Venerdì scorso la diocesi di Cincinnati (Ohio) ha chiesto alle cento scuole affiliate di non spingere i propri aderenti a fare donazioni in favore della Als association. L’associazione, che di occupa dei Sla (Sclerosi laterale amiotrofica), è il terminale ultimo dell’Ice bucket challenge, il fenomeno ormai virale per cui ci si getta un secchio d’acqua ghiacciata in testa e poi si fa una donazione per aiutare la ricerca sulla terribile malattia. La diocesi, però, ha voluto sottolineare il fatto che l’Asl promuove anche ricerche sulle cellule staminali embrionali.
UN BEL PARADOSSO. Di fronte alle critiche della stampa, la diocesi non ha tentennato, ma, al contrario di quanto riportato dai media, ha chiarito di «non aver proibito alle scuole di partecipare alla sfida per la Sla». Piuttosto si è voluta rassicurare «che tutte le donazioni raccolte vadano a organizzazioni di beneficenza moralmente lecite», mentre «l’Als Association, che ha ricevuto la maggior parte delle donazioni legate al Ice bucket challenge, sostiene la ricerca relativa alle cellule staminali embrionali a cui la Chiesa cattolica si oppone». Perché sarebbe paradossale sacrificare delle vite per combattere le malattie: «Dunque come scuole, dobbiamo fare in modo che tutti i nostri sforzi riflettano i nostri principi, tra cui la fede nella santità della vita».