«Buonasera, c’è chi propone di fare un colpo di Stato contro il governo eletto, contro il governo Berlusconi». Esordisce così Giuliano Ferrara, direttore del Foglio, a Radio Londra parlando di Alberto Asor Rosa che, sul Manifesto di ieri, ha firmato un articolo “golpista” proponendo una via extraparlamentare per far cadere il governo.
“Ciò cui io penso” scrive Asor Rosa, “è invece una prova di forza che, con l’autorevolezza e le ragioni inconfutabili che promanano dalla difesa dei capisaldi irrinunciabili del sistema repubblicano, scenda dall’alto, instaura quello che io definirei un normale «stato d’emergenza», si avvale, più che di manifestanti generosi, dei Carabinieri e della Polizia di Stato congela le Camere, sospende tutte le immunità parlamentari, restituisce alla magistratura le sue possibilità e capacità di azione, stabilisce d’autorità nuove regole elettorali, rimuove, risolvendo per sempre il conflitto d’interessi, le cause di affermazione e di sopravvivenza della lobby affaristico-delinquenziale, e avvalendosi anche del prevedibile, anzi prevedibilissimo appoggio europeo, restituisce l’Italia alla sua più profonda vocazione democratica, facendo approdare il paese ad una grande, seria, onesta e, soprattutto, alla pari consultazione elettorale”.
A Ferrara l’articolo non va giù e contrattacca: «Asor Rosa non è un passante, fa parte di quella che potremmo definire la “cricca Scalfari”, il gruppo di potere editoriale e, se posso consentirmi, lobbystico che in simbiosi con i magistrati cerca non di portare Berlusconi ai processi ma di abbatterlo in quanto capo politico».