«Quello che sta accadendo è contro il popolo egiziano, contro cristiani e musulmani. Tuttavia, i Fratelli Musulmani approfittano della debolezza della minoranza cristiana per aggredire, per uccidere», così monsignor Youhanna Golta, vicario patriarcale di Alessandria dei Copti, ha parlato a Radio Vaticana delle quaranta chiese cristiane bruciate in questi giorni in Egitto, insieme a case, scuole, monasteri e negozi: «Sia cristiani che musulmani, in Egitto, sono perseguitati dai Fratelli Musulmani», ha spiegato Golta. Perciò non bisogna «farne una questione cristiana o musulmana, perché si tratta di un “problema egiziano”: tutto quello che sta accadendo è contro il popolo egiziano, contro cristiani e musulmani. Ma, ha aggiunto, «i nostri amici musulmani, cioè la maggioranza dei musulmani, aiutano e sostengono i cristiani».
«USA E UE NON HANNO CAPITO». Per questo il vicario patriarcale ha voluto sottolineare che la Chiesa non vuole solo difendere se stessa: «Noi viviamo mescolati, l’Egitto è un Paese che non deve essere diviso. Non esiste strada, non esiste edificio, non esiste città, che sia solo per i musulmani o solo per i cristiani. Accanto all’università islamica di al-Azhar ci sono negozi cristiani, accanto alla grande cattedrale del Cairo vivono i musulmani. L’Egitto è un Paese che non accetta la divisione».
È questo secondo Golta che gli «Stati Uniti non hanno capito» e «nemmeno l’Unione Europea. I Paesi occidentali sono in possesso di false notizie, di informazioni stravolte e sbagliate». Lo stesso aveva dichiarato lunedì scorso ad Aiuto alla chiesa che soffre (Acs) il vescovo copto di Assiut, monsignor Kyrillos William Samaan, spiegando che durante gli attentati tanti musulmani si sono schierati al fianco dei copti: «Questo – ha sostenuto Samaan – è il vero Egitto: cristiani e musulmani uniti», anche se «abbiamo bisogno che tutti i musulmani alzino la voce in nostra difesa. Altrimenti toccherà a noi pagare il prezzo della democratizzazione».
COMPATTI CONTRO LA VIOLENZA. Sempre a Radio Vaticana il vescovo di Giza, monsignor Antonious Aziz Mina, ha spiegato infatti che «tutto il popolo è compatto, tranne questi Fratelli Musulmani che hanno governato per un anno facendo vedere il peggio di quello che hanno da esprimere». Ma perché scagliarsi proprio contro i cristiani? Per Mina il gruppo sarebbe legato sia ad Al Qaeda sia ad Hamas. E non avendo «alcun interesse, né per il Paese, né per gli egiziani, per nessuno», il loro unico obiettivo sarebbero le chiese: «Credono – ha chiarito il vescovo – che i cristiani entreranno in conflitto con il governo e con l’esercito, e pensano dunque di seminare il disordine in tutto il Paese.
Invece, i cristiani sono consapevoli che c’è un prezzo da pagare per isolare queste fazioni che non hanno alcuna forza ed esperienza politica. La forza che hanno è solamente terroristica». Infatti, ha proseguito Mina, «in Egitto c’è una grande presenza cristiana, anche se non cattolica. Ma all’interno, questa presenza dei cristiani – cattolici, ortodossi, protestanti – è compatta. Hanno sempre le stesse posizioni e oggi li vediamo tutti compatti per dire: “No al terrorismo, no a questa violenza!”. E questo “no” è molto pacifico». Sarebbero quindi i musulmani ad essere spaccati. Anche se, ha concluso il vescovo, «ci sono interessi – oserei dire – internazionali che sostengono questi Fratelli Musulmani (…). Finora l’Egitto era l’equilibrio di tutto il Medio Oriente, e non so chi sia interessato a distruggerlo».