
«Il modello europeo di welfare è un disastro. E Obama vuole importarlo in America»
Barack Obama maschera le vere ragioni per cui teme il tracollo dell’Unione Europea. «Il fallimento del modello europeo al quale lui si ispira lascia la presidenza democratica nuda, senza una proposta credibile». A dirlo è Arthur Brooks, ideologo e dirigente del American Enterprise Institute, punto di riferimento per la campagna elettorale repubblicana, intervistato da Massimo Gaggi sulle pagine odierne del Corriere della Sera.
Il tema è l’assistenzialismo, modello di statalismo più comune in Europa e che Obama cerca di trasportare negli Usa, soprattutto attraverso l’Obamacare, la contestata e approvata riforma sanitaria che prevede l’obbligatorietà dell’assicurazione sanitaria. Sul sistema di “welfare” europeo, che tanto piace ad Obama, la polemica di Brooks è aspra: «Importarlo porterebbe anche l’America al disastro: per questo ci sentite così animosi. Per questo siamo duri contro Obama. E non è solo una questione economica: almeno il vostro “welfare”, costosissimo e insostenibile, fosse servito a far sentire i popoli soddisfatti. E invece no: lo Stato-balia ha reso la gente ancor più infelice».
«Qui parliamo di un presidente che non riesce a capire – continua – che il successo dell’America e la sua superiorità morale sono frutto della libertà e dello spirito d’impresa. Per lui ridistribuire è più importante che creare nuova ricchezza. Parla sempre di interventi pubblici, ha in mente uno Stato socialdemocratico. Non è sovietico, d’accordo. Ma è svedese. Per lui “fair”, giusto, non è premiare chi osa ma garantire con le tasse un livellamento dei redditi. È la malattia che sta uccidendo Grecia e Spagna, e che lambisce anche l’Italia».
Poi un affondo su Italia e Spagna: «Se è lo Stato a doversi occupare dei vecchi e anche dei giovani, non ti senti responsabile, tiri i remi in barca: ecco la mentalità assistenzialista. Un aiuto alla famiglia? Macché, addirittura la indebolisce: Italia e Spagna, culle del cattolicesimo, hanno i più bassi tassi di fertilità d’Europa. E lo dico da cattolico».
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3 commenti
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Obama (13 luglio): “se abbiamo un’impresa, se abbiamo successo e siamo ricchi forse non dipende tutto e solo dalla nostra bravura e intelligenza personale ma anche dal lavoro di altri prima di noi che hanno costruito strade e ponti e dal governo che ha investito nella ricerca su internet per esempio.
Arthur Brooks (14 luglio): “(per i democratici) il successo è il risultato di uno sforzo collettivo. I conservatori preferiscono invece credere che il succeso derivi dallo sforzo dell’inviduo….. Ciò che muove la libera impresa e tutto il sistema capitalista non è l’avidità, ma il desiderio del meritato successo personale”.
Ora mi chiedo quale di queste due visioni della società e dell’individuo vi sembra più vicino all’ideale cristiano (tanto per intenderci quello della fratellanza, del “beati gli ultimi che saranno i primi”, della scenata davanti ai mercanti nel tempio, eccetera, eccetera)?
Risposta sbagliata!!
I ciellini americani appoggiano il calvinista Brooks e voteranno Romney.
Perchè? Ancora per quella storia della pillola e dei matrimoni gay appoggiati da Obama?
IL PARTITO DI OBAMA O I REPUBBLICANI, ADESSO CAPISCO PERCHE TANTISSIMI AMERICANI NON VANNO A VOTARE!
io da cattolico mi domando come si possa preferire investire sulle armi e non assicurare una sanità per tutti. visto che esiste una regione in cui la sanità è un modello, sia per efficienza che per costi, mi domando quei poveracci di americani che non possono permettersi l’assicurazione sanitaria o che la perdono se perdono il lavoro sono colpevoli di essere poveri?