Censis: giovani «in via d’estinzione» e l’11% non studia né lavora

Di Redazione
17 Maggio 2011
Per il direttore del Censis Giuseppe Roma «abbiamo perso più di 2 milioni» di giovani negli ultimi 10 anni. I dati italiani sono i peggiori con quelli tedeschi. A fronte del 60,4% impegnato negli studi, solo il 3,1% è laureato. E all'Italia giovane va anche il primato europeo per l'«inattività volontaria»: nella fascia 15-24, l'11,2% non studia né lavora perché «non interessato»

Una «razza» in via d’estinzione. Così vengono definiti i giovani dal direttore del Censis Giuseppe Roma, che nell’audizione presso la Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera ha esaminato il tema dell’accesso al mercato del lavoro.

Secondo Roma «negli ultimi 10 anni, dal 2000 al 2010, abbiamo perso più di 2 milioni di cittadini di età compresa tra i 15 e i 34 anni». I giovani stanno diventando «una merce rara», ha aggiunto, spiegando che i dati italiani sono i peggiori insieme a quelli tedeschi. Di contro, nello stesso periodo gli italiani over-65 sono aumentati di un milione e 896 mila unità.

Non solo, i giovani italiani impiegano più tempo a laurearsi rispetto a quelli europei. Secondo Roma «l’Italia ha un sistema formativo ritardato rispetto agli altri paesi dell’Unione europea» e questo porta ad avere «il maggior numero di ragazzi dai 15 ai 24 anni impegnati nella formazione, il 60,4%, eppure pochissimi laureati», solo il 3,1%. Un dato decisamente inferiore alla media europea, che è del 7,8%.

A questi dati poco incoraggianti si aggiunge quello dell’«inattività volontaria» di cui l’Italia detiene il record europeo. Infatti l’11,2% dei giovani tra i 15 e i 24 anni non studia né lavora perché «non interessato».

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.