Ideologia gender: fantasia o realtà?
Sull’ultimo numero di Internazionale la saggista Lea Melandri sostiene che il Family day dello scorso 20 giugno sia motivato soltanto dal timore più o meno consapevole dei suoi organizzatori di veder minacciata la propria virilità dalle unioni diverse rispetto a quella di uomo e donna.
Una simile idea è sovente utilizzata da quanti ritengono che l’ideologia gender sia una mera fantasia del più bieco conservatorismo cattolico con cui si attacca una comunità, quella LGBTQ, che semplicemente reclama diritti e vuole tutelare la propria identità.
Dal punto di vista dei sostenitori dell’identità di genere non c’è nessuna ideologia, ma soltanto la speranza che l’ordinamento giuridico statale riconosca tutte le loro pretese, cominciando dalla possibilità di costruire la propria identità di genere secondo la propria volontà, senza ancorarla, dunque, né al dato biologico che la determina sessualmente secondo la dicotomia maschile/femminile, né agli stereotipi etici o religiosi di riferimento.
In questa prospettiva tutti coloro che non accettano, per motivi storici, antropologici, scientifici, filosofici, giuridici, etici o religiosi una simile impostazione sono definiti come omofobi o intolleranti.
L’ideologia gender, insomma, sarebbe soltanto lo spauracchio creato dalla classe conservatrice, borghese e clericale come strumento ulteriore di oppressione che impedirebbe alle nuove declinazioni della identità soggettiva di ciascuno di esprimersi liberamente.
Ma è proprio così? L’ideologia di genere è una opera di fantasia? È uno strumento di oppressione di carattere religioso?
Per rispondere occorre chiarire cosa sia una ideologia.
Il termine, nella accezione negativa con cui oggi viene utilizzato, è riferibile a Karl Marx il quale ha chiarito che è ideologia quello iato, quella separazione, fra la dichiarazione espressa e la motivazione segreta e recondita che induce a compiere la dichiarazione.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]L’ideologia, insomma, afferma ciò che la realtà nega e nega ciò che la realtà afferma.
Su questo assunto, appare chiaro che ritenere infondata l’identità di genere non sia una ideologia, specialmente se si chiamano in causa elementi antropologici, scientifici, giuridici, filosofici ed etici.
Semmai, il pensiero che sostiene l’identità di genere è una ideologia, poiché, dietro l’elegante abito indossato da chi reclama diritti si celano gli orrori di chi i diritti li viola impunemente come nel caso dei problemi connessi alla identità di genere, cioè la maternità surrogata, l’aborto contrattuale, la procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo e così via.
Il pensiero dell’identità di genere è una ideologia poiché afferma che non sia unica e determinante la dicotomia sessuata maschile/femminile e perché nega che una tale dicotomia sia strutturante per la persona umana (come invece comprova la stessa biologia).
Il pensiero dell’identità di genere, pur accusando di ideologia chi lo avversa, è esso stesso una ideologia poiché dichiara di reclamare diritti, ma in effetti la motivazione recondita su cui esso si fonda e il fine ultimo che esso persegue, pur nella mancanza di consapevolezza di molti suoi attori, è la negazione del diritto e della civiltà giuridica occidentale così come si è storicamente determinata secondo le reciproche influenze della metafisica greca e del personalismo cristiano.
L’ideologia gender mira a cancellare il dato biologico e l’elemento etico della sessualità, cioè le strutture oggettive, naturali ed inderogabili della persona, per sostituirle con il dato psicologico e l’elemento storico-culturale, cioè con i fattori transeunti ed eventuali dell’esistenza individualisticamente intesa.
L’ideologia gender nega l’unione del corpo e dello spirito affermando all’un tempo la loro disseparazione, facendo del corpo un contenitore modificabile a piacimento e riducendo lo spirito alla mera inclinazione psichica soggettiva.
Oltre queste considerazioni di carattere più strettamente speculativo, si possono citare gli stessi esponenti del pensiero genderista che così confermano circa la propria stessa ideologia e gli scopi che essa, come già detto, reconditamente, come ogni ideologia, persegue in contrasto totale con la realtà.
