Chissenefrega dei furbetti del bonus
Li hanno già battezzati “i furbetti” con poco sforzo di fantasia. Sono i parlamentari che hanno chiesto il bonus Covid da 600 euro. Pare siano in tre – su 650 – e la stampa è unanime nel richiederne i nomi. “Fuori i nomi”, scrivono sulle prime pagine dei giornali. Francamente, chissenefrega. Non è bello che un parlamentare della Repubblica, che intasca 12 mila euro al mese, chieda il bonus, ma chissenefrega comunque, non sarà questo giornale ad accodarsi alla gogna ferragostana (e poi, un conto è il parlamentare, un conto è il consigliere comunale da 1.000 euro al mese).
E gli altri 3.999.997?
Il problema piccolo, ingigantito, serve a nascondere il problema grande, che è lasciato nascosto. Il problema grande è un esecutivo pasticcione che ha ragionato in questi mesi secondo la logica “più bonus per tutti”. Solo adesso che fra questi “tutti” ci sono tre parlamentari “furbetti”, allora vien giù il diluvio dell’indignazione anticasta. Però l’Inps, che di mestiere dovrebbe occuparsi di pensioni, in questi mesi ha erogato tra bonus e indennizzi anti Covid oltre 19,6 miliardi di euro a 13,3 milioni di beneficiari. Il bonus da 600 euro l’hanno preso in quattro milioni di persone e per nessuna di loro era specificato che dovesse avere particolari limiti di reddito o perdita di fatturato. I tre parlamentari hanno fatto i “furbetti”, ma sicuri che gli altri 3.999.997 siano tutti nullatenenti? Il problema sono i tre furbetti o i geni che hanno scritto una norma stupida?
Soldi a temporale
Qui si va avanti a botte di bonus, senza nessuna preoccupazione per il futuro: bonus baby sitter, indennità da 500 euro per i lavoratori domestici, bonus biciclette, bonus monopattini, bonus motorini ecologici, bonus vacanze. Questi non sono soldi dati “a pioggia”, ma “a temporale”: a tutti e senza alcun criterio. Soprattutto, se può essere comprensibile, e giusto, in una fase di emergenza intervenire a sostegno di chi fatica a sbarcare il lunario, diventa assurdo e controproducente prolungare la fase di emergenza solo per mantenere potere e consenso. È quel che sta facendo Giuseppe Conte (non il despota Orban, bau bau dei progressisti nostrani), bloccando gli sfratti e i licenziamenti e continuando a distribuire mancette senza uno straccio di progetto di crescita per il futuro (ah sì, il “tunnel sullo stretto”, dite. Che suona tanto come “abbasserò l’Iva”, annuncio dato subito dopo gli Stati generali a Villa Pamphili).
Perde il Nord, euro al Sud
Ora ci penserà il “Decreto agosto” a rilanciare il paese: un superbonus per aziende che investono in tecnologia. Peccato che gli incentivi siano destinati solo alle aziende del Sud. Non è strano? Su 50 miliardi persi al mese a causa del lockdown, 40 erano al centro nord, però i soldi vanno al Mezzogiorno. Come dite? Il Meridione è l’area del paese dove Pd e M5s raccolgono i loro consensi? Sarà certo un caso. Siamo pronti a scommetterci il nostro bonus da 600 euro.
Foto Ansa
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