Carla Bruni diventa una statua, ma è un’illusione che dura poche ore
Norgent sur Marne è una tranquilla cittadina dell’hinterland orientale parigino, che nel giro di pochi mesi è diventata la città di Carla Bruni. Questo perché una stramba scultrice ha deciso di prendere le botuliniche fattezze della ex premiere dame come modello per un monumento dedicato alle operaie italiane. Elisabeth Cibot, l’autrice dell’opera, ha pensato che Carlà fosse la donna italiana più adatta per rappresentare le tante donne emigrate dal nostro Paese in quell’area per trattare le piume e farne cuscini, divenendo le “plumasserie”. Peccato che il prezzo dell’opera in bronzo non sia per nulla “operaio”, e si aggiri intorno ai 90 mila euro.
CARLA E LE PIUME DI STRUZZO. Il giornale Le Parisien sostiene che la modella abbia posato per la scultrice, lusingata che si fosse pensato a lei come paladina del mondo operaio. Le critiche però sono state tantissime, a cominciare dal prezzo dell’opera da parte dei contribuenti locali, per proseguire con William Goeb, del partito socialista, che ha detto: «Carla Bruni ha visto più piume di struzzo sulle passerelle che in fabbrica». Impossibile dargli torto e così alla fine invece che su pubblica piazza, il viso della signora Sarkozy è stato esposto su una targa, in un luogo meno in vista. In attesa che passi un graffitaro e faccia il suo dovere.
LA LETIZIA DESNUDA. Anche la sua collega modella Laetizia Casta era stata al centro di una storia simile. Paragonata in più occasioni a “Marianna”, simbolo nazionale francese, la modella era stata omaggiata con una statua di terracotta, del valore di 1400 euro, nel 2007. E come tutti sanno la Marianna, nella maggior parte dei dipinti francesi, viene raffigurata a seno nudo, un problema per il sindaco di Neuville en ferrain, che per coprire le scandalose forme della Castà ha fatto approvare in consiglio comunale un vestito aggiuntivo in terracotta al costo di 900 euro.
L’ARCURI PROTETTRICE DEI PESCATORI – Che dire poi della statua dedicata a Manuelona Arcuri? Nel 2002, sul lungomare leccese, venne posizionato un monumento alto 175 centimetri in pietra locale raffigurante l’attrice che stringe al suo prosperoso seno un cesto di pesci, come a benedire i pescatori pronti a imbarcarsi dal porto. La statua, proposta da Gianni Ippoliti, il conduttore tv, è stata poi rimossa nel 2010, dopo che le donne del posto hanno subissato di proteste il sindaco, in una storia che ha la parvenza di una Bocca di rosa moderna. L’anno seguente, Manuela versione pietra è poi tornata a vegliare su Porto Cesareo, per poi finire in tribunale, con sei indagati. Motivo? La violazione delle norme paesaggistiche. E noi che pensavamo che avesse solo violato il buon gusto.
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