Ferrara: “Gli italiani non sono rincretiniti, Berlusconi ritrovi una serena visione delle cose per governare”

Di Redazione
15 Febbraio 2011
Pubblichiamo alcuni stralci dell'editoriale del Foglio di Giuliano Ferrara del 14 febbraio. "Abbiamo bisogno di due cose, per emendarci e tornare a essere una grande nazione europea: che il Parlamento torni a rivendicare il suo primato politico, e con coraggio fermi la mano giudiziaria, e che Berlusconi esca dall’incantesimo e ritrovi quella serena visione delle cose decisiva per governare"

Nell’editoriale uscito sul Foglio il 14 febbraio, il direttore Giuliano Ferrara, in linea con quanto detto nel suo intervento durante la manifestazione al teatro Dal Verme “In mutande ma vivi”, riprende il filosofo tedesco Immanuel Kant, per cui “il supremo reggitore deve essere giusto, ma è anche un uomo, e che lì sta il problema, visto che dal legno storto dell’umanità non si ricaverà mai qualcosa di interamente diritto”.

Il progetto orwelliano di entrare nella casa privata del premier” prometteva bene per i neopuritani alla Gustavo Zagrebelsky ma, scrive Ferrara, “sono diventati tronfi, hanno scoperto in modo intollerabile per l’italiano comune il loro gioco sporco. Le accuse di concussione e prostituzione sono clamorosamente false, sono lo strumento, in 400 pagine di scandaloso mercimonio politico della vita di un uomo data in pasto alla stampa rabbiosa che lo odia, per incastrarlo e abbatterlo con ogni mezzo, con quella iniziativa extraparlamentare di cui hanno apertamente parlato il professor Asor Rosa sul Manifesto e a signora Barbara Spinelli su Repubblica”.

Ma gli italiani, continua Ferrara, che non sono rincretiniti
, “stanno cominciando a reagire. E piano piano gli scandalisti stanno diventando lo scandalo, i nuovi puritani stanno diventando vecchi ipocriti” per la maggioranza del paese.

Dunque, conclude l’Elefantino, abbiamo bisogno di due cose: “che il Parlamento torni a rivendicare il suo primato politico, e con coraggio fermi la mano giudiziaria che attenta alla pace civile per ragioni squisitamente politiche, e che Berlusconi esca dall’incantesimo e ritrovi quella calma e serena visione delle cose decisiva, per uno statista come Giovanni Giolitti, al fine di governare lo stato”.

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