“Dare freschezza agli alimenti”: un successo di Banco Alimentare Lombardia

Di Elisabetta Longo
03 Marzo 2016
Fondazione Monza e Brianza Onlus ha dato vita a un piccolo esperimento per la raccolta degli alimenti deperibili. Parla il direttore Roberto Vassena

Quando si parla di eccedenze alimentari, la tipologia più complessa da raccogliere e redistribuire è senza dubbio quella dei “freschi”. Lo sa bene il Banco alimentare, che da qualche tempo ha ampliato la portata della sua raccolta quotidiana, immagazzinata nei punti sparsi sul territorio italiano e poi devoluta ai vari enti caritatevoli. Ogni realtà locale si organizza in maniera autonoma, senza paura di tentare nuove vie, al fine di raccogliere alimenti della migliore qualità possibile.
Roberto Vassena, direttore di Banco Alimentare Lombardia spiega a tempi.it l’esperimento compiuto l’anno scorso dalla Fondazione della Comunità Monza-Brianza Onlus, chiamato “Dare freschezza agli aiuti alimentari”: «Durante il 2015, abbiamo raccolto 125 tonnellate di alimenti freschi, che corrispondono a 250 mila pasti. Siamo stati in grado di sfamare quattromila persone. I risultati sono andati bene oltre le nostre aspettative, e speriamo di fare ancora meglio nel 2016».

ALIMENTI DI QUALITÀ. Fondamentale per la buona riuscita del progetto è stata l’adesione di venti punti vendita della grande distribuzione: «Si tratta di latticini, frutta, verdura, pane, pasticceria e salumi che sarebbero andati buttati, e che invece hanno sfamato migliaia di persone. Centoventicinque tonnellate di cibo, per un valore stimato di 336 mila euro, che sarebbero state buttate perché non più commerciabili, ma assolutamente commestibili. Ogni giorno dai punti vendita partono dei camioncini che portano le eccedenze nel grande magazzino di Muggiò». Un esempio positivo che è già stato imitato a Cinisello Balsamo: «È stato direttamente il Comune a farci sapere che desiderava partecipare. Per il 2016 dovrebbe aderire alla nostra campagna anche l’area di Rho. Speriamo che sempre più comuni nella Lombardia decidano di contribuire».

COLTIVATORI. Nel grande magazzino di Muggiò, poco distante da Monza, si lavora operosamente ogni giorno: «Frutta e verdura sono i “freschi” recuperati più importanti, quelli che danno una qualità migliore al cibo distribuito alle famiglie. Molti i coltivatori diretti agricoli che ci portano l’invenduto dei mercati per ben tre volte alla settimana. Tutte queste piccole reti di solidarietà testimoniano la voglia di aiutare, in tempo reale, per offrire alimenti perfetti come quelli in commercio. Gli enti caritatevoli, a loro volta, fanno rete per raccogliere gli alimentari dal magazzino di Muggiò. Non c’è concorrenza tra loro, a turno ognuno prende in carico anche i freschi destinati ad altre realtà caritative. Il fine ultimo è sempre quello di aiutare sempre più persone, non è una gara a chi fa meglio. Tra le quattromila persone aiutate, c’è anche un alto numero di minorenni: 386 bambini di età inferiore ai 5 anni, e 755 tra i 6 e i 17 anni».

Foto Ansa

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