Il Tar del Lazio ha accolto due ricorsi per la riapertura in presenza delle scuole secondarie.
Il primo ricorso è stato presentato da alcuni genitori di studenti frequentanti le scuole secondarie superiori. L’ordinanza contro la Presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dell’Istruzione e della Salute è stata resa nota oggi.
Studi scientifici
Poiché i ricorrenti hanno presentato a sostegno del loro ricorso «svariati studi scientifici pubblicati da prestigiose riviste mediche, reports sui dati di contagio in ambito scolastico rilevati in Toscana e Sicilia, nonché relazioni scientifiche rilasciate da esperti», il Tar del Lazio rileva che tale materiale perviene alla conclusione che «non esistono evidenze scientifiche solide e incontrovertibili circa il fatto che
a) il contagio avvenuto in classe tra soggetti in età scolastica influisca sull’andamento generale del contagio
b) che l’aumento del contagio tra soggetti in età scolastica sia legato all’apertura delle scuole
c) che la cosiddetta variante inglese si diffonda maggiormente nelle sole fasce d’età scolastiche
d) che le diverse varianti circolanti nel paese siano resistenti ai vaccini in uso in Italia».
Disturbi alimentari e suicidi
Al contrario, il Tar valuta che il materiale prodotto dai ricorrenti «sembra comprovare» «un significativo aumento dei ricoveri ospedalieri di adolescenti per gravi disordini alimentari e tentativi di suicidio quale effetto del progressivo isolamento».
Per questa ragione, scrive il Tar, «appare urgente una approfondita valutazione della situazione al fine di ripristinare l’attività didattica ordinaria, cioè in presenza». Per questo « il Collegio ritiene di dover ordinare alla presidenza del Consiglio dei ministri di riesaminare le misure impugnate alla luce di tutta la documentazione prodotta».
Scuole in Zona rossa
Il secondo ricorso accolto oggi da Tar, presentato da studenti e genitori di figli minori rappresentati e difesi dagli avvocati Valerio Onida e Barbara
Randazzo, contestava il «meccanismo automatico di applicazione della sospensione totale della didattica in presenza nelle scuole secondarie di primo e secondo grado (eccetto le classe prime delle scuole secondarie di primo grado), nell’intero territorio di regioni caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto (cd. “zona rossa“)».
Così come il primo ricorso, anche questo chiedeva che la presidenza del Consiglio dei ministri rendesse noti i numeri dei contagi in base ai quali si era decisa la chiusura. Il Tar ha dunque accolto il ricorso «ordinando alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di riesaminare le misure impugnate adottando, all’esito del riesame, un provvedimento specificamente motivato» entro il 2 aprile.
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