Elezioni, Europa: i moderati senza sovranisti non hanno futuro

Di Leone Grotti
27 Maggio 2019
Ppe e Socialisti perdono voti su voti, ma governeranno alleandosi a Verdi e Liberali. Ignorando «l'oggettivo spostamento a destra dell'elettorato». Così l'Unione Europea parte molto male

Calano Cdu e Spd in Germania, perde voti Forza Italia, Emmanuel Macron in Francia viene superato da Marine Le Pen, nel Regno Unito, che ha già un piede fuori dall’Europa, primeggia il Brexit Party di Nicholas Farage (33 per cento circa dei voti), trionfano i sovranisti Orban in Ungheria e Kaczynski in Polonia. A fronte di un’affluenza cresciuta dell’8 per cento rispetto alle elezioni europee di cinque anni fa (50,5 contro 42,6), dappertutto i cosiddetti “populisti” ed euroscettici guadagnano consensi, ma non abbastanza da mettere in discussione il sistema che ha retto l’Unione Europea negli ultimi cinque anni. Un sistema verso il quale, come dimostrato dal voto di ieri, l’insofferenza dei cittadini europei è altissima.

MACRON E MERKEL CROLLANO, TRIONFA ORBAN

Il leader incontrastato dell’Ue degli ultimi 15 anni, Angela Merkel, con la sua Cdu ottiene il 28 per cento, 7 punti in meno rispetto al 2014. I socialisti della Spd perdono addirittura 11 punti, crollando al 15,6 per cento, e vengono superati dai Verdi (20,7 per cento). Il partito di destra Afd si ferma al 10,8.

In Francia il partito di Le Pen, Rn, con il 23,3 per cento dei voti supera di misura (ma in modo clamoroso) la formazione del riformista Macron (Lrem, 22,41). Crolla anche Oltralpe il Partito socialista (6,1) a fronte di un trionfo dei Verdi (Eelv, 13,4). Disastro dei Repubblicani, che prendono appena l’8,4 per cento delle preferenze.

I sovranisti trionfano anche in Ungheria e Polonia: Viktor Orban con il suo partito Fidesz ottiene il 52,33 per cento, il PiS invece surclassa l’opposizione conquistando il 46 per cento delle preferenze, contro il 37,8 della Coalizione europea all’opposizione.

IL GOVERNO DI PPE, SOCIALISTI, VERDI E LIBERALI

Se le ultime proiezioni diffuse in mattinata verranno confermate, il Partito popolare europeo (Ppe) passerà da 216 a 182 seggi mentre i Socialdemocratici (S&D) caleranno da 185 a 147 seggi. Crescono invece i Verdi (Ale) da 52 a 69 seggi, i Liberali dell’Alde (da 69 a 109) e gli euroscettici dell’Enf, dove milita la Lega (da 36 a 58 seggi).

Nonostante la crescita dei sovranisti, è molto probabile che l’Europa verrà ancora guidata per i prossimi cinque anni dall’alleanza tra Ppe e socialisti. I due partiti, però, questa volta non raggiungono i 376 seggi necessari per la maggioranza, fermandosi a 329: avranno dunque bisogno dei 69 seggi dei Verdi o dei 109 dei Liberali (dove si trova il partito di Macron) o, più probabilmente, di entrambi. Al momento è esclusa un’alleanza con i sovranisti.

BISOGNA INCLUDERE I SOVRANISTI

E qui si apre il problema che rischia di indebolire ancora di più una già divisa Unione Europea: l’imposizione dell’austerità da parte della Germania, la gestione pessima della crisi migratoria, la divisione su tutti i principali capitoli di politica estera, il rifiuto di riconoscere un’identità all’Europa hanno portato Ppe e Socialisti a perdere voti su voti.

Dopo l’affermazione dei sovranisti in molti paesi europei, dopo la sconfitta dei moderati e dei conservatori, dopo il tracollo dei socialisti, per non parlare della Brexit, può permettersi Bruxelles di ignorare completamente l’indicazione del voto?

Come scrive Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, «l’apertura a Verdi e Liberali non tiene conto dell’oggettivo spostamento a destra dell’elettorato». Un’alleanza tra Ppe e sovranisti «illuminati», per dirla alla Berlusconi, andrebbe quanto meno considerata. Ma al momento è esclusa da tutti i protagonisti politici. Se le premesse sono queste, la nuova Ue parte male.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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