Enzo Ferrari e una scuderia nata per passione. Era il 16 novembre del 1929

Di Paola D'Antuono
16 Novembre 2012
Sono passati 83 anni dalla fondazione della Scuderia Ferrari. Una storia di successo e adrenalina legata a doppio filo a un uomo che amava i motori sopra ogni cosa.

Il 16 novembre del 1929, sotto gli occhi del notaio Alberto Della Fontana, si costituiva la Società Anonima Scuderia Ferrari, società sportiva nata con lo scopo di far correre i propri soci con auto Alfa Romeo. A volerla Enzo Ferrari, nato a Modena nel 1898, un uomo destinato a una carriera folgorante. Rimasto orfano a 17 anni, è costretto ad abbandonare gli studi e a cercare lavoro. Diventa così istruttore nella scuola tornitori dei vigili urbani di Modena. Prende parte per un breve periodo alla Prima guerra mondiale, ma una malattia lo costringe al congedo. Non resta che cercare un altro lavoro e il giovane Enzo tenta di trasformare la sua passione per le auto, trasmessagli dal padre, in una professione. Alla Fiat per lui non c’è posto ma Ferrari riesce a diventare collaudatore per una piccola azienda che realizza Torpedo.

QUEL CAVALLINO RAMPANTE. Dopo un anno si trasferisce a Milano e nella città meneghina inizia la sua avventura da pilota di corse. Sarà la sua passione per le gare automobilistiche a bordo dell’Alfa Romeo a spingerlo a fondare una sua scuderia nel 1929. La carriera di pilota s’interrompe due anni dopo: la scuderia sta ingranando e c’è sempre più bisogno della sua presenza e poi la nascita dell’amato figlio Dino lo porta a scegliere di evitare rischi. Sono anni di scoperte ed evoluzioni, in cui vede la luce il logo del Cavallino Rampante. «Quando nel 1923 vinsi il primo circuito del Savio che si correva a Ravenna   – raccontò poi Enzo Ferrari – , conobbi il Conte Enrico Baracca e in seguito la Contessa Paolina, genitori dell’eroe. Fu la Contessa che un giorno mi disse: “Ferrari, perché non mette sulle sue macchine il Cavallino Rampante di mio figlio? Le porterà fortuna”. Conservo ancora la fotografia dell’aviatore con la dedica dei genitori in cui mi affidano l’emblema del Cavallino. Il Cavallino era e rimarrà nero; io aggiunsi il fondo giallo canarino che è il colore della città di Modena».

IL SORPASSO SULL’ALFA. Il 1937 è l’anno d’oro per la Scuderia Ferrari: l’Alfa Romeo 158 – denominata Alfetta – s’impone nelle competizioni internazionali. Alla fine di un anno trionfale la Scuderia viene sciolta ed Enzo Ferrari viene chiamato a Milano a dirigere il reparto corse dell’Alfa Romeo, ma l’esperienza non sarà delle migliori. Durerà infatti solo un anno, l’Alfa licenzia Ferrari, che ha pessimi rapporti con Wilfredo Ricart (direttore tecnico) e gli impone una clausola durissima: un allontanamento di 4 anni dalla corse e il divieto di ricostruire la sua scuderia. Da quel momento per Enzo Ferrari c’è un solo obiettivo: costruire una macchina in grado di battere l’Alfa Romeo. Lo farà a Maranello, dove si trasferisce perché lì possiede un piccolo terreno. Qui sorge l’azienda Ferrari. Si lavora alacremente per mettere a punto la prima vettura, che vede la luce nel 1947, quando Ferrari stesso effettua la prima prova su strada della 125 S. Nel giro di 5 anni la 125 S raggiunge risultati inimmaginabili e la Ferrari si laurea campione del mondo con Alberto Ascari, che bisserà il successo l’anno successivo, nel 1953.

FANGIO, LAUDA E SCHUMY. Ad Ascari seguono Fangio, uno dei più grandi piloti di tutti i tempi, che vinse il titolo nel 1956, Mike Hawthorn (campione del mondo nel 1958), Phil Hill, trionfatore nel 1961 (primo americano in assoluto), John Surtees, il “figlio del vento” che portò a casa il mondiale nel 1964, e poi ancora Nikki Lauda (1975-1977) e Jody Scheckter, pilota giovanissimo scelto da Ferrari nel 1979. Dopo Scheckter Enzo Ferrari non vedrà più nessun ferrarista trionfare sugli altri. Morirà nel 1988, a 90 anni, dopo aver costruito la sua ultima Ferrari, la F40. Dal 1991 la società automobilistica è guidata da Luca Cordero di Montezemolo che nel 2000, grazie a un incredibile Michael Schumacher, vede il Cavallino rampante tornare a vincere un Campionato Mondiale. La Ferrari dominerà fino al 2004 e tornerà a laurearsi campione nel 2007, anno dell’ultimo mondiale piloti conquistato. In queste ultime settimane sapremo se Fernando Alonso riuscirà a regalare ai tifosi della Rossa il titolo mondiale, aggiungendo il suo nome all’albo d’oro della scuderia nata sotto il segno di un uomo che aveva anticipato il futuro.

@paoladant

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