È bastato aspettare un anno perché la libertà religiosa diventasse «ipocrisia»

Di Emanuele Boffi
26 Settembre 2016
Non sono questioni teoriche, ma pratiche: chiedete lumi alle suore Usa che non pagano l’aborto alle dipendenti
epa04820893 The North Portico of the White House is illuminated with rainbow colors in recognition of the Supreme Court decision regarding same-sex marriage, in Washington DC, USA, 26 June 2015. The Supreme Court ruled 5-4 that the Constitution gives same-sex couples the right to marry and that states may not reserve the right to only heterosexual couples. EPA/MICHAEL REYNOLDS

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Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Nel luglio 2015 pubblicammo la dissenting opinion del giudice John G. Roberts sul pronunciamento della Corte suprema statunitense a favore del riconoscimento del same-sex marriage. In uno dei paragrafi finali del suo monumentale discorso, Roberts notava che «la maggioranza [della Corte] prospetta che i credenti possano continuare a “difendere” e “insegnare” la loro visione del matrimonio. Il primo emendamento tuttavia tutela la libertà di “esercitare” la religione. Malauguratamente, la maggioranza non utilizza questa parola».

È passato poco più di un anno e, come vi abbiamo raccontato su tempi.it, solo qualche settimana fa un rapporto della Commissione americana sui diritti civili ha messo nero su bianco che «la “libertà religiosa” continuerà a essere un concetto “ipocrita” fino a quando “resterà un sinonimo di discriminazione, intolleranza, razzismo, sessismo, omofobia, islamofobia, supremazia cristiana e ogni altra forma di intolleranza”». Roberts era stato facile profeta nell’individuare in quel pronunciamento i germi che avrebbero inevitabilmente portato a una limitazione della libertà di chi, per motivi religiosi, si sarebbe opposto.

D’altronde è ovvio: se la verità non è quello che la realtà ci mostra come evidente e razionale, ma è ciò che è deciso dalla maggioranza, è inevitabile che chi non la accetta finisca per essere perseguitato. Con buona pace della libertà religiosa e della sua massima espressione, l’obiezione di coscienza. Non sono questioni teoriche, ma pratiche: chiedete lumi alle suore statunitensi che non vogliono pagare aborto e contraccettivi alle dipendenti delle loro attività. E non sono cose che accadano lontano da noi. L’America è a solo sei ore di volo.

Foto Ansa/Ap

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2 commenti

  1. Giorgio

    Questi sono peggio dell’ISIS !!

    1. Menelik

      No, non sono peggio, sono solo alleati dell’isis.
      Il bombardamento di Deir Ezzor, un paio di settimane fa, conferma pienamente i fortissimi sospetti di coinvolgimento degli USA di Obama nell’isis.
      Del resto, non bisogna dimenticare che l’America credo sia l’unica nazione in cui l’organizzazione denominata “chiesa di satana” ha ottenuto dei successi politici assai rilevanti.
      Credo in nessun’altra parte del mondo sia così, addirittura l’organizzazione satanica di Michael Aquino è arrivata a chiedere il riconoscimento come religione ufficialmente registrata nell’esercito USA.
      Infatti Micheal Aquino era un alto ufficiale della Marina Militare, ed esperto di comunicazione.
      E questi sarebbero i nostri alleati, pensiamoci bene, che l’era degli Americani come “liberatori” del 1945 è morta e seppellita.
      Anche la Nato non ha più il significato che aveva quando è nata.

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