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La preghiera del mattino

I dubbi giudiziari su Garlasco e il compito della politica

Di Lodovico Festa
13 Giugno 2025
Il lento corso della giustizia nel processo a Stasi, le ansie di protagonismo dei magistrati, la necessità della separazione delle carriere. Rassegna ragionata dal web
Garlasco
17 dicembre 2014. Telecamere posizionate davanti all'aula della Corte d'Appello del tribunale di Milano, in attesa della sentenza nel processo d'appello bis a carico di Alberto Stasi imputato per l'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco il 13 agosto 2007 (foto Ansa)

Su Gli Stati generali Jacopo Tondelli scrive: «In attesa che la giustizia (ri)faccia il suo corso, lento e sinuoso come quello di un fiume in ritardo rispetto al mare che lo attende, vale la pena di mettere a fuoco le questioni tutte politiche che, proprio grazie a questa incertezza, a questa incredibile attesa, sono però più chiare e attuali che mai. Le esprime bene un giudice, uno dei primi che ebbe a guardare il caso nello svolgimento delle proprie funzioni, e mandò Stasi assolto. Stefano Vitelli, nel 2009 Giudice delle indagini preliminare a Vigevano, commentando oggi i fatti e le decisioni di allora, dice qualcosa di interessante, faticoso, doloroso, e totalmente vero, se riguardiamo i principi della democrazia costituzionale: senza la certezza di una colpevolezza, essere forti e cosciente obbliga ad assolvere. Per questo, si intende, lui assolse Stasi: non perché certo dell’innocenza dell’imputato, ma perché non sicuro, sulla base delle evidenze raccolte e discusse, della sua col...

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