Sui tanti ed autorevoli rappresentanti citabili, sembra su tutti prevalere Judith Butler che così per l’appunto scrive: «Il genere non rappresenta esattamente quello che si è e neppure quello che si ha […]. Separare il termine genere da entrambi i concetti di mascolinità e di femminilità, significa difendere una prospettiva teorica che sia in grado di spiegare come il binarismo maschile/femminile arrivi ad impoverire il campo semantico del genere. Sia che ci si riferisca a “turbolenza di genere” o “mescolanza di genere”, “transgender” o “genere incrociato”, si sta affermando che il genere si muove ben oltre quel binarismo naturalizzato».
Con tutta evidenza ci si trova dinnanzi ad una ideologia poiché, in quanto tale, si tratta di un pensiero teso a negare risolutamente la realtà per rifondarla secondo un preciso programma “utopistico” di ri-costruzione culturale fondata di volta in volta sul paradigma individualistico del desiderio, su quello soggettivistico dell’inclinazione, cioè, in definitiva, su quello totalitaristico della volontà.
Del resto, così dichiara palesemente la stessa Butler: «Si teorizza lo statuto di costruzione del genere in quanto radicalmente indipendente dal sesso, il genere stesso diventa un artificio fluttuante, con la conseguenza che termini come uomo o mascolinità possono significare con la stessa facilità un corpo di sesso sia femminile sia maschile, e termini come donna e femminilità un corpo di sesso sia maschile sia femminile».
In conclusione, l’ultima prova che il pensiero dell’identità di genere sia una ideologia, la più recente, sofisticata e pericolosa (per la libertà di pensiero e di coscienza) costruzione ideologica dell’ultimo secolo, è costituita dal fatto che proprio coloro che vi militano a favore non pensano che di ideologia si tratti; del resto, con le parole di Nicolas Gomez Davila si può pienamente concordare che «le ideologie sono state inventate perché potesse avere opinioni chi non pensa».
Articoli correlati
22 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
Non so che pensare io so che ci sono molti studi sperimentali sulla nuova ideologia di genere, so che dagli anni 60 alcuni “luminari” stanno facendo ricerche e studi per provare la loro teoria poco poco scientifica che l’essere uomo o donna sia solo una questione culturale…e vabbè pure Darwin si rivolta nella tomba secondo me…è un po’ paradossale direi…anche per chi non è credente ma ha un po’ di cervello per pensare e non farsi condizionare dai media che fanno il lavaggio del cervello alle menti di tutto il mondo può capire che qua c’è un tentativo reale di falsare la realtà delle cose in nome di una parità sessuale che semplicemente non esiste. Poi se parliamo di uguali diritti e doveri delle donne e degli uomini questo è sacrosanto dal punto di vista giuridico e civile… ma ce c’entra con la scienza e la genetica?
https://www.youtube.com/watch?v=2qx6geFpCmA
https://it.wikipedia.org/wiki/John_Money
Gent.mo sottosegretario,
la scuola da sempre concorre alla formazione globale dell’alunno aiutandolo a crescere nel rispetto delle regole e degli altri a prescindere dalle loro scelte e dal loro credo politico e religioso in nome della libertà individuale. Ciò non significa approvare o inculcare agli alunni delle falsità come l’ ideologia gender che sta causando già danni e confusione nei nostri bambini.Concordo con lei, si sia da fare, anche lei ha sperimentato la discriminazione( omofobo….) solo perché ha espresso il suo pensiero. Noi genitori e insegnanti siamo continuamente attaccati da una dittatura ideologica che non ha rispetto del pensiero dell’altro e non solo in questo caso. Ci si chiede di rispettare gli altri ma gli altri siamo tutti. Ribadisca ciò che pensa, denunci tutto ciò che c’è dietro la Cattiva scuola in relazione anche al ddl Cirinnà . Si faccia sentire, lotti per ciò in cui crede. Lo apprezzeremo. Cordialmente
a
L’ideologia gender non esiste in quanto… non esiste!
