Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, a margine di un incontro all’Auditorium di Palazzo Lombardia oggi a Milano, è tornato a parlare di politica, mostrandosi scettico sull’appoggio del Pdl alla candidatura di Roberto Maroni in Lombardia. «Non ne sono così convinto. Maroni piace anche a me, è una persona stimabile, fa parte di un partito che deve rimanere nell’alleanza con noi ma il candidato presidente deve essere del Pdl». A questo proposito ha aggiunto: «Sostengo Albertini perché è una personalità politica, ha un suo profilo civico in grado di portare quel consenso della società civile per può farci vincere. In Lombardia non è il momento di una presidenza della Lega perché il Pdl è ancora il primo partito»
IL COMPITO DEI MODERATI. «Lavoro – ha detto il governatore lombardo – affinché Pdl e Lega collaborino insieme e allarghino ulteriormente l’alleanza. Credo che, nel momento in cui il centrosinistra si è compattato attorno all’asse Pd-Sel, probabilmente con il prossimo ingresso dell’Idv, quindi con asse fortemente spostata a sinistra, i moderati abbiano il dovere di mettersi insieme per esprimere un bipolarismo maturo».
ALFANO E BERLUSCONI. «Sono un fautore della ricomposizione dell’unità del Pdl, non credo che l’ipotesi dello spacchettamento sia positiva, credo invece che un Pdl guidato da Angelino Alfano sia capace di attrarre di nuovo molti elettori che in questo momento appaiono in attesa di un partito che sembra non saper scegliere. Ho incontrato Berlusconi ieri sera – ha detto – ed è stata una lunga conversazione. Ho illustrato a Berlusconi l’idea di una candidatura di Alfano con un Berlusconi che non va in pensione ma gioca un ruolo di kingmaker, di presidente fondatore del Pdl che questa volta lancia la figura di un giovane».
VOTO LOMBARDO. Sulla data del voto «mi auguro si decida in tempi rapidi perché questo balletto sta creando una certa confusione. È il Cdm (Consiglio dei ministri,ndr) che deve decidere e si parla di una riunione domani. Ritengo possa esserci un election day delle 3 regioni a febbraio e un secondo election day, magari ad aprile, in cui unificare politiche e comunali».