I forconi confusi e divisi sulla manifestazione a Roma

Di Chiara Rizzo
16 Dicembre 2013
Il leader siciliano Ferro: «Voglio trattare con il Governo». Il capo laziale Calvani: «Con il governo non trattiamo». Il collega veneto Chiavegato: «Il movimento non è spaccato, ma Calvani non ci rappresenta»

Spaccati e confusi: la nuova settimana inizia con i leader del movimento dei Forconi sempre più distanti, e allo stesso tempo tormentati, sul proseguo delle manifestazioni di protesta. Il punto dolente resta ovviamente se fare o meno una manifestazione a Roma: l’ala guidata dal laziale Danilo Calvani dice sì, e si prepara per quella autorizzata il 18 dicembre, la restante parte del movimento che si riferisce al leader siciliano Mariano Ferro e a quello veneto Lucio Chiavegato spera nel dialogo con il governo. Intanto oggi il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, in via cautelativa, ha disposto il blocco parziale dei mezzi pesanti in città: da oggi sino al 20 dicembre, è vietata la circolazione dei camion che non trasportano merci per la distribuzione e sono vietati gli assembramenti di Tir in prossimità dei caselli autostradali alle porte della capitale.

FERRO: «VOGLIO SEDERMI COL GOVERNO». In questo momento ognuno dei tre leader dei Forconi, a dirla tutta, ha una visione diversa della situazione. Mariano Ferro sostiene che «Io voglio sedermi col governo poi si decide. Spostarsi dalla Sicilia costa. Spostarsi dalla Lombardia costa. Spostare persone per portarle in una “gabbia” non serve a niente e non credo che radunarle in piazza del Popolo, per quanto bellissima, sia una protesta esaltante. Tra noi e Danilo Calvani non c’è nessuna spaccatura, ma solo una divergenza sulla trattativa con il governo. Calvani dice “tutti a casa senza trattare” e può essere una scelta; noi invece vogliamo mettere sul tavolo del governo la crisi e conoscere le risposte che il governo dà alla crisi».

CHIAVEGATO: «CALVANI NON CI RAPPRESENTA». Nelle stesse ore il collega leader veneto Chiavegato però sulla spaccatura del movimento la pensa in modo opposto a Ferro: «Non è vero che a Roma non ci saremo perché il movimento si è spaccato, ma abbiamo solo voluto prendere le distanze da una persona che non ci rappresenta. Calvani è libero di fare quello che vuole, ma non sotto le nostre insegne. E poi a Roma non ci sono le condizioni di sicurezza per fare la nostra manifestazione, inoltre ci hanno dato un’autorizzazione per 5 ore di presidio, troppo poche, quindi inutili».

CALVANI: «COL GOVERNO NON TRATTIAMO».Quanto all’auspicata trattatva con il Governo, Calvani manda a dire ai colleghi leader: «Ferro e Calvani devono fare pace con la loro testa perché noi sin dall’inizio abbiamo detto che con il governo non trattiamo. Questa manifestazione è nata dai presidi, è il popolo a volerla». Calvani però per la prima volta è stato costretto dalla situazione a prendere le distanze dai movimenti politici che pure nei giorni scorsi avevano aderito ai presidi dei Forconi in giro per l’Italia, e ha detto: «Alla manifestazione di mercoledì non parteciperà nessuna espressione politica, non vogliamo nessuna bandiera politica, né di destra né di sinistra».

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