Non c’è un libro medico o scientifico che tratta questa.. “ideologia”.
Al contrario esiste sicuramente l’ideologia gender come neologismo cattolico,
ovvero esiste come definizione nell’ambito dei movimenti religiosi cattolici.
Gli studi di genere, esistono come letteratura scientifica e mettono in evidenza il modo in cui la società implementa le differenze di genere.
Esistono poi l’orientamento sessuale, l’identtità di genere e il sesso biologico.
Tutti questi elementi vengono descritti e spiegati nell’ambito dell’educazione sessuale, a cui ovviamente la Chiesa è contraria poichè praticamente la smentiscono.
L’educazione sessuale negli ambiti cattolici è stata sempre fortemente repressiva e fonte di disturbi, basti pensarie al legame tra pedofilia e seminari minori che oggi si sta cercando di far chiudere proprio perchè si è dimostrato quanto possano danneggiare lo sviluppo affettivo dei minorenni che li frequentano.
RAIDER
Non c’è nessuna motivazione segreta e recondita nel credere nell’Incarnazione e nella Resurrezione: puoi crederci o no.
Non è cosi. Innanzitutto se sei cattolico devi crederci per forza, in secondo luogo la motivazione alla base della Resurrezione è analoga a quella di tutte le altre Resurrezioni e Mitizzazioni nelle altre religioni.
I seguaci rendono onore al proprio profeta o leader narrandone la vita eterna, è una prassi comune.
L’Incarnazione, ad esempio nell’Eucarestia, è una forma di antico cannibalismo dove l’adepto della setta assume le forze e le virtù “mangiando” il corpo dell’altro.
Anche qui prassi comune ampiamente documentata che la storiografia conosce benissimo, l’importante è esserne consapevoli, in Italia una forte tradizione e i costumi popolari, attentamente mantenuti, impediscono di riconoscere questi meccanismi che peraltro siamo in grado di rilevare nelle altre religioni.
Uno Stato laico che spezza questa catena di tradizionalismi sarà in grado di aprire gli occhi a tanti cattolici.
1) Parlare dell’Eucarestia in questi termini, significa non conoscerla, mi dispiace (per lei).
2) Se il gender non esiste, mi dica a chi si ispiravano i libretti che quel retrogrado del sindaco di Venezia ha eliminato non appena ha avuto la poltrona.
3) A che pro far levare le mutandine ai nostri figli in classe davanti a tutti gli altri se non in nome del gender? 4) Noi i cattolici gli occhi li abbiamo MOOOLTO ben aperti, ed è per questo che non “lo beviamo” così prontamente il biberone che ci propinano i super-intelligenti, ma facciamo discernimento (senza nemmeno tanto sforzo)
5) Una domanda: ma lei davvero farebbe fare il gioco del dottore a sua figlia SOTTO L’AUTOREVOLE GUIDA di AUTOREVOLI INSEGNANTI -che potrebbero essere anche lei- o da un gruppo esterno chiamato a fare sì alta di-struzione di massa?
6) Sono contenta che in Italia i cristiani riescano ancora ad impedire qlcosa a qlcuno, non l’avrei detto!!
/) L’educazione sessuale negli ambiti cattolici non esiste: esiste il demonio che tenta, fa commettere il male (il peccato), rovina anime e corpi delle prsone…e c’è un Giudice che giudica, e questo non è lei.
Io trovo molto interessante la battaglia che state portando avanti sul gender e matrimoni e adozioni . Condivido la vostra posizione su molti punti .
Però leggere certi commenti cosi sessuofobici mi lasciano l’amaro in bocca ; va bene vedere l’amore come qualcosa aldila del sesso , però addiritura parlare di demonio , vivere la vita con questa costrizione mi sembra un esagerazione , e da laico non riesco a capirla .
Ho visto tanti cattolici avere una sessualita normale , monogama come prevede la vostra dottrina .
