
Bruxelles, lettera/ Folli: «Buone parole, ora però servono i fatti»
Stefano Folli, giornalista ed editorialista del Sole 24 ore è intervenuto stamattina a Radio Tempi: la lettera d’intenti scritta dal governo Berlusconi per l’Europa «va valutata nel suo complesso, anche se alcuni aspetti, come quello dei licenziamenti facili, si prestano ad una dialettica politica e sociale». Folli si riferisce alle cause che hanno impedito ai governi della cosiddetta seconda repubblica di imporsi con le riforme liberali indicate nella lettera scritta ieri: «Il nostro è un sistema chiuso, corporativo, pieno di resistenze conservatrici ad ogni livello. Non parlo solo della politica ma della società nel suo complesso». Per queste ragioni, continua, «occorre una forte leadership per superare gli infiniti ostacoli che sono le vere cause della perdita di competitività e della mancata crescita dell’Italia».
Prosegue l’editorialista del Sole 24 ore: «La lettera è da considerare una filosofia economica, apprezzata dall’Europa. Bisogna vedere se alle parole scritte nel documento seguiranno dei fatti». Il problema, rileva, riguarda le tempistiche: «Le scadenze non sono nel 2026, ma nelle prossime settimane. Solo così riusciremo a vedere la serietà di questi impegni ed in particolar modo l’impegno sulle liberalizzazioni nel sistema economico italiano». Sul fronte dell’opposizione parlamentare, si prende atto che «nel patto di Vasto si è scelta la strada del voto. E’ una scelta legittima presentarsi con l’asse Bersani – Di Pietro – Vendola: una scelta che può garantire in qualche modo il premio di maggioranza, ma non dà una garanzia di governo. In particolare bisogna osservare che ad un centrosinistra non in sintonia con le indicazioni dell’Europa e della Bce, va contrapposta una realtà nascente, una minoranza più in sintonia con l’Europa».
Il riferimento obbligato è alle giovani realtà del Partito democratico che vedono in Zingaretti e Renzi i principali esponenti. Le idee rese note da quest’ultimi fanno emergere delle posizioni riformiste su temi delicati come la riforma delle pensioni e la flessibilità del lavoro. Non vanno poi dimenticati i giovani T-party, che rappresentano la base degli amministratori locali trentenni del Pd. Stefano Folli ricorda le parole del rottamatore sindaco di Firenze, «C’è bisogno di un Big Bang», per affermare la necessità di una ricostruzione del centrosinistra. La conclusione dell’analisi porta a dire che «ci sono due centrosinistra: uno tradizionale e poi un altro mondo, una realtà che si sta organizzando e che nel futuro avrà qualcosa da dire». Questo è importante perché «se il centrosinistra sarà la forza di governo deve farlo sulla base delle indicazioni dell’Europa».
twitter: @giardser
Ascolta l’ntervista a Stefano Folli
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