Fingendo di occuparsi della salute dei bambini, l’Onu fa passare l’aborto e l’identità di genere. Le proteste del Vaticano
Prima della risoluzione a favore dell’aborto e dell’educazione omosessuale dei bambini, che il Parlamento europeo doveva votare questa settimana e ora rinviata in Commissione, le Nazioni Unite ne avevano già prodotta una simile. Si tratta della raccomandazione numero 15 (2013) sui “Diritti dei bambini per l’accesso al miglior stato di salute”. Il testo parla di «aborto sicuro», di accesso a «consulenze e consigli senza il consenso dei genitori o del tutore legale», di «libertà sessuale e riproduttiva» e di «diritto dell’orientamento sessuale» e «all’identità di genere».
«SI UCCIDE, NON SI PROTEGGE LA VITA». Per questo, il rappresentante della Santa Sede all’Onu, l’arcivescovo Francis Chullikatt, intervenendo davanti al Comitato sulla promozione e protezione dei diritti dei bambini, riunito nell’ambito dell’Assemblea generale dell’Onu a New York, ha parlato contro la risoluzione che sarebbe «un disservizio contro il miglior interesse dei bambini». Secondo l’arcivescovo il testo è contrario a «tutti gli obblighi giuridici precedenti», sulla base della «sola opinione di una commissione». Chullikatt ha svelato anche l’illogicità del testo che sancisce «il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo», senza accordare «in primo luogo il diritto di nascere». Secondo l’arcivescovo «l’aborto non potrà mai essere “sicuro”, perché uccide la vita del bambino e danneggia la madre». La critica va anche alla «diagnosi prenatale intrapresa allo scopo di decidere se il bambino dovrà nascere (…). Il feto è un membro della nostra famiglia umana e non appartiene ad un “sub-categoria di esseri umani”».
I FIGLI NON SONO DELLO STATO. Perciò la tutela dei diritti «inizia con il pieno rispetto per i bambini stessi in tutte le fasi del loro sviluppo, dal concepimento», mentre «la famiglia è il solo luogo appropriato per la loro sviluppo». È la famiglia, ha chiarito Chullikatt, «e non lo Stato, che dà casa i nostri figli, li nutre, li istruisce, crescendo la prossima generazione della società».
Per questo motivo la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo nel suo preambolo parla di diritto prioritario dei genitori all’educazione dei loro figli: «Un diritto che viene prima di quello dello Stato o di altri soggetti, soprattutto nell’importante campo della libertà religiosa, che include la sessualità umana, il matrimonio e lo statuto della famiglia».
Quindi l’arcivescovo ha difeso la libertà di educazione «religiosa e morale dei loro figli», contro alle espressioni «come “orientamento sessuale” e “identità di genere”, su cui non esiste un consenso giuridico internazionale e che vengono comunque utilizzate, a sproposito e infelicemente».
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12 commenti
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Buongiorno a tutti, buongiorno, buongiorno.
Vorrei solo esprimere il mio sentito ringraziamento al Vaticano per la coraggiosa posizione espressa in seno alle Nazioni Unite. E’ così che si difendono i più deboli e spesso la Chiesa è la sola a farlo.
La legge riconosce alle donne il diritto di abortire in caso di malformazioni del feto. Possiamo discutere su questo, ma evitare che facciano questa scelta negandogli la possibilità di sapere è puerile, prima che autoritario.
Possiamo farle sapere tutto quello che vogliamo, ma resta il fatto che il disabile è una persona umana sin dal concepimento e se lo si sopprime si commette un grave delitto, aggravato e non attenuato dalla minorità psicofisica.
>Pensala come ti pare, ma la legge da a lei la scelta se proseguire la gravidanza o no- Ovviamente per fare una scelta consapevole deve essere informata si quello che l’aspetta.
Opponetevi pure alle leggi sull’aborto, ma prendersela con i test è ipocrita.
La critica va anche alla «diagnosi prenatale intrapresa allo scopo di decidere se il bambino dovrà nascere (…). Il feto è un membro della nostra famiglia umana e non appartiene ad un “sub-categoria di esseri umani”».
Insomma non facciamoglielo sapere a queste sgualdrine che avranno un figlio down , che sennò poi abortiscono. Bella difesa dei diritti dell’uomo.
Se continuate a trattare le persone come eterni minorenni che hanno bisogno dela vostra paternalistica supervisione non avete futuro.
Giusto, apriamo in nome dei diritti dell’uomo anche all’aborto post-natale. Se si può fare fuori un bambino down solo perchè è down e perché non è nato, perché mai non lo si potrebbe fare anche dopo e liberare le povere mamme da questo triste peso (e lo stato da una spesa inutile).
E basta trattare le donne come eterne minorenni, aboliamo il reato di stupro, sono grandi abbastanza si arrangino senza rifugiarsi sotto lo stato padrone.
“che sennò poi abortiscono”.
Insomma, buttiamoli nella spazzatura questi down, non vengano a romperci le scatole. Bella difesa dei diritti dell’uomo! Eccoli i diritti civili! Direi che i più deboli hanno bisogno di una solida difesa. Altrimenti non avremo futuro.
Giovanni, ma che dici? Vuoi eliminare i disabili? Ma questa è eugenetica della peggiore specie!
pretendere di far ragionare quelli dell’onu è tempo perso. avete presente la boldrini? concerta gente serve solo la mazza!
Viene spontaneo mettere a raffronto il coraggio e la chiarezza dell’ arcivescovo Francis Chullikatt, con la latitanza e conformismo della Bonino.
La signora ministra non ha detto nulla. Si è limitata ad intervenie sulle mtilazioni genitali femminili, plaudendo all’ ONU.
Bisognerebbe far capire alla Emma (e ai suoi amici dell’ ONU) che non c’ è mutilazione genitale peggiore della perdita della vita!!!
Anche io condivido la posizione della Santa Sede. Difendiamo la vita umana sin dal concepimento.
L’aborto è un abominevole delitto. La vita umana è sacra sin dal momento del concepimento. Sono pienamente d’accordo con la posizione espressa dalla Santa Sede.