La commissione bicamerale sul federalismo ha dato il via libera al decreto sul fisco regionale. I voti a favore sono stati 15, 10 gli astenuti (il Pd) e quattro i contrari (Terzo polo e Idv). La Bicamerale ha accolto gli emendamenti del Pd sulla clausola di salvaguardia contro i tagli alle Regioni e quello delle Regioni che prevede il reintegro di 425 milioni per il trasporto pubblico locale.
«L’impegno delle Regioni è stato lungo, fermo e convinto», ha detto Vasco Errani, che ha spiegato come i punti dell’accordo, siglato a dicembre con il Governo, «siano stati accolti e registrati nel testo del decreto legislativo» sul federalismo regionale. «Considero questo un passo in avanti. Adesso dobbiamo verificare che all’accordo corrispondano nel dettaglio le scritture».
Sommando gli effetti dei decreti sul federalismo municipale e regionale, non tenendo ancora conto però della futura istituzione di Fondi perequativi che serviranno a pareggiare in parte i conti delle diverse Regioni, a guadagnarci, almeno per il momento, sono la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna. Lo dicono i risultati di una proiezione della Cgia di Mestre, che ha calcolato la differenza tra le imposte che saranno lasciate ai Comuni e i trasferimenti statali che, invece, saranno soppressi dai due decreti: in pratica, secondo l’associazione degli artigiani, “le realtà territoriali del Centro Nord dovrebbero avere più soldi in tasca, quelli del Sud invece meno”. In base ai dati, le autonomie territoriali della Lombardia, almeno per ora, sono le maggiori beneficiarie di questa operazione: con 98 euro di risorse in più rispetto all’attuale sistema di finanziamento. Seguono il Veneto, con 79 euro in più, l’Emilia Romagna con 69 euro di maggiori risorse, il Lazio (+49 euro), la Liguria (+33 euro), il Piemonte (+28 euro) e la Toscana (+27 euro).
Di segno negativo, invece, il risultato che emerge per gran parte del centro e per tutto il Sud. Le più penalizzate, sempre momentaneamente, risultano essere le amministrazioni territoriali lucane, con -285 euro pro capite rispetto al quadro attuale. Male anche per il Molise (-241 euro), la Calabria (-191 euro) e di seguito tutte le altre realta’ del Sud. Oltre a queste, ci rimette anche l’Umbria (-78 euro) e le Marche (-8 euro). “Un risultato – sottolinea il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi – molto parziale visto che con l’istituzione degli specifici Fondi perequativi, così come previsto dai decreti sul federalismo municipale e regionale, una parte di queste disparità territoriali dovrà essere eliminata. Una cosa però è certa: per le casse dello Stato centrale – conclude Bortolussi – l’operazione è a somma zero. A fronte di un taglio dei trasferimenti ai Comuni, Province e Regioni di 18,289 miliardi di euro, altrettanti 18,289 miliardi ne saranno devoluti. Nella legge delega, infatti, il legislatore ha chiaramente espresso l’intenzione che tale operazione fosse a costo zero per l’Erario. A livello territoriale, però, alcuni potrebbero guadagnarci e altri invece rimetterci, anche se i Fondi perequativi avranno il compito di smussare queste disparità”.