Il sesso definirlo peccato è vivere l’intera propria vita con un macigno adosso ; perchè questo ? che senso ha?
Gesu non disse “ama il prossimo tuo come te stesso “?
Bene allora perchè odiare e negare cosi tanto una parte di se come la sessualità?
Tra due persone adulte e consenzienti non c’è nulla di male in ciò , nell’atto sessuale .
Ciao Alessandro,
bisogna vedere che cosa intendi tu che INTENDIAMO NOI che cosa è l’amore, il sesso, la castità -coniugale e non- l’astinenza, etc. etc. Perchè purtroppo – oggi come pure ieri- è avere dei pregiudizi nei confronti di coloro che vivono -o meglio, cercano di vivere, nessuno è infallibile, impeccabile- l’amore come Dio lo ha pensato da sempre…per la propria vera gioia, realizzazione. Molti -tantissimi!- pensano dell’amore fra cristiani come qualcosa di buio, castigato, tremendo…; sì, forse sì, tremendamente bello, sì, perchè la vita, tutta la vita vissuta con Cristo da mane a sera (inclusa la sfera sessuale) è come un bellissimo quadro di enorme valore che quando lo vai a vedere rimani a bocca aperta, tanto ti prende, ti affascina (tipo la Gioconda); non so trovare i giusti termini, oserei dire SUBLIME la vita, la sessualità. Vivere la sessualità all’infuori di questo contesto, invece, è come ammirare un disegno, uno schizzo, una malacopia..può sempre piacere ma non è completo, sublime…divino. Diciamo che ha dei limiti.
Non è così per coloro che non hanno Dio al primo posto della loro vita…il tutto è finito, molto finito. Poi, per quanto riguarda i preti potenziali mariti, direi che è ormai ora di smetterla…Non è vero che bruciano tutti di passione come si crede e/o vuol far credere, non ha molto senso, anche perchè se spendi la vita per N.S.G.C. non ne senti il bisogno..(anche se io non sono nè prete nè suora). Tanti giovani convertiti -per esempio-grazie a Medjugorje che della moglie hanno neanche il pensiero – sono felici e realizzati così come Gesù stesso è stato ed ha scelto per loro (chissà perchè tanti vorrebbero dare la moglie ai preti ma nessuno parla di dare anche un marito ad ogni suora, me lo sono chiesto, sai?).
Il catechismo della Chiesa Cattolica spiega molto bene la sessualità, si trova un poco in tutte le librerie. Sarei contenta di aver potuto chiarire un qlc tuo dubbio, ma sento che forse potrebbe essere che ne ho aggiunto qualcuno: non importa, ce l’ho messa tutta..in questo caso ti porgo le mie scuse. Ciao! Dimenticato! Che il sesso sia un’arma potente del demonio per catturare le anime noi cristiani lo vediamo tremendamente bene: non c’è bisogno di conferenze, basta aprire gli occhi.
Alessandro, ti avevo risposto, ma la fatina dei denti si è portata via tutto il popò di roba che ti avevo scritto con tutto il mio cuore. Se la fatina non mi riporta quello che ho scritto, poi mi sente…la licenzio, lei che in casa mia ha lavorato parecchio!
Casomai è l’esatto contrario… I veri cristiani amano la sessualità. Basta che leggi il Catechismo, i discorsi di Papa Giovanni XIII , le catechesi di Giovanni Paolo II e, risalendo indietro nel tempo, anche gli scritti di San Agostino, dove si esalta la gioia della sessualità.
Alessandro
Trovo la tua posizione di disagio comprensibile per chi è stato abituato ad una idea di “peccato” come la forma di cieca obbedienza irrazionale. E questo spiega il tuo giudizio troppo severo (sessofobici). Cosa diversa, probabilmente, se lo si vede come un gesto (pensieri parole opere ed omissioni) contro la nostra natura al punto che ci separa da Dio, dagli uomini e ci aliena da noi stessi.
