Grazie a Il Fatto Quotidiano e a Magistratura Democratica sappiamo in quale ex Ddr vorrebbero abituarci a vivere, con molto rispetto e un po’ di terrore

Di Luigi Amicone
25 Febbraio 2011
FQ: può essere considerata libera e corretta informazione il copia-incolla degli atti della sola accusa e l’uso commerciale delle intercettazioni-spazzatura? MD: può un cittadino avere fiducia di magistrati che intimano a propri colleghi di non collaborare con gli altri poteri dello Stato?

Caso FQ. Non è la prima volta, non sarà l’ultima, la gazzetta delle procure mette in rete un video riguardante Vittorio Emanuele girato in carcere da telecamere nascoste (e la stampa paludata non ha nulla da obbiettare, anzi, rilancia questa roba come se fosse uno “scoop”). Caso MD. La principale corrente sindacale (e postcomunista) della magistratura invia un comunicato ai colleghi che lavorano al ministero della Giustizia in cui li si diffida dal collaborare con il Ministro alla stesura della riforma della giustizia.
 
Domanda numero 1: quale quadro giuridico costituzionale autorizza l’uso commerciale (un gadget per riscaldare le tirature di FQ) di brogliacci, intercettazioni ambientali e video prodotti dalla polizia penitenziaria (e per di più prodotti ai fini di un processo conclusosi con l’assoluzione dell’imputato)? In America, ha detto a Ballarò Edward Luttwak, violazioni così dei diritti individuali verrebbero punite con vent’anni di carcere.  
 
Domanda numero 2 e 3: secondo la Costituzione italiana c’è o non c’è una differenza di prerogative tra governo e ordine giudiziario? Come si permette la magistratura iscritta a MD di intimare l’alto là a colleghi che lavorano al ministero della Giustizia, giacché, proclama il perentorio comunicato di MD, «La misura è colma, e le proposte politiche sul tappeto non debbono trovare in alcun modo l’appoggio e il contributo di magistrati che hanno giurato fedeltà alla Costituzione»? Cos’è, una minaccia perché la Costituzione la conoscono solo loro, un avvertimento di stampo-mettete-voi-l’aggettivo o che altro?
 
Qualcuno dica al presidente della Repubblica che, in qualità di capo dell’organo di autocontrollo della magistratura, egli dovrebbe una buona volta iniziare a valutare non soltanto la correttezza formale degli atti governativi e parlamentari, ma anche la forma e la sostanza delle dichiarazioni e dei messaggi pubblici di quella parte di magistratura che interpreta il proprio ruolo in chiave di veto nei confronti degli atti propri di altri poteri dello Stato.
 
Conclusioni quanto al caso FQ: si dice che la stampa è libera e che, come tale, dev’essere anche rispettosa delle libertà dei cittadini e del loro diritto ad essere informati correttamente. Può essere considerata libera e corretta informazione il copia-incolla degli atti della sola accusa e l’uso commerciale delle intercettazioni-spazzatura?
 
Conclusioni quanto al caso MD: si dice che la magistratura dovrebbe apparire, oltre che essere, imparziale. Ma può un cittadino avere fiducia di magistrati che intimano a propri colleghi di non collaborare con gli altri poteri dello stato?
 
Ps: Chissà se ci sono ancora colleghi giornalisti disposti a discutere di queste cose. E se la maggioranza dei magistrati che svolgono con equilibrio, discrezione e imparzialità il proprio mestiere, un giorno o l’altro metteranno fuori la testa anche loro. Per dire cosa? Per dire che un altro modo di ricoprire il così delicato e importante ruolo di magistrato nella società è possibile.

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