
Bologna, il candidato gaffeur del Pd Merola accusa il declino della sua classe dirigente
Virginio Merola, il candidato Pd alla poltrona di sindaco a Bologna, si sta ormai facendo la fama di gaffeur. L’ultima riguarda una sua frase pronunciata durante un confronto con gli altri candidati sindaci. Merola ha concluso il suo intervento dicendo che è innegabile il «declino della classe dirigente e del ceto politico di Bologna negli ultimi 10 anni». Ora, dal momento che negli ultimi dieci anni a Bologna ha comandato il Pd – anche quello di Sergio Cofferati, di cui Merola era assessore e pupillo -, si può ben immaginare chi siano quelli che si sono sentiti più offesi dal sentire quelle parole.
Non è il primo scivolone di Merola. Due giorni fa, Pierferdinando Casini, salito a Bologna per sostenere il suo candidato Stefano Aldovrandi, ha mostrato ai giornalisti una maglietta su cui stava scritto: ”Speriamo che il Bologna torni in Serie A. Virginio Merola”. La battuta fa riferimento alla più clamorosa delle gaffe del candidato Pd che, in un’intervista a una radio locale, aveva detto di sperare che «il Bologna tornasse in serie A» (categoria nella quale la squadra già milita) e poi, in un’intervista “riparatrice”, aveva messo una toppa peggiore del buco. Scusandosi per l’errore ha detto che era sua intenzione augurare alla squadra un veloce «ritorno in serie B».
Non è un buon momento per lui. Nei mesi scorsi sono circolati nelle redazioni dei giornali dossier anonimi che, al di là di accuse un po’ inconsistenti, però segnalavano anche fatti politicamente fastidiosi riguardo a favori e nomine non sempre all’insegna della trasparenza. In più, sempre qualche mese fa, un suo ex compagno di partito ha messo on line una sua intervista a un’emittente locale nella quale Merola appare abbastanza confuso: «Ubriaco» lo ha definito l’ex amico.
Un recente sondaggio di Demoskopea ha comunque certificato che Merola è in vantaggio rispetto ai suoi avversari. Secondo l’analisi, oggi Merola raccoglierebbe il 36,7 per cento dei consensi. Molto staccati i suoi avversari: Daniele Corticelli (civico) al 7,3, Manes Bernardini (Lega-Pdl) al 7,1 e Stefano Aldrovandi (Terzo Polo) al 6,4. Ma il dato più interessante sono gli indecisi: il 41 per cento secondo Demoskopea.
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