Trovo il sesso bellissimo e naturale, ma è solo un mezzo che oggi si è tramutato in un fine (e noterai la commercializzazione che si è fatto). In questo modo si rischia concretamente di ridurre le persone a cose. Dire che il sesso è peccato se è concepito in maniera avulsa dalla nostra umanità ci induce ad usare un equilibrio per un fine ben più grande nel curare se stessi e valorizzare le persone che ami. Poi si può cadere, si può peccare, ma se non si perde il fine di ciò a cui si aspira, ci si rialza. Non si diventerà una macchina di piaceri ma sicuramente si conoscerà una esperienza di gioia oggi forse dimenticata.
Si vede che hai studiato!
@ Toni Carpa
Intanto complimenti per il nick, mi ricorda il simpatico film “Un pesce di nome Wanda”.
Per il resto, il fatto che “non c’è un libro medico o scientifico che tratta questa.. “ideologia” (confermo: neanche uno!) dimostra appunto che non è una teoria scientifica, bensì una ideologia filosofica, ne’ più ne’ meno del marxismo (certo, secondo Marx lo storicismo era scienza…). Infatti Judith Butler e’ una filosofa femminista militante LGBTQI, non un medico e tantomeno una scienziata. Gli studi di genere sono multidisciplinari ma rientrano principalmente nell’ambito della filosofia, in particolare l’antropologia, e anche (orrore) la teologia; e sono nati in ambito femminista (con venature razziste). Che tale prospettiva sia contraria alla visione antropologica cristiana (ma anche ebraica, islamica e di chiunque sia capace di guardare alla realtà) è talmente evidente che circa un milione di persone lo hanno detto in piazza con tanto di cartelli e comizi.
PS: Un cristiano e’ certamente tenuto a credere all’Incarnazione, ma nessuno e’ obbligato a essere cristiano.
Mi si dice 1.300.000, ma non dimentichiamo gli azzoppati, i mutilati, le badanti, gli anziani con le badanti, i preti, le suore ,i nonni, e quelli che lavoravano che erano presenti solo spiritualmente..
Caro Shiva101 (Toni Carpa)
Parte 1:
“L’ideologia gender non esiste in quanto… non esiste!”
Solo il solito imbecille che non ha mai avuto cura di prendere in nano un libro se non solo per sfogliarlo e vedere donnine o, con più probabilità, maschi nudi può affermarlo. Tu che dici che esistono “studi di genere” lo fai solo perché l’hai sentito dire nella sezione arcigaiosagaiosa e ti sei sentito subito dotto.
Se il perfetto esempio di quell’imbonimento a cui mira un indottrinamento scolastico statalista che neutralizza ogni capacità critica. L’arcigaiosa ti completa l’opera.
Con te ci sono riusciti subito, dal primo giorno di scuola, stante che i neuroni ti navigano su una zattera arrancata, in un lago d’acqua prodotta dentro scatola cranica
Parte 2
Solo un emerito imbecille (tanto per cambiare) si permette di paragonare l’assunzione dell’Eucarestia ad un atto di cannibalismo .
Potrei dirti che esiste una grande letteratura (anche laica) che ti spernacchia, che l’argomento è stato affrontato già da S. Tommaso D’Aquino e prima da Sant’. Agostino ( “Tu non muterai me in te, come fai con i cibi che li muti nella tua carne; ma tu ti muterai in me” ), …. ma non sono cose adatte a te, e trovo imbarazzo a perdere tempo con te per il motivo che ti ho già spiegato e che ti ripropongo in forma poetica per un amorevole fine:
se tu passi la tua vita a guardare quell’ombelicaccio,
se passi la tua vita a desiderare educazione sessuale, (e come la desideri …ossessivamente con la bava)
se passi la tua vita a emettere i soliti grugniti,
se sguazzi nel solito pantano ….cosa può esistere per te?.
La bellezza dell’essere umano è che può trovare empatia per qualsiasi cosa. E’ la sua libertà.
Ti vuoi sentire un suino? Esistono per te solo cose da suino. Ovviamente non capisci le altre cose.
