È cresciuto di un terzo il numero degli adolescenti che in tutto il mondo ha contratto il virus dell’Hiv. Sono i dati rilasciati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) questa settimana e che tengono conto di un arco di tempo di dieci anni. In tutto, fa sapere l’Oms, sono «oltre 2 milioni gli adolescenti di età compresa fra i 10 e i 19 anni che oggi vivono con l’Hiv, il 33 per cento in più rispetto al 2001».
ITALIA E EUROPA. In Italia le infezioni sono 62.617, con 409 casi all’anno sotto i 25 anni di età. È Milano la città in cui il virus si è diffuso maggiormente. L’Asl cittadina ha dichiarato in questi giorni di aver preso in carico, nel 2012, 572 malati. Sono circa tre nuovi casi ogni due giorni e il doppio rispetto agli anni precedenti. Ma la situazione sarebbe ben più grave: secondo il Centro di malattie infettive Regione Lombardia bisogna calcolare l’esistenza di un 50 per cento di sommerso. Le persone più colpite, ha sottolineato ancora l’Asl, sono «i giovani dai 19 ai 35 anni, uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini e soggetti dediti alla prostituzione».
Simile anche il trend in Europa, descritto ieri dal Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie. I nuovi casi di Hiv segnalati nel 2012 nel continente sono circa 31 mila, 10 mila in più rispetto al 2011, con un incremento annuale dell’8 per cento. Qui la percentuale di diffusione maggiore del virus, che arriva al 40,4 per cento, è sempre fra uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (Msm). A seguire la trasmissione eterosessuale (33,8 per cento) nei paesi dell’Africa sub-sahariana. Resta sconosciuta la modalità di trasmissione nel 18,7 per cento dei casi.
IN AMERICA. Sempre questa settimana sono state pubblicate le ricerche del Centers for Disease Control and Prevention, l’agenzia federale degli Stati Uniti per la salute pubblica e la prevenzione delle malattie, che confermano che l’Aids negli ultimi anni si è diffuso in maniera significativa, in particolare nella popolazione omosessuale: dal 2005 al 2011 i contagi sono aumentati (+ 20 per cento) di pari passo con la percentuale di uomini che hanno intrattenuto rapporti sessuali con altri uomini.