Secondo medici e magistrati del Belgio, Geneviève Lhermitte ha manifestato la sua volontà «in modo ragionato e ripetuto», ha risposto a tutti i requisiti richiesti dalla legge, e quindi ha ricevuto l'eutanasia «per sofferenza psicologica irreversibile». È morta all’ospedale Léonard de Vinci di Montigny-le-Tilleul, regione di Charleroi, un'ora da Bruxelles.
Sedici anni prima, il 28 febbraio del 2007, Geneviève Lhermitte aveva comprato dei coltelli nuovi, era rientrata nella sua casa, a Nivelles, e aveva ammazzato i suoi cinque bambini: Yasmine, 15 anni, Nora, 12 anni, Myriam, 10 anni, Mina, 7 anni e Mehdi, di soli 3 anni. Anche allora era stata giudicata in grado di intendere e di volere dai periti psichiatrici.
«Devono aver sofferto, “cosa sta facendo la mamma?”»
«Orrore allo stato puro, non c'è altra parola», scrissero i giornali, ascoltando la sua testimonianza, resa senza battere ciglio davanti al giudice della corte d'assise. I dettagli, spaventosi, del massacro di o...