Ah!, era Carpa…io leggevo CAPRA!!
Mi dispiace non potere intervenire con la tempestività opportuna, per varie ragioni posso seguire solo di rado e in fretta il blog, farà piacere a tanti, ma mi rammarico di non poter nemmeno leggere gli articoli, prima ancora che i commenti. Nel caso, rilevo solo che Carpa dimostra come, manipolando ideologicamente il discorso altrui, voglia farsi buon gioco di questo equivoco per dire che soggetti all’ideologismo sono gli altri. No, è lui che – voglio pensare – non si rende conto di stare usando indebitamente parole di cui non comprende il senso né il valore.
Per es., quanto ai dogmi dell’Incarnazione e della Resurrezione, scrive o meglio, conclude sommariamente: ” Innanzitutto se sei cattolico devi crederci per forza”: al contrario di quel che pensa Carpa, non è che prima si crede a una cosa o l’altra, quale che sia: e subito dopo o dopo un po’, si è cristiano e cattolico. L’esperienza della fede è preclusa anche intellettualmente, sebra, a chi è prevenuto e ostile in modo palese a essa. Non gli riesce nemmeno di immaginare quella ‘sospesione fenomeologica’ dell’incredlità” di cui si giovano i lettori di testo letterario come l’antropologo. La differenza radicale fra il Cirstianesimo e tutte le altre legioni e mitizzazioni è stata spiegata da teologi e filosofi, René Girard di recente: ma è cosa del tutto aliena a menti che – molto ottimisticamente – si dicono e si vogliono così aperte, tanto spaziose e illuminate. Il Cristianesimo è un umanesimo ben più radicale di quello classico: presso cui era inconcepibile, per dirla col Padre Dante, un concetto quale “Vergine Madre, Figlia del Tuo Figlio”: Dio si è fatto Uomo e da allora, il Bambino è la misura di tutte le cose. Gli anti-cristiani che non vogliono nemmeno vedere la novità assoluta e rivoluzionaria del Messaggio del Verbo Incarnato sono, perciò, nemici di ogni umanesimo: e con le loro pretese progressiste, regrediscono a un pensiero classico senza il Fato e a un umanesimo senza l’uomo (Pensiero Unico): o a un giudaismo sacrificale di un Dio che non Si comunica e non comunica con l’uomo (Unicità di Dio islamica).
Il resto del post di Carpa diem odora di fuffa, a cominciare dall’accusa di cannibalismo rituale, cui non mette conto rispondere.
Salve, Raider,
immagino che ci sentiamo tutti un po’ Raider quanto a scarsità di tempo da dedicare alla tastiera (io faccio i salti mortali, per es.)… a volte leggo in fretta -quindi male- e mi attirano gli articoli più brevi, smpr x questioni di tempo libero..Pazienza, si adatteranno gli altri .
Quanto al tuo post sopra, l’ho stampato e me lo sono messo sul comodino assieme ad altri. Perchè fa bene al cuore e rinfranca l’anima. Grazie 1000, ad majora.
Secondo Karl Marx, “Ideologia è quello iato, quella separazione, fra la dichiarazione espressa e la motivazione segreta e recondita che induce a compiere la dichiarazione.” Non c’è nessuna motivazione segreta e recondita nel credere nell’Incarnazione e nella Resurrezione: puoi crederci o no. Il gender, per prevenire il bullismo – mentre nulla viene fatto per prevenire la pedofilia – parla di masturbazione e di sessualità casual a bambini e adolescenti, promuovendo l’omosessualità e di fatto, rendendo bambini e adolescenti “aperti ” o “più aperti” all’eros e disponibili, pertanto, alla pedofilia, di fatto, pedagogicamente sdoganata, come brillatemente teorizzato a suo tempo da Mario Mieli.
L’esempio di Giuseppe, quindi, non è solo sbagliato – capita -, ma illustra in modo chiaro e convincente l’uso ideologico del discorso, stabilendo equivalenze che non ci sono per legittimare ciò che difende con una cosa che non c’entra nulla.