
Giovanni, quando l’ideologia politica rapina la fanciullezza
Che tristezza assistere al video dell’intervento “politico” del tredicenne Giovanni al convegno di “Libertà e Giustizia”, svoltosi sabato 5 Febbraio al Palasharp di Milano. E la tristezza non è certo provocata dal discorso antiberlusconiano.
E’ lo stesso sentimento suscitato dai programmi televisivi dove piccoli “fenomeni” canterini, con voci improbabili, vengono scaraventati davanti alle telecamere a gorgheggiare le canzoni “dei grandi”, mentre genitori in gioiose lacrime sognano carriere miliardarie per i loro piccoli virgulti. Lo stesso che nasce dalle colonne di ragazzine desiderose di esibirsi per lanciarsi sulle strade del “velinismo”, anche qui con la costante dell’accompagnamento ed incoraggiamento materno.
“E’ colpa dello show businnes”, si obietterà. “Ben diverso è un discorso ad un consesso di lotta politica. Qui c’è di mezzo educazione civica!” Non è invece anche questa una barbarie mediatica, permettere cioè che un bambino cresca a slogan, giusti o sbagliati che siano?
Lo sappiamo, l’orizzonte politico non è dei migliori, ridotto ad un chiassoso “Asilo Mariuccia”, dove anche protagonisti decisamente maggiorenni si permettono di giocare per giorni con stampa e colleghi di partito, ammettendo poi di avere fatto solo “una semplice e bella provocazione mediatica” (vero, on. Barbareschi?).
Lasciamo allora che i bambini vivano la loro stagione senza forzature inutili e dannose.
Per non rischiare, poi, di essere accusati di strumentalizzazione, e di aver voluto, per l’occasione, creare il clone di tal Jonathan Krohn, un quattordicenne che ebbe qualche minuto di celebrità il 27 Febbraio 2009, durante la conferenza annuale del Movimento Conservatore Americano.
Non vorrete mica che si pensi a questo?
Come si potrebbe giustificare l’intervento spontaneo di Giovanni?
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