
Cristiani di ogni tipo (anche valdesi) insieme per sfidare il conformismo arcobaleno nella Leningrado d’Italia
Cinisello Balsamo è una città di 72 mila abitanti a nord di Milano. Città operaia, ma che fino a qualche anno fa era sede di molte piccole e medie imprese. Oggi l’azienda più grande è il Comune. Il suo patrimonio è legato a LegaCoop e da 65 anni è governata dalla sinistra. Ora, le elezioni del 26 e 27 maggio potrebbero segnare una svolta. Infatti, cosa succede nella classica landa italiana dove la candidata di un partitino del 3 per cento (Sel) vince le primarie Pd e tutto sottostà allo stanco conformismo che istituisce registri delle coppie gay e registri Dat, con iscritti che si contano sulle dita di una mano?
Succede che lunedi 6 maggio, nella secentesca villa Ghirlanda, cornice originale per una città leader di antropizzazione e cementificazione (l’altra campionessa, attigua a Cinisello, detta Leningrado, è Sesto San Giovanni, detta Stalingrado), è stato presentato davanti a un’inusuale folla di cittadini il candidato sindaco Enrico Zonca. Il quale ha avuto l’accortezza e la capacità di unire l’intero centrodestra svolgendo un’opposizione intelligente in Consiglio comunale e, soprattutto, creando un’associazione culturale che negli anni si è distinta per capacità di giudizio e di iniziativa sul territorio.
Succede che cristiani di diversa estrazione (valdesi compresi) si sono uniti nell’“essere e fare qualcosa per la propria gente”, nel costruire ponti invece che barriere, amicizia invece che narcisismi. Segnatevi i loro nomi: Zonca, Gandini, Visentin, Stancanelli, Rocca, Acquati, Malavolta, Ventura, Fumagalli. E andate a leggere la “polis parallela” di Bonaguro a pagina 50. È frutto di “una posizione esistenziale”, non di un’utopia, la politica che vince i totalitarismi. Di ieri e di oggi.
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