
De Girolamo: «Sono vittima di una truffa. Non ho fatto pressioni per la Asl, vado a testa alta»
«La mia vita di politico, di persona e di donna è stata travolta da un linciaggio e un accanimento senza precedenti» ha esordito così il ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo, stamattina durante la risposta all’interrogazione parlamentare sull’Asl di Benevento. Il ministro è arrivata in aula intorno alle 9 e 15, subito dopo aver incontrato per alcuni minuti il vicepremier e leader del suo partito, Ncd, Angelino Alfano. In aula stamattina fin dall’inizio della seduta è presente anche il marito di De Girolamo, Francesco Boccia (Pd).
VICENDA KAFKIANA. Il ministro De Girolamo si è difesa spiegando punto per punto come invece sia da tempo a respingere raccomandazioni e richieste di intervento. Nella conclusione del suo intervento De Girolamo ha detto: «Voglio sentirmi libera e voglio che mia figlia da grande, leggendo le vicende di questi giorni, vada a testa alta sapendo che sua madre mai, mai e poi mai ha abusato del suo ruolo di deputata, e che mai e poi mai ha tradito quella bandiera che bacia ogni giorno in cui entra in Ministero. Non ho mai premiato ditte, non ho mai richiesto incarichi: e non so se sia un caso che l’avvocato di Pisapia abbia rinunciato al suo incarico dopo lo scoop del Tg5. La gestione della sanità in Campania è sempre stata in mano ai clientelismi: questa vicenda dimostra che quegli assetti di potere non vuole passare la mano. Chi in questi giochi ha sparato contro di me su questa vicenda, sa che sta facendo il gioco di quegli assetti di poteri. Chi conosce la verità non si sottragga a collaborare con la magistratura». Ha detto di essersi sentita «violata nei rapporti familiari, privatissimi. Siamo arrivati all’esegesi della parolaccia sulla bocca di una donna», ha respinto con forza ogni accusa. De Girolamo ha sottolineato che «questa vicenda è kafkiana, a leggere i giornali sembra che sia io ad essere sotto inchiesta ma la realtà è diversa, io non sono indagata, indagato è Pisapia e l’intercettazione è abusiva». De Girolamo ha ammonito alla fine del suo intervento: «Quello che è successo a me, può accadere a ciascuno di voi. È stato un abuso».
«VITTIMA DI UNA TRUFFA». Il ministro De Girolamo ha quindi illustrato la sua ricostruzione: «Non ho mai esercitato, né direttamente, né indirettamente pressioni sulla vicenda dell’Asl: la truffa a quell’ente riguarda altre persone, una delle quali ha costruito un dossier contro di me, frutto di un complotto ai miei danni. L’inchiesta è partita da intercettazioni illecite che riguardano aspetti e considerazioni di carattere privato». Il ministro ha spiegato che incontrava alcune persone in casa propria, all’epoca, perché «soffrivo di una particolare patologia post partum che mi impediva spostamenti», ma che da parlamentare si limitava ad esercitare il «diritto e dovere di segnalare questioni e trovare soluzioni». Poi ha proseguito: «Se mi pento per espressioni colorite usate in un contesto privato, non mi pento di aver aiutato gente che chiedeva ad alta voce maggiore assistenza sanitaria». Ma il ministro ha sottolineato: «Non posso negare che mi sia stato da più parti richiesto di intervenire per far avere incarichi nelle strutture sanitarie: ho sempre detto no. E forse oggi mi fanno pagare anche questo». De Girolamo ha anche ricordato che «pago lo scotto di aver dato risposte alle pressioni sociali dei lavoratori: sarebbe stato sufficiente scorrere la rassegna stampa dell’epoca per avere contezza che nel luglio 2012 erano in atto diverse proteste dei lavoratori, che rivendicavano retribuzioni non pagate da parte della Sanità», da cui il suo intervento che sarebbe stato «l’unico modo per scongiurare l’interruzione del servizio e per evitare l’esasperazione dei lavoratori».
PISAPIA. Il ministro ha quindi ricordato chi è Felice Pisapia, l’ex direttore amministrativo dell’Asl che ha registrato le conversazioni private di De Girolamo. «Il signor Pisapia già un mese prima delle riunioni in questioni, aveva autonomamente assunto un provvedimento con cui prorogava il servizio fino al 31 dicembre. Costui è venuto in casa mia munito di registratore, già consapevole di aver fatto la proroga, per provocare una discussione e poter poi usare quelle registrazioni per le sue attività delinquenziali. Non esiste nessun direttorio politico-partitico».
IL BAR DELLO ZIO. Sulla ormai celeberrima presunta raccomandazione del ministro sull’ospedale Fatebenefratelli di Benevento per il bar interno da affidare allo zio di De Girolamo, ha chiarito: «In una terra devastata dalla camorra, dalle ruberie e dalla convivenza con i clan da parte di anime belle che oggi si indignano per le parolacce di un ministro, desta scandalo che un deputato abbia chiesto informazioni sul bar dello zio. Semplici informazioni, nessuna pressione: il dirigente dell’ospedale Fatebenefratelli, che è privato, ha detto di non aver avuto pressioni da me».
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di girolamo-boccia come bassanini-lanzillotta: il capitalismo a conduzione familiare italiano.