devo dire, ho avuto dei bimbi in affido anni fa e frequentando, prima e durante, queste case-famiglia, ho avuto l’impressione che il budget assegnato potesse giustificare casi non proprio limpidissimi.
        Cioè, quello di cui si parla nell’articolo : può essere un business, con tutti gli stipendi che vengono assicurati, dai !
        Almeno 4 operatori che ruotano nella giornata, più quelli stipendiati per ferie e nel fine-settimana, il responsabile esterno, e in alcuni periodi erano più gli operatori che i minori in affido alla casa-famiglia !
        E con la metà , anche con la metà della metà della spesa per bambino, si poteva aiutare la famiglia a superare il momento problematico , che indubbiamente c’era, ma senza dubbio aggravato dalla povertà.

        1. giuliano

          Questa è la pura verità.

      3. Ale

        @ Barbarella come sei sgrammaticata..

      4. CERTO!!!. (e per eliminare ogni possibilità di smentita) le porto ad esempio “il mio caso personale”.
        Nel 1997 in una relazione al T.M. di Brescia, dopo essere stato definito da una sua collega(Cito Testuali Parole): “Nonostante la complessità della problematica il padre è riuscito ad affrontare e risolvere adeguatamente il problema” con il conseguente decreto di sospensione della patria potestà della madre e “l’affido Esclusivo al padre con il compito ai S.S. di assisterlo e supportarlo. Dopodiché per 2 anni il vuoto assoluto fino a quando non ho avuto l’ ardire di “contestare l’ incapacità e l’ inefficienza di tali servizi, a seguito di questo con le loro “Calunniose relazioni” e con la complicità del suddetto T.M.(in quanto non ho mai voluto piegarmi alle loro imposizioni ed ai loro ricatti) hanno fatto emettere un decreto di adottabilità nei confronti dei miei 3 figli gemelli definendomi “GENITORE INADEGUATO”.

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