
Filippi (Giornale): «Federalismo, se le Regioni fanno fuoco di sbarramento vuol dire che funziona» – Rassegna stampa/2
Stefano Filippi, inviato de Il Giornale, ha selezionato per Tempi le notizie più interessanti della giornata: «Il federalismo va avanti e le regioni fanno fuoco di sbarramento, vuol dire che tocca interessi reali. A Napoli con la Iervolino è il disastro, ma questo spinge a cercare qualcosa che dia di nuovo senso alla politica. La Cina adesso ha come obiettivo la felicità dei cittadini, è lo Stato etico, il vero partito comunista che decide anche le regole della tua felicità».
Tutti i giornali parlano dei governatori delle Regioni italiane che affermano che il governo non ha rispettato i patti sul federalismo.
Per ora sono stati approvati quattro decreti attuativi su nove. Quello regionale viene adesso ed è il più importante perché interviene sui costi della sanità, che è un capitolo molto delicato. Qui si giocano la vera partita federale e il taglio degli sprechi. Le regioni cominciano già a mettere le mani avanti mentre Calderoli assicura che tutti gli accordi, specie quello sul finanziamento dei trasporti, verranno rispettati. Mentre l’attenzione generale si concentra sui guai giudiziari di Silvio Berlusconi, la riforma federale va avanti e bisogna dirlo perché è falso che il governo non faccia un tubo. Se la riforma poi incontra degli ostacoli significa che va a toccare interessi reali, soprattutto se provoca questo fuoco di sbarramento delle Regioni.
Sembrava che Rosa Russo Iervolino fosse decaduta da sindaco di Napoli per le dimissioni di 31 componenti della giunta ma il Prefetto ha riscontrato una irregolarità nelle firme e Iervolino è tornata sindaco.
Oggi, tranne che a Milano, è carnevale e più che mai a Napoli, che è un triste specchio dell’Italia. La Iervolino da più di un anno finge di governare perché non ha i numeri, ci sono consiglieri che hanno cambiato partito anche 10 volte, non si capisce niente. Questa situazione fa nascere una domanda: da dove si può ripartire se le cose vanno allo sfascio? Da dove derivano il gusto e l’impegno per la politica? Questi sono eventi che ci stimolano a trovare una risposta, a trovare qualcosa che dia di nuovo senso alla politica, altrimenti le cose andranno sempre peggio.
Corriere e Repubblica riportano in prima pagina il nuovo obiettivo del regime comunista cinese: rendere felici gli abitanti.
Repubblica parla di partito consumista e travia un po’ la notizia, dando quasi un connotato positivo al fatto. A me viene in mente la frase di T. S. Eliot: “Essi cercano sempre d’evadere dal buio esterno e interiore sognando sistemi talmente perfetti che piú nessuno avrebbe bisogno d’essere buono”. Quando la politica diventa l’orizzonte ultimo e l’istituzione diventa ciò che ti fa essere buono, allora siamo allo Stato etico, al “vero” partito comunista, non consumista, perché vogliono dettare anche le regole per essere felici. Se ci sarà mai una rivoluzione anche in Cina, mi piacerebbe essere presente e raccontare qual è l’aspirazione vera di felicità del popolo cinese e poi leggere quello che scrivono i commentatori che oggi criticano Gheddafi e continuano a portare in palmo di mano la dittatura cinese.
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