«Glorifica Maometto». «No». Torino, cristiano copto aggredito da islamici armati di catene
Un rappresentante della comunità copta a Torino, Sherif Azer, è stato aggredito da una banda di fanatici perché si è rifiutato di «glorificare il profeta Maometto». L’episodio è stato raccontato sul suo sito da Magdi Cristiano Allam, di cui Azer è stato coordinatore del movimento politico Io amo l’Italia.
«FAI IL RAMADAN». Secondo quanto scritto da Allam, Azer, «cristiano copto, cittadino italiano, padre di 4 figlie nate in Italia, è stato selvaggiamente colpito alla testa con catene da un gruppo di islamici perché non fa il Ramadan, il digiuno islamico». L’episodio si è verificato il 17 luglio alla 5 e mezza pomeridiane a Torino, in Corso Brescia angolo Corso Giulio Cesare, nella zona centrale di Porta Palazzo. «Dopo averlo intercettato e averlo identificato sia come egiziano di origine sia come cristiano per la croce visibile al petto – racconta Allam -, un primo gruppo di quattro islamici l’ha fermato chiedendogli in modo provocatorio: “Fai il Ramadan?” a cui Azer ha risposto seccamente “No”». Il diverbio è continuato col gruppo di aggressori che gli ha intimato di «glorificare il profeta Maometto!». Ma Azer non si è fatto intimidire e ha risposto: «Io non glorifico il profeta Maometto!».
«A quel punto – prosegue Allam – i quattro si sono allontanati per pochi minuti, si sono ripresentati con altri islamici armati di catene, hanno assaltato Azer colpendo ripetutamente alla testa e in tutto il corpo urlando: “Noi ti ammazziamo cristiano di merda!”. Per fortuna è intervenuta subita la polizia che ha messo in salvo Azer. Mi ha chiamato da un commissariato della Polizia per informarmi dell’aggressione appena subita».
L’APPELLO ALLE ISTITUZIONI. Allam rivolge quindi un appello al primo cittadino della città Piero Fassino, al presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta e al presidente della Regione Piemonte Roberto Cota affinché intervengano «per condannare il vile attacco a un cittadino italiano cristiano copto nel centro di Torino, per assumere tutti i provvedimenti politici e amministrativi per prevenire il ripetersi di simili attentati di stampo terroristico, per restituire alla legalità e all’italianità la zona centrale di Porta Palazzo che è stata trasformata dagli islamici e dagli immigrati in una zona extraterritoriale dove imperversano l’arbitrio e la sharia, la legge islamica».
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14 commenti
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Lo stesso nome “Mohamed” deriva da “hamada”, che in arabo significa proprio “glorificare”. Il nome Maometto significa infatti “il molto glorificato”, pertanto il sig. Antonio ha preso un abbaglio.
OCCHIO AI SEGNALI DEBOLI.
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Anni fa lavoravo in Fiat, nello stabilimento di Mirafiori.
A quel tempo si assemblavano le prime Punto.
Il caposquadra e gli istruttori ci insegnavano sempre che se una portiera si chiudeva male, o faceva uno strano rumore durante la chiusura, quello era un “segnale debole”, ovvero una cosa che sembrava di poco conto ed era invece molto importante.
Il rischio era che lo stesso di fetto potesse ripetersi su migliaia di altre vetture.
Per questo era necessario far partire subito un segnale di allarme, per eliminare il difetto alla radice ed evitare di produrre migliaia di vetture con lo stesso difetto.
Quello che è capitato in Corso Brescia a Torino è un classico segnale debole.
Se non ci ribelliamo oggi a questi islamofascisti, ci troveremo presto con una situazione come quella in Inghilterra (Centinaia di tribunali islamici operativi, interi quartieri sotto la legge della Sharia e molto altro ancora), in Olanda (dove si picchiano due gay per strada perche’ si tengono per mano, e dove il 70% delle chiese sono state trasformate in Moschee), o in Francia (Nelle banlieux parigine la polizia non osa entrare, perche’ li vige la shaaria).
Se non fermiamo l’Islamismo nazistoide oggi, che sta nascendo, dopo sarà molto più dura!
Hai ragione ,Stamsofer. e comunque i primi alleati dell’islamismo sono i nostri governi occidentali, basti vedere i casi della Libia, Siria , Kossovo, Egitto ecc.Teniamolo presente.
Molto giusto e puntuale quanto detto da Stamsofer. Mi permetto di suggerire un sito di documentazione “altra” sull’Islam per andare oltre la solita retorica della “religione di pace” del “non parlare se non hai letto tutto il corano in arabo”, eccetera.—- http://www.siotw.org
Detto tra noi, all’ex Balon (Porta Palazzo) andrebbe invitato l’onorevole Calderoli per una passeggiata in compagnia del suo maiale. Di sicuro il terreno verrà poi ritenuto impuro e gli islamici se ne andranno.
Un musulmano che dice “glorifica Maometto”? Mah, sembra la solita balla di Magdi ex Cristiano Allah
la notizia è confermata da altri organi di stampa, e le botte pure. È del tutto plausibile, di gente violenta ce n’è al mondo.
Lei non ha capito niente. Glorificare Maometto è una bestemmia, per un musulmano autentico.
Bisognerebbe sapere la frase in lingua originale, ed anche conoscere, non genericamente “l’arabo”, ma proprio specificatamente l’arabo egiziano. Siccome io non conosco niente di tutto ciò, non mi pronuncio. Evidentemente, il sig. Antonio ha udito la frase in lingua originale, e capisce perfettamente l’arabo egiziano. Complimenti.
Vedo che anche Lei non capisce niente. Io non so l’arabo egiziano, ma so che l’articolista ha scritto: “glorificare Maometto”, ciò che è impossibile per un musulmano autentico, per cui ogni associazione ad Allah è miscredenza. Quindi: o si tratta di traduzione errata (non sarebbe affatto strano, visto che i giornalisti spesso non sanno neppure l’italiano), oppure il musulmano in questione non è tale. Va bene così?
No, non va bene. Dare gloria al Profeta non è un’espressione inusuale e non è una bestemmia poiché non si tratta di adorazione o divinizzazione. Di espressioni di lode e gloria a Maometto è piena la tradizione islamica, così come storie di miracoli ed eventi prodigiosi. Nulla di strano pertanto che dei fanatici richiedano la sottomissione ad Allah tramite la glorificazione del suo profeta.
Assolutamente d’accordo con te, Picchus.