
Elezioni amministrative: 20 mila candidati in 30 capoluoghi, sempre meno laureati – Rassegna stampa/1
“L’inchiesta spiega: «Soltanto nei 30 capoluoghi di provincia pronti al rinnovo dei consigli municipali, se si mettono in fila tutti i nomi che compaiono sui manifesti elettorali si arriva alla cifra di 20 mila candidature». (…) Dice tuttavia l’inchiesta del Sole che, nonostante il taglio dei seggi in palio nelle 11 province (264 invece di 328: 64 in meno) e nei comuni capoluogo in cui si vota (1.032 scranni invece di 1.226: 194 in meno) il numero delle liste è aumentato, rispetto a cinque anni fa, del 13%. Arrivando a una quota mostruosa: 629 simboli. Tra i quali alcuni strabilianti. Come quello che troveranno sulla scheda gli elettori di Oria, provincia di Brindisi: il simbolo delle Persone Indipendenti Libere Unite. In sintesi: Pilu” (Corriere, p. 6).
“Spiega lo studio Il mercato del lavoro dei politici (…), studio elaborato sui dati di tutti i parlamentari italiani dal 1948 al 2007, che la «percentuale dei nuovi eletti in possesso di una laurea è signifcativamente diminuita nel corso del tempo: dal 91,4% nella prima Legislatura, al 64,6% all’inizio della quindicesima. Un crollo di 27 punti». In America, per fare un paragone, i laureati in Parlamento sono invece saliti al 94%. Trenta punti sopra di noi” (Corriere, p. 6).
“Se non ci fossero, in questa turbolenta calca di assatanati, 1300 candidati nella sola Campania sotto osservazione da parte della polizia e dei carabinieri per gli ambigui rapporti con la criminalità organizzata (un candidato su cinque, circa) ci sarebbe da sorridere. (…) I manifesti affissi sui muri sono spesso irresistibili. (…) Si buttano tutti in messaggi così strambi, eccessivi o deliranti che alla fine quasi non ti accorgi che sui muri di Bologna ci sono i manifesti anche di un gorilla con la cazzuola: «Un sindaco muratore per ricostruire la giungla banana su banana». Tranquilli, è una provocazione: non è candidato. Almeno lui, no” (Corriere, p. 6).
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