
Dopo lo show Berlusconi-Balotelli viene voglia di credere a tutto. Ma proprio tutto
Bisogna riconoscerlo, il Berlusca (e i suoi compari), come direbbe Dan Peterson, «pe mme’ numero 1». I miei amici della Juve si lamentano di avere cattiva stampa, che appena gli fischiano un rigore un po’ dubbio a favore viene giù il mondo e quando invece non lo danno a loro, uno enorme, non c’è lo stesso circo. Tutti hanno da ridire su come vengono dipinti in tv e sui giornali. Si prendano un master in Publitalia, che diamine.
Guardate il geniale Milan. Ha preso Mario Balotelli trasformando la faccenda in un evento mediatico. Secondo me se Moratti prendeva Messi lo show non era lo stesso. Certo, il ragazzo è bravo, ma al City non giocava più e all’Inter, prima ancora, non è mai stato un titolare. Le sue vicende extra-calcistiche hanno, finora, avuto più risalto delle sue trovate in campo. Non è ancora un campione, piuttosto un personaggio in cerca d’autore. Eppure nelle sapienti mani dei berluscones il suo ingaggio ha fatto impennare l’audience. Perfino la faccenda della “mela marcia” che il Cavaliere mai avrebbe voluto nella sua squadra, è passata in cavalleria. Il mitico Galliani ha perfino negato che Berlusconi abbia detto quella cosa e la platea, rossonera fino al midollo, ha assentito. Poi, all’esordio, neanche che la sceneggiatura l’avesse scritta Shonda Rhimes, lui segna una doppietta. Fenomeni. A questo punto potrei anche credere che il Berlusca mi restituisca l’Imu.
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