
Il Campione misterioso numero 2 ha giocato in Italia. Ma chi se lo ricorda?
Continua la Confederations Cup e continua il gioco di Tempi del campione misterioso. Ieri ad indovinare il profilo di Guillermo “Memo” Ochoa era Marco Leoni, oggi si riparte con un nuovo giocatore. Ricordiamo che per partecipare occorre inviare inviare il nome e cognome del campione misterioso all’indirizzo [email protected], scrivendo nel campo oggetto “campione misterioso”. In palio c’è un’intervista con Tempi, in cui potrete raccontare le vostre gesta sportive sui campetti di periferia.
Terra di mandriani e immigrati europei, di compagini sportive internazionali e immortali, treccine, “no look” e dentoni famosi. È nato qui il Mister X di oggi, condividendo i natali con un famosissimo collega, l’uomo del doppio passo per antonomasia, visto giocare pure in Italia. Peccato che con lui si spartisca soltanto la città di nascita e la professione. Per tutto il resto è diverso: ruolo di gioco, età, carnagione, squadra tifata, colore bandiera, capigliatura, ambizioni sportive…
E ovviamente anche il nome. Che se per il concittadino più noto suona dolce e ammiccante, per lui è invece qualcosa di lungo e complesso da pronunciare, essendo faticoso pure capire dove mettere l’accento. Ah, ci scordavamo, un’altra cosa che li accomuna però c’è: come il suo collega, anche lui ha giocato in Italia. Non che sia stato particolarmente fortunato, avendo trovato poco spazio in una squadra, quell’anno, abbastanza disastrata. Era arrivato in prestito, ha messo insieme una decina di presenze o poco di più, dopo di che se n’è andato senza lasciare il segno. A parte ovviamente il cognome, rimasto impresso nella testa dei più attenti proprio per la sforzo che ci voleva a dirlo, da fermarsi a metà e riprendere fiato.
Meglio andare quindi a sfidare la sorte da altre parti, in campionati minori però in crescita, in squadre magari meno conosciute che però in patria riescono a correre come treni e per lo meno giocarsi il titolo nazionale, e forse mettere insieme pure qualche gettone da spendere in Champions League. Questa è stata la scorsa stagione di Mister X, che però pure qui non ha dato gli esiti migliori concludendosi abbastanza in sordina a fine stagione. Il ragazzo poi ha fatto le valigie e ha ripreso l’aereo. In mano il biglietto per nella squadra che gli ha offerto i natali calcistici, in borsa il sogno di poter seguire le orme del padre, carbonaro per diversi anni a fine millennio scorso, giocatore che ha pure vestito qualche volta la maglia della nazionale e ricordato da quelle parti anche per un singolare episodio accaduto in un derby. Era il 1996 quando vestì la maglia e i guantoni da portiere, per sostituire l’estremo difensore della sua squadra che era appena stato espulso. Ma questa è un’impresa del padre, non del figlio, che ora deve ancora dimostrare a quei tifosi di essere all’altezza del nome che porta. E che ora immagino abbiate capito qual è.
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