
Berlusconi vuole la riforma della giustizia. Le toghe accusano: «Colpa di Ferrara»
L’annunciata riforma della giustizia, che verrà presentata al Consiglio dei ministri giovedì, qualche primo risultato lo ha incassato: «Se dovesse passare la devastazione della giustizia che si legge sui giornali, non saranno pochi coloro che penseranno seriamente di cambiare lavoro». Parola di magistrato: la toga che parecchio inviperita annuncia la possibilità di nuovi posti di lavoro si chiama Francesco Messina (Md) e scrive da Trani su una delle mailing list private delle correnti.
A riportare il messaggio, è una giornalista tra i pochi a poter accedere al gotha dorato del web, Liliana Milella di Repubblica: impossibile infatti per i comuni mortali leggere i pensieri che si agitano sotto le toghe in questi giorni, l’accesso alle mailing list è riservatissimo. Milella racconta il tam tam che si è scatenato quest’ultimo fine settimana, dopo le notizie sulla riforma: un’Alta corte per i procedimenti disciplinari, un Csm con due camere separate (giudici e pm) che essenzialmente si occuperebbe invece delle nomine, la possibilità di accedere alla carriera per elezione e non più con un concorso, autonomia nelle indagini alla polizia giudiziaria.
La reazione? Tuoni e fulmini. Armando Spataro (Movimento per la giustizia), il pm milanese di tante inchieste sul terrorismo, non lo si ferma più, si straccia le vesti in pubblico (ai microfoni di Rainews24) e in privato (nelle mailing list), dove incita alla rivolta: «Se vengono annunciate riforme epocali, occorrono risposte altrettanto epocali».
Si è appena ventilata l’ipotesi di una maggiore partecipazione democratica alla gestione della giustizia, che “Rambo” Spataro è già in cima alla barricata: «Siamo ad un bivio: o questa china, o la difesa e la rivitalizzazione della Costituzione che abbiamo. Ognuno faccia la sua scelta. Chiedo all’Anm una risposta in tempi rapidi che non consista nell’ennesimo, per quanto ottimo e condivisibile, comunicato stampa. Questa non è una messa in mora, ma la richiesta di una mossa epocale». Subito pronto il controcanto di un altro Vip, Antonio Ingroia (Md), che savonaroliamente si limita ad invocare «la Controriforma».
Milella aggiunge che quest’invocazione «fa dire ad un’autorevole toga di Magistratura democratica: “L’Anm dovrebbe deliberare immediatamente uno sciopero”».
La settimana insomma si prospetta bella bollente. Anche se qualche toga ha cercato di buttare un po’ d’acqua sul fuoco: «Facciamo uno sciopero. Bene. E poi? Ne rifacciamo uno ad ogni passaggio parlamentare? I nostri passi devono essere più attenti e tenere conto che Berlusconi, mentre tenta in tutti i modi di liberarsi dei suoi processi, ora gioca a fare lo statista. Gliel’avrà consigliata Ferrara, sta storia delle riforme epocali». Diavolo d’un Giulianone: comunque vada, è sempre colpa